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Doppio Gioco è la miglior serie Mediaset della stagione
di Stefania Stefanelli
28/05/2025 - 11:27
© US Mediaset
4 /5
“Il meglio deve ancora venire“, canta Ligabue, e quella canzone questa mattina possiamo dedicarla a Canale 5. Che ieri sera ha lanciato la sua ultima fatica seriale, Doppio Gioco, che non ha brillato in fatto di ascolti ma è senza ombra di dubbio il titolo più interessante tra quelli proposti al proprio pubblico in questa stagione. E forse non soltanto in questa.
La serie prodotta da RTI e Fabula Pictures è forte: originale, avvincente, diversa dalle solite e se questo si poteva già intuire sulla carta, la resa scenica lo ha confermato. Ad Alessandra Mastronardi ha giovato scrollarsi di dosso l’aura da “santarellina” e sporcarsi un po’ con un personaggio borderline, al quale è riuscita a dar vita in modo impeccabile, risultando scanzonata e allo stesso tempo intensa.
Doppio Gioco, una serie che meritava di più
Tutto il cast funziona e fa piacere notare che Max Tortora, pur nei panni di un criminale pericoloso e ricercato, non perde la sua ironia e rimane se stesso; ottime le interpretazioni di Domenico Diele, Simone Liberati e Kyshan Wilson, che sostengono i protagonisti arricchendo di emozioni il racconto.
Racconto che, nonostante si muova in un contesto non esattamente familiare per il grande pubblico quale può essere il gioco d’azzardo, scatena grande empatia. E poi, pur essendo una spy story, risulta molto credibile, merito di una sceneggiatura chiara e fluida che non lascia mai distrarre lo spettatore.
L’unico appunto da fare riguarda l’identità di Gemini (Max Tortora), fin da subito riconosciuto da Daria (la Mastronardi) e dal pubblico come il padre che lei credeva morto, e non per qualche piccolo dettaglio: nei flashback è proprio Tortora ad interpretarlo, dunque il personaggio (vivaddio!) non ha cambiato aspetto per un intervento di chirurgia plastica, e non si capisce come possano non averlo riconosciuto gli altri storici giocatori di poker con i quali ha condiviso i tavoli da gioco. Soprattutto, perchè lui non ha riconosciuto la figlia? Forse ha perso la memoria? Forse non è il padre ma uno zio gemello? Abbiamo una gran voglia di scoprirlo.
In un contesto televisivo in cui ormai ci saranno solo repliche – con la fine di Gerri, sulla Rai terranno banco i vecchi Don Matteo, Lolita Lobosco e Màkari – per il pubblico è bello poter contare su un prodotto fresco come Doppio Gioco. Ma è un po’ meno bello per il prodotto stesso – come abbiamo già sottolineato ieri a bocce ferme – perchè meritava di essere valorizzato di più.