Con quasi 6 milioni e mezzo di spettatori (6.478.000) e il 26,97% di share, il nuovo Scherzi a Parte di Paolo Bonolis e Le Iene è senza alcun dubbio – almeno fino ad oggi – il successo televisivo della stagione in corso. Numeri del genere sembra(va)no diventati quasi un’eccezione per la tv di questi tempi, figuriamoci per la prima serata di Canale 5, che dallo scorso settembre vive un’annata tutt’altro che da incorniciare. Lunedì prossimo, dunque, gli scherzi tornano in onda con la seconda ed ultima puntata, in vista di una inevitabile nuova edizione (già annunciata dal direttore della rete Giancarlo Scheri).
Il conduttore, che nel frattempo si è legato a Mediaset per altri due anni, ha saputo nuovamente brillare in un format che vanta già tredici edizioni (e che mancava da tre anni, dopo la brutta edizione del 2012 targata Luca e Paolo). E in una tv che poco investe e poco rischia come quella di oggi, preferendo puntare sull’usato sicuro (ma non sempre garantito), l’estro di chi sa rispolverare un prodotto, rendendolo “nuovo” e vincente, è quanto di meglio possano desiderare gli addetti ai lavori. E Bonolis lo sa:
“Vorrei ragionarci ancora un po’, ci saranno altre cose (che farò a Mediaset, ndDM) ma la sperimentazione non garantisce l’efficacia commerciale – dichiara il conduttore a Repubblica – La prima cosa che ti chiedono è: ‘E se poi non funziona?’. Questo vale per la Rai e per Mediaset. Chi deve investire denaro cerca garanzie”.
Paolo Bonolis: “Il restyling funziona”
Un format (come è Scherzi a Parte) che ha fatto la storia, più o meno recente, della tv commerciale sembra essere per Paolo Bonolis il punto da dove ripartire:
“Il restyling funziona, bisogna innovare nel linguaggio e nel ritmo, con Scherzi a Parte abbiamo lavorato su un disegno precedente, fastoso, rendendolo contemporaneo. Il linguaggio non è quello di dieci anni fa, tutto cambia [...] Se riesci a raccontare la varietà di ciò che ti circonda hai imboccato la via giusta. Il varietà non è morto, si tratta di renderlo contemporaneo“.
Ma quali programmi, secondo voi, si potrebbero riproporre attualizzandoli?
1. Tommi ha scritto:
16 gennaio 2015 alle 13:52