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Good American Family, una storia vera che genera adrenalinica frustrazione

Stefania Stefanelli

di Stefania Stefanelli

10/04/2025 - 16:37

Good American Family, una storia vera che genera adrenalinica frustrazione

© US Disney+

3.8 /5

Che la realtà superi spesso la fantasia, è ormai la triste normalità. Ma quella raccontata nella nuova serie Disney+ Good American Family è una vicenda che ha davvero dell’incredibile, soprattutto perchè confezionata in modo tale da sembrare quasi un horror, piuttosto che un true crime.

La vera storia di Natalia Grace

La storia è questa: nel 2010 una coppia con tre figli adotta una bambina affetta da nanismo, ma i suoi comportamenti e la procedura non convenzionale dell’adozione li spingono a pensare che Natalia Grace (Imogen Faith Reid) sia molto più grande di quanto dice e anni dopo un Tribunale dà loro ragione. Ragion per cui, considerandola adulta, le prendono un appartamento e cambiano Stato, dando vita ad una battaglia legale che solo nel 2023 appurerà la non veridicità dei fatti: Natalia era davvero una bambina che i genitori adottivi hanno abbandonato, non pagandone neanche le conseguenze.

La serie usa un approccio intelligente, raccontando nei primi cinque episodi i fatti dal punto di vista della madre Kristine (Ellen Pompeo), che si accorge subito della pericolosità di Natalia e arriva a temere per la propria vita, scontrandosi contro un marito che non le crede e dal quale arriverà a separarsi. Negli ultimi tre, che saranno rilasciati di martedì in martedì, si conoscerà molto probabilmente il punto di vista della ragazza.

Il modo in cui i personaggi vengono manipolati e spinti a prendere decisioni importanti senza attenta riflessione, quello in cui a loro volta rimescolano gli eventi e l’inquietante interpretazione di Imogen Faith Reid, creano un mix di ansia, rabbia, incredulità e frustrazione. Che da un parte è quasi respingente, dall’altra tiene incollati allo schermo.

Molto coraggiosa, infine, la scelta di Ellen Pompeo di affidarsi ad un ruolo così scomodo per uscire dopo vent’anni dai panni di Meredith Grey: una vera e propria terapia d’urto, considerato che Kristine Barnett è stata a suo modo una celebrità, ha scritto libri per poi spaccare l’opinione pubblica americana con questa vicenda personale.

Che ha aiutato l’attrice, capace di tenere sempre vivo un alone di forte ambiguità intorno al suo personaggio, a tirare fuori finalmente nuove corde.

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