Vietato l’uso di armi



10
novembre

IL MINISTERO DEGLI INTERNI VIETA L’USO DELLE ARMI IN SCENA. SET DELLE FICTION BLOCCATI

"Pulp" Fiction

Aggiornamento di martedì 11 novembre 2014: Il Consiglio dei Ministri ha prorogato i termini di scadenza per l’adeguamento tecnico delle armi di scena sui set al 31 dicembre 2015.

Salvo Montalbano usa la pistola solo se necessario e il vicequestore Domenico Calcaterra ha trovato modi più piacevoli e meno cruenti per fronteggiare la malavita, ovvero andare a letto con tutte le sue esponenti. Ma che Tonio Fortebracci possa affrontare i suoi tanti nemici sparandogli contro bolle di sapone è un’ipotesi alquanto improbabile. Eppure, potrebbe non restargli molta scelta.

Blocco dei set in Italia

Come comunica l’Anica – Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive e Multimediali – una direttiva del Ministero degli Interni vieta infatti l’uso di armi di scena sui set cinematografici italiani, sui quali non sarà dunque più possibile girare scene d’azione poliziesche o violente a meno di omettere le armi e, dunque, cadere nel ridicolo. Cosa, questa, che crea un grosso problema ai tanti set attualmente attivi nel nostro paese.

“A partire da oggi ogni fornitura di armi ad uso scenico si ferma, e con essa si fermano tutti i set cinematografici e di fiction d’azione. Le perdite economico/produttive che ne deriveranno al settore si annunciano ingenti. Gli sforzi delle Film Commission, e le finalità delle politiche di incentivazione, volte ad attrarre sul territorio del nostro Paese le produzioni cine audiovisive d’azione, saranno vanificate. Tutto ciò a causa della Legge che regolamenta la detenzione e l’uso delle armi a uso scenico, che ne stabilisce i requisiti tecnici e che indica le procedure per il relativo riconoscimento, ma con norme tecnicamente opinabili, oggettivamente inapplicabili e per di più con termini di attuazione perentori giunti oggi a scadenza. Al momento siamo arrivati solo alla mera stesura, da parte dei competenti Dicasteri, di un testo contenente la proroga dei termini, ma fermo da un mese nel suo iter promulgativo. Risultato: stop alle attività, stop allo sviluppo, stop all’occupazione, stop alla competitività. Il passo del gambero”.

I motivi del “blocco delle armi” sui set italiani

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