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Massimo Giletti, confermato a La7, languisce solo per la Rai: «E’ la mia casa, ci penso sempre»
di Marco Leardi
05/08/2018 - 11:20

Ma Massimo Giletti è contento di stare a La7 o vive la sua esperienza terzopolista come un ripiego forzato? La domanda sorge facile facile, anche perché la posizione del conduttore sta diventando persino imbarazzante. Per l’editore Urbano Cairo, ovviamente. Ad ogni intervista che rilascia, infatti, il riccioluto presentatore di Non è L’Arena non perde l’occasione di ribadire il proprio rammarico per non essere in Rai, con dichiarazioni che oscillano tra il nostalgico e il sentimentale. Con buona pace dell’imprenditore piemontese, che lo vorrebbe con sé a lungo termine.
In ordine di tempo, l’ultima serenata al servizio pubblico, il conduttore di La7 l’ha intonata in una recente intervista ad Avvenire. A poche settimane dal suo ritorno in onda sulla rete terzopolista, fissato per settembre, Giletti è tornato a languire di nostalgia per la Rai.
“Ci penso sempre e quando passo a Viale Mazzini non posso fare a meno di alzare lo sguardo verso quelle finestre. Provo un sentimento strano, un misto di amarezza e di amore. Amarezza perché ho provato sulla mia pelle che basta una persona per decidere cosa deve succedere a un conduttore con ventisette anni di azienda alle spalle senza che nessuno muova un dito. Amore per le tante persone con cui ho lavorato, quel mondo lo porto dentro di me“
ha dichiarato. E la conversazione con il giornalista di turno, guarda caso, alla fine anche stavolta è andata a ricadere proprio lì:
“Vuole sapere se penso di tornare in Rai? Le rispondo con le parole di Urbano Cairo che ha detto: ‘Per Giletti è pronto un contratto di cinque anni ma non credo che lo firmerà’. Sono ancora un uomo di sentimenti e sono contento di provare emozioni. La Rai è la mia casa, ho sempre rifiutato tutte le altre proposte che mi sono arrivate quindi… boh!“.
Tra le righe, più o meno esplicitamente, il riferimento ad un ritorno eventuale sul servizio pubblico non manca mai. Il che poteva essere comprensibile agli inizi, nei primi mesi successivi all’addio forzato all’azienda di Viale Mazzini, ma non ora, dopo oltre un anno e dopo una riconferma nel palinsesto di La7.
Lo stesso Cairo, per l’appunto, in tempi non sospetti aveva manifestato la volontà di blindare il conduttore a La7 con un contratto quinquennale. Che Giletti gli risponda indirettamente definendo la Rai ‘casa sua’ è quantomeno anomalo. Del resto, può un conduttore lavorare per un’emittente e lamentarsi per non essere su un’altra? A questo punto, il brizzolato mattatore di Non è L’Arena faccia un atto di onestà e lo dica chiaramente: La7 mi va un po’ stretta, voglio tornare in Rai.
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Nina dice:
Saviano viene deriso per le sciocchezze che dice non per la lotta alla mafia, su quella siamo tutti d'accordo credo, tranne i mafiosi. La cosa del pubblico di Uomini e Donne non l'ho capita, ma non sono erudita di quel genere di programmi.
Patrick dice:
Saviano è una persona che sta cercando di contrastare la mafia, ma a quanto pare in Italia quando qualcuno cerca di fare qualcosa contro la criminalità deve venire per forza deriso da tutti, questa è la cosa assurda. Indegno è che tu non ti renda conto di queste cose, cara Nina. Ma capisco l'effetto da pubblico di Uomini e Donne sia efficace per il puro gusto di fare polemica.
Nina dice:
Certo che è becchime per gonzi, politicamente corretto però. Ma dove lo leggi l'insulto nelle cose che hai riportato? La ridicolaggine di quella testata non ha limite (soprattutto nelle sottolineature che vorrebbero essere ironiche "lui è amico dei gay" ma risultano di un patetico nel 2018). Poi mi citi Saviano, e che è Saviano l'oracolo? Sempre il solito disprezzo "al soldo". E tu di chi sei al soldo per comportarti in maniera così acritica da sfiorare il grottesco, copiando ed incollando cose assurde? Caro Patrick qui di indegno c'è solo chi ha scritto quelle cose che tu hai riportato.
