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luglio

TG3 SURREALE: VA IN ONDA L’ELOGIO STRAPPALACRIME DI VAROUFAKIS (VIDEO)

Tg3, Varoufakis

Cantami, o Diva, le gesta eroiche del greco Varoufakis. L’elogio mandato in onda dal Tg3 non ha bisogno di parafrasi: troppo perfetto per essere contaminato. Troppo surreale per essere spiegato. Ieri, dopo le dimissioni del ministro delle finanze greco, il notiziario diretto da Bianca Berlinguer ha trasmesso un servizio strappalacrime per celebrare la sofferta abdicazione. Tale scelta, avvenuta per aiutare il premier ellenico Tsipras nelle trattative con l’Eurogruppo, pare abbia commosso la redazione di Rai3, che raramente aveva raggiunto altitudini apologetiche così elevate. Ascoltare per credere.

Tg3, l’elogio di Varoufakis

Una musichetta toccante – addirittura le Variazioni Goldberg di Bach – ha aperto il servizio realizzato da Vito Maria Accardo, che meriterebbe la candidatura a qualche premio letterario. Sentite l’incipit poetico:

Se n’è andato per aiutare, per aiutare Tsipras a trovare un accordo. Se n’è andato orgogliosamente, come fanno i protagonisti dei film che si sacrificano per far vivere gli altri felici e contenti. Ha un nome così un nome così greco che più greco non si può, ma più da contadino o partigiano che da armatore

E siamo solo all’inizio…

Sguardo malandrino con effetto micidiale sulle donne” ci racconta il Tg3, aggiungendo che Varoufakis “risulta simpatico anche agli ai più idiosincratici tra gli uomini“. Mezza Europa attende di capire quali saranno i risvolti delle sue scelte politiche, ma a Rai3 non hanno dubbi: il ‘compagno’ Yanis è già un eroe.

Alcuni titoli delle sue pubblicazioni risultano profetici” prosegue il servizio del Tg3, che si sofferma poi sullo stile informale del politico. Ed è di nuovo poesia con effetto comico:

Indossa tranquillamente la camicia, spesso viola, fuori dai pantaloni, e non disdegna una comoda t-shirt nei momenti cruciali. Gira in moto, bella moto, inforcata bene come sanno quelli che amano le moto. Eclettico, è stato pure consulente di un’azienda di videogames. Uno che non se la tira, un tipo tosto ma competente

A questo punto il telespettatore non sa se sganasciarsi dalle risate o commuoversi. Ma non fa in tempo ad elaborare le emozioni, perché la chiusura del servizio è da applausi. “Lo rivedremo presto, probabilmente in America, magari sotto il Grand Canyon, sicuramente in moto, su una lingua d’asfalto“. Tutto vero, tutto andato in onda su un telegiornale del servizio pubblico.

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15 Commenti dei lettori »

1. BohBeh ha scritto:

7 luglio 2015 alle 11:33

da videogiocatore ho sempre voluto sapere se faceva il piantagrane alla corte di Gabe Newell (a quanto pare Varu-coso faceva il consulente per la Valve)



2. kalinda ha scritto:

7 luglio 2015 alle 11:39

Bono è bono.



3. ellen ha scritto:

7 luglio 2015 alle 11:56

I compognai del TG3, sempre nostalgici del comunismo, piangono l’orrendo Frankenstein greco che aveva resuscitato e risvegliato i loro ormoni.



4. Giovanni ha scritto:

7 luglio 2015 alle 12:13

Ma qualcosa più di parte no? Non dovrebbe essere TV di stato?



5. ellen ha scritto:

7 luglio 2015 alle 12:22

Tra l’altro segnalo i “divertentissimi” servizi dall’Europarlamento firmati dalla pasionaria Giuseppina Paterniti, praticamente in lutto ed in crisi di identità dopo che la “sua” Grecia ha messo in discussione l’Europa. La poverina, da sempre inviata antiberlusconiana ed oggi palesemente sostenitrice dell’idea dell’Europa barbara-spinelliana, abituata a confezionare dei servizietti avvelenati per chi mette in discussione la “sua” Europa, appare oggi disorientata dalle scelte del compagno Tsipras e non sa più a chi aggrapparsi, annaspando nel cercare di salvare l’immagine di questa “sua” sinistra greca ed in più di un’occasione ha dato l’impressione di stare per piangere, tali erano i conflitti interiori che l’assalivano nel dover dare certe notizie.



6. Phaeton ha scritto:

7 luglio 2015 alle 12:33

E dove sarebbe il problema? Un buon giornale deve fare anche servizi con opinioni chiare, l’importante è che le dia tutte. In Italia abbiamo per fortuna tantissimi giornali e telegiornali, pubblici e privati, che esprimono anche altre opinioni, non vedo dunque quale sia il problema!

Poi, per me, in paese migliore e più giusto, Bianca Berlinguer sarebbe il direttore del TG1, ma questo è un altro discorso!



7. Michele87 ha scritto:

7 luglio 2015 alle 14:01

E poi criticavano Emilio Fede, almeno lui era onestamente schierato non faceva finta di non esserlo come questi qua del TG3

Questo servizio è degno della tv di stato della Corea del Nord, al quale la Berlinguer evidentemente si ispira TG3 VERGOGNA NAZIONALE DAL 1987



8. giovannicori ha scritto:

7 luglio 2015 alle 14:14

Tanto il tg3 lo vedono in 4, possono mandare in onda quello che vogliono.

C’è chi dice “perfortuna che in Italia abbiamo tanti tg…”, peccato che sono una la brutta copia dell’altro, quasi tutti facilmente intercambiali tra di loro.



9. VivaPaolaPerego ha scritto:

7 luglio 2015 alle 14:39

Bono <3



10. Nina ha scritto:

7 luglio 2015 alle 15:45

Ciao Marco, bellissimo articolo!

@ellen: fantastica!



11. Giuseppe ha scritto:

7 luglio 2015 alle 16:24

Marco, Tg3 a parte, ma non ti piace Varoufakis?



12. Davide ha scritto:

7 luglio 2015 alle 16:36

Bianca Berlinguer al TG1? Ahahahah rendiamolo più comunista di quanto non lo sia ora.



13. marco urli ha scritto:

7 luglio 2015 alle 17:41

I nipotini di Stalin non cambiano mai.
Quando celebreremo il funerale della tv pubblica?



14. Marco Leardi ha scritto:

7 luglio 2015 alle 19:57

@Nina. ciao e grazie, Nina.

@Giuseppe. In Grecia ha vinto la democrazia, ma i facili entusiasmi non mi convincono (mi ricordano tanto quelli della primavera araba)…



15. Giuseppe ha scritto:

8 luglio 2015 alle 06:50

Marco, la primavera araba era pilotata, lo scenario politico greco un po’ meno. Comunque, secondo me, la soluzione di tanti problemi risiederebbe solo nella realizzazione degli Stati Uniti d’Europa.

P.S. Quel servizio del Tg3 non è tanto il frutto di una “deformazione” politica quanto di una tendenza di tutti i media rispetto al “caso Varoufakis”.



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