Per Antonio Campo Dall’Orto la carica di direttore generale Rai è ufficialmente iniziata lo scorso agosto, ma soltanto da poco hanno iniziato a sentirsene gli effetti. Lo testimonia, ad esempio, la scelta dei nuovi direttori di rete, avvenuta qualche settimana fa: “Ad agosto dissi che volevo capire il progetto per poi scegliere le persone cui affidarlo, ed è quello che ho fatto”. Sono queste soltanto alcune delle parole di Dall’Orto, protagonista oggi di una intervista sulle pagine del quotidiano La Repubblica, nella quale svela dettagli e anticipazioni sul suo piano di rinnovamento di mamma Rai.
Innanzitutto insiste sul concetto di “servizio pubblico”, che parte dai contenuti:
“Da domenica prossima non ci sarà più la cronaca nera dentro Domenica in. È una scelta che ho concordato con Andrea Fabiano e che pagheremo in termini di ascolti, ma è questo che intendo quando dico servizio pubblico. [...] Servizio pubblico è coprodurre Fuocoammare, il documentario di Gianfranco Rosi sui migranti e Lampedusa Orso d’oro a Berlino. Stiamo comprando i diritti della pay tv in modo da poterlo trasmettere in autunno su Rai3 in una serata a tema”.
Quella della cronaca nera all’interno di Domenica In (oggi intanto ci sarà un’intervista alla criminologa Roberta Bruzzone, ndDM) non sembra però essere l’unica rinuncia:
“Non rivedrete più su Rai1 programmi di “emotainment”, come lo chiamiamo in gergo. Non ci saranno Il dono, Così vicini così lontani (il programma si chiama Così Lontani, Così Vicini, ndDM) o, su un altro fronte, Ti lascio una canzone“.
A proposito invece della crisi dei talk show, dice di averli voluti rendere più comprensibili dando loro una interlocuzione più pulita e meno rissosa, anche se ci sono esempi che hanno funzionato meglio. Fazio, ad esempio, che “ha rinnovato il suo sabato con una chiave leggera, divertente. Dobbiamo trovare formule nuove anche per gli altri”.
Parla anche di denaro e della spinosa questione dei compensi in Rai:
“Abbiamo deciso di ridurre i compensi delle posizioni apicali per cui le persone che sono entrate recentemente guadagnano tutte meno dei loro predecessori. E laddove possibile, cosa mai accaduta prima, abbiamo introdotto i contratti a tempo determinato per tre anni”.
E, a proposito del canone, zittisce la diatriba:
“È stato abbassato da 113 a 100 euro. In un Paese che lotta da anni contro l’evasione le polemiche di oggi sono incomprensibili. La casa degli italiani 8 euro al mese li vale tutti“.
Tra le prossime sfide, c’è comunque la volontà di attirare un pubblico più giovane. Obiettivo da raggiungere attraverso Rai4, ma anche con il potenziamento dell’uso della rete: ad esempio con The Voice, che “deve avere l’ambizione di esondare rispetto alla tv. In questo mi ha rinfrancato Sanremo: 2 milioni e 700mila tweet. Carlo Conti l’ha fatto benissimo e lo ha fatto crescere soprattutto tra i giovani”.
1. Gaetano ha scritto:
6 marzo 2016 alle 14:38