Non c’è trono rosa a Uomini e donne senza litigata: è un fatto talmente assodato da essere ormai entrato tra i proverbi della saggezza popolare. Ed è così che anche le nuove troniste non si sottraggono alla tradizione storica del veleno incrociato, rinfacciandosi complessi di inferiorità, scatenandosi in ripicche incrociate a più non posso.
Il motivo della contesa è il solito atteggiamento scemotto di Laura, la tronista bionda oggi accofanata alla Barbara Alberti, con le classiche moine di chi fa la parte della brava ragazza,ma che però nei momenti di meno controllo lascia trasparire una carica molto meno rigida, sciogliendosi da quella costruita voglia di non essere giudicata male.
Monica, nonostante le pratiche yoga per non esprimere tutto il suo fastidio per la collega di avventura, non resiste più e nel suo consueto, coloritissimo modo spiattella a Laura il suo malumore dandole della smorfiosetta finta, talmente vuota da esultare come una ragazza pon-pon ad ogni uomo-pallina che può spostare nel suo pallottoliere.
Recuperando una preziosa perla filosofica dell’allora tronista Karim Capuano che invitava a diffidare delle donne abbigliate con gonne lunghe ma dimentiche delle mutande, nel caso di Laura sembra di trovarci proprio davanti a tale ambiguità. E le vecchie volpi del pubblico l’hanno capito ben presto, a parte la signora Amalia che come al solito nelle sue introspezioni, che vogliono sembrare ricercate nel lessico e nell’analisi, dimostra di aver visto un’altra trasmissione in un mondo forse parallelo.
Risulta infatti paradossale nella gestione del trono da parte di Laura quell’atteggiamento da liceale che si infastidisce per un tocco di mano o per un’avvisaglia di minimo contatto, che non guarda all’aspetto fisico quando, poi, da più particolari biografici e dai piccoli lapsus durante i suoi discorsi da collegiale emerge tutta la dimensione di ragazza maliziosetta che alla fine cerca il bellimbusto di turno. Presa dalle sue ansie di autocensura non è stata nemmeno capace di comprendere il poco interesse del corteggiatore Franco Villa, che nel frattempo domani sera inizierà a lavorare come spiato in una vetrina (leggi qui).
Non basta l’occhiale alla Arisa e il grembiale scuro. Lo sguardo dice più delle parole che la ragazza prova a costruire per portare avanti un’immagine di sé molto diversa dalla sua realtà, per nulla scandalosa tra l’altro, trattandosi solo di una normale ragazza del Nord abbastanza emancipata e in grado di portare avanti un modello di femminilità diffuso, vero ed assolutamente contemporaneo.
1. chris83tp ha scritto:
13 ottobre 2009 alle 18:41