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BRUNO VESPA: “TWEET DI RENZI IRRITUALE”. GIULIA INNOCENZI ALL’ATTACCO: “LUI NEI TALK CI E’ NATO”

di Massimo Falcioni

29/01/2015 - 11:35

BRUNO VESPA: “TWEET DI RENZI IRRITUALE”. GIULIA INNOCENZI ALL’ATTACCO: “LUI NEI TALK CI E’ NATO”
Bruno Vespa - Invasioni Barbariche
Bruno Vespa - Invasioni Barbariche

La guerra tra Renzi e i talk show non preoccupa Bruno Vespa, che non si sente chiamato in causa dalla furia del Capo del Governo. Ospite de Le Invasioni Barbariche assieme a Giulia Innocenzi, il padrone di casa di Porta a Porta minimizza il peso del tweet pubblicato dal premier lunedì sera.

“Se si rivolgeva a me? E io che c’entro! Chi è al potere non è che proprio ci ami. D’Alema ci chiamava iene dattilografe, Berlusconi si sentiva circondato da giornalisti comunisti. Certo, è irrituale che il Presidente del Consiglio scriva quei tweet”.

Il messaggio incriminato di Renzi era comparso mentre in tv andavano contemporaneamente in onda Quinta Colonna su Rete 4 e Piazza Pulita su La7. Ma l’obiettivo dell’ex rottamatore era ovviamente la trasmissione di Formigli, che proprio in quegli istanti stava disegnando i possibili scenari relativi all’elezione del nuovo inquilino del Colle: “Trame, segreti, finti scoop, balle spaziali e retropensieri: basta una sera alla Tv e finalmente capisci la crisi dei talk show in Italia”. Non pago, aveva rincarato la dose replicando ad un suo follower: “Dobbiamo cambiare modo di raccontare l’Italia e la politica. Non siamo quella roba lì”.

“A Renzi evidentemente quel tipo di talk non piace”, ha proseguito il giornalista aquilano. “Ciascuno di noi fa un programma diverso, ha un suo pubblico, piace ad alcuni e non ad altri. Ci sono diciannove trasmissioni politiche, c’è spazio per tutti”.

Decisamente meno tenera l’osservazione della Innocenzi:

“Mi è sembrato paradossale. Lui nasce in questo genere di programmi. Andava nei talk a parlare male dei suoi dirigenti, dato che non poteva farlo nei tg. Lì ha fatto la sua battaglia e ora che ha il potere ne diventa allergico. Un Presidente non dovrebbe mettere mai le mani sull’informazione, se non per garantirne l’indipendenza”.

Se nel marzo 2001 Berlusconi telefonò in diretta al “Raggio Verde” per sfogare tutta la sua rabbia contro Michele Santoro (era candidato alla presidenza, non ancora in carica), quattordici anni dopo la storia si ripete ma a suon di cinguettii. Tecnologie che mutano ed evolvono. All’epoca occorreva chiamare il centralino e farsi mandare in diretta, ora bastano 140 caratteri.

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