Patrick dice:
Opinioni? Becchime per gonzi? No cara Nina, le opinioni sono ben altra cosa, mi dispiace, non te la passo e non la accetto. Questa persona è INDEGNA a ricoprire questo ruolo, e soprattutto un presidente Rai è inaccettabile che sia schierato politicamente in quello che si sta professando il governo del cambiamento, perché di cambiamento dobbiamo vederne ancora uno da quando ci governano sta manica di ridicoli.
Nina dice:
Patrick: quello che immaginavo il solito becchime per Gonzi. Le posizioni di foa non sono insulti ma opinioni. Cosa che, dalle parti di repubblica, non sono accettabili
Patrick dice:
Roxy scriverebbe cose sacrosante? Sono mesi che si invoca un presidente rai non politicizzato, e il candidato sarebbe uno schierato politicamente e apertamente a destra? No, direi che siete decisamente fuori strada.
Patrick dice:
Cara Nina, esiste Google. Non posso linkare articoli quindi faccio copia-incolla: "Foa si è distinto, nel corso degli ultimi anni, per una malcelata vicinanza con realtà sovraniste e di estrema destra, che non mancava mai di condividere e retwittare sui suoi profili social. A cominciare dai «post di Francesca Totolo» come riporta Repubblica, che ricostruisce la sua carriera e la sua ascesa. Per chi non lo sapesse ancora, questa gentile signora è «la cosiddetta “patriota” e sostenitrice di Matteo Salvini, autrice tra l’altro della fake news sulle unghie laccate di Josefa». La stessa che Saviano, in un suo tweet, definisce «al soldo di Casapound». E se pensate che sia già abbastanza, vi sbagliate di grosso. l 23 marzo 2015, nel suo blog sul Giornale, Foa scriveva: «Nel mondo occidentale si diffonde sempre di più la cosiddetta ideologia gender (in italiano identità di genere) che in nome di una causa apparentemente sacrosanta, quella della lotta alla discriminazione sessuale, impone norme di comportamento ed educative estreme». Ovviamente, tra queste, quella di travestire contro la loro volontà i maschi da femmine e obbligare queste ultime a fare «giochi di ruolo decisamente maschili». Il tutto, manco a dirlo, «in difesa dei diritti degli omosessuali». Ma non vi venga in mente che lui sia omofobo: ha tanti amici gay. Anche lui. Foa avrà tanti amici gay, di cui se ne infischia evidentemente, se qualche mese dopo (22 giugno 2015) scrive un altro post in cui loda il Family day – quello messo in piedi contro le unioni civili – e ritorna a condannare l’ideologia gender «volta a inibire la propria naturale sessualità e la forma più ovvia, elementare, naturale di associazione tra umani: quella della famiglia con un padre e una madre. Una normalissima famiglia eterosessuale». Da che parte pesa la bilancia della normalità, per Foa, è dunque più che evidente. Le persone trans, invece, non devono essergli molto simpatiche. «So di andare controcorrente» scrive il 23 febbraio dello scorso anno «ma a mio giudizio vero scandalo non è che Trump elimini i bagni transgender nelle scuole ma che l’Amministrazione Obama li avesse introdotti». Per non scongiurare di essere tacciato di pregiudizi, lui ribadisce la sua posizione: «Difendo i diritti dei gay» tuona ancora «ma mi oppongo alle strumentalizzazioni Lgbt il cui scopo non è di proteggere una minoranza perseguitata» ovviamente, ma di «promuovere un’operazione di ingegneria sociale». Siamo i soliti, non c’è che dire." Credo di aver ampiamente risposto alla domanda "cosa vuol dire insultare le minoranze", e spiegato perché questa persona è INDEGNA del ruolo che gli si vorrebbe affidare.
Nina dice:
Scusate io non mi sono "LAMENTATA" semplicemente non riesco a capire questo eccesso di sentimentalismo. Patrich, poi parli tu, che continuamente ti lamenti di Roxy. (la quale scrive cose sacrosante) Adesso che ti ritrovo volevo chiederti che cavolo vuol dire "insultare le minoranze"?
Patrick dice:
Ammazza Nina, ma l'unica cosa che sai fare qui è lamentarti dei commenti altrui? Passa oltre, tanto qua ognuno scrive ciò che vuole, che ti piaccia o meno.