
Magnolia
2
novembre
GIORGIO GORI LASCIA LE CARICHE OPERATIVE IN ZODIAK MEDIA GROUP (MAGNOLIA INCLUSA)

Giorgio Gori
Giorgio Gori ha lasciato con decorrenza odierna la carica di CEO di Zodiak South Europe & America Latina nell’ambito di Zodiak Media Group (ZMG), società leader internazionale nella produzione e distribuzione di contenuti per la televisione e i nuovi media, e le cariche di Presidente di Magnolia e di Zodiak Active.
La decisione di lasciare gli incarichi di cui sopra è stata motivata da Giorgio Gori dal desiderio di intraprendere nuove sfide professionali in ambiti diversi dal settore “Media“, attività che lo ha visto protagonista e top manager per tanti anni.
“Lascio gli incarichi esecutivi - ha dichiarato Gori – con il completamento di questa fase di sviluppo del Gruppo per intraprendere nuovi percorsi professionali. Ringrazio sia il Gruppo De Agostini per la fiducia cha mi ha accordato in questi anni e per l’opportunità avuta di partecipare attivamente ad un progetto strategico stimolante quale la costruzione di Zodiak Media, sia David Frank per il lavoro svolto assieme in questo ambito. Vorrei ringraziare anche tutti i miei collaboratori che hanno vissuto con me l’entusiasmante esperienza di questi anni. Resterò comunque vicino a questo Gruppo, assicurando il mio contributo nel ruolo di Consigliere del Board di Zodiak Media.”
Giorgio Gori rimarrà nel board di Zodiak Media Group come consigliere e resterà azionista della società.


11
agosto
GIORGIO GORI: LA DIRETTA E’ L’ARMA DI RAI E MEDIASET PER COMBATTERE LA FRAMMENTAZIONE

Giorgio Gori
Quale sarà il futuro prossimo della tv generalista? Riuscirà a sopravvivere al passaggio completo dall’analogico al digitale, oppure l’emorragia di ascolti è ormai inarrestabile? Ne parla Giorgio Gori, uno che di tv se ne intende: ex direttore di Canale 5 e Italia 1, proposto da Santoro come direttore di una delle tre reti Rai, ma soprattutto a capo di Magnolia, la casa di produzione che, tra i tanti, ha firmato programmi di successo come L’Isola dei Famosi.
“Al duopolio Rai-Mediaset ha già posto fine il satellite con Sky – ha dichiarato il produttore a L’Eco di Bergamo – mentre la crescita de La7 va verificata nei prossimi anni (…) Però Rai e Mediaset sono egemoni anche sul digitale terrestre. Prima c’erano 6 canali, 3 contro 3. Ora questi 6 canali si trovano circondati da una pluralità di reti, dentro e fuori i rispettivi gruppi: la concorrenza è anche interna, con le nuove reti che assorbono il pubblico perso dai canali storici, e mantengono in equilibrio le rispettive quote di mercato”.
Insomma, le due grandi aziende hanno da un lato saputo adeguarsi all’evoluzione della tv, pur registrando un calo in quei sei canali del telecomando che oggi non rappresentano più la sola offerta di mercato. E la perdita di ascolti, secondo Gori, è un fenomeno destinato a continuare, ma non è detto che Rai e Mediaset perdano centralità:
“Con Vieni via con me, Fabio Fazio e Roberto Saviano hanno indicato una direzione: il pubblico si riunisce intorno ad appuntamenti forti, che catalizzano il dibattito interagendo con la realtà del Paese e l’informazione”.
Ruolo, questo, che viene svolto principalmente dagli eventi sportivi (Nazionale di calcio e Formula 1 su tutti), vera garanzia di successo per la tv di Stato. E l’intrattenimento?


29
luglio
ISOLA DEI FAMOSI: IN SPAGNA LA FINALE BATTE TUTTI I RECORD D’ASCOLTO (38.8%). UN MOTIVO PER LA RICONFERMA IN RAI?

Supervivientes finale
Chissà cosa ne penseranno al settimo piano di Viale Mazzini. La tanto “tormentata” Isola dei Famosi - format per il quale la Rai ancora non si decide a far valere l’opzione in scadenza a settembre - in Spagna, con un formato pressochè identico, prodotto dalla stessa Magnolia, ha letteralmente sbancato gli ascolti.
L’ultima puntata di Supervivientes trasmessa ieri – che ha visto trionfare in una finale interamente al femminile Rosa Benito, collaboratrice del contenitore pomeridiano Salvame e cognata di Rocio Jurado, gloriosa cantante spagnola scomparsa nel 2006 – ha tenuto incollati per più di tre ore 4.473.000 spettatori per uno share record del 38.8% e picchi del 70%, con il 98.5% dell’audience televisiva della serata che ha visto la finale per almeno un minuto. Trattasi del risultato più elevato per la finale di un reality dal 2002 (Gran Hermano quest’anno ha salutato gli spettatori con uno share del 22.2%).
Grazie ai dati della finale dell’Isola dei Famosi, Telecinco ha registrato il 24.1% di share nelle 24 ore (il cumulato mensile di luglio è un ottimo 15.8%), risultato più alto dal 2007 (se si escludono giorni in cui erano in onda eventi sportivi di richiamo), parimenti per avere numeri così elevati in prime time (25.2%) e in seconda serata (50.9%) bisogna risalire rispettivamente al 2008 e al 2004. Nel complesso l’edizione numero 12 è stata la più seguita con una media pari al 27.8% di share e un incremento di oltre 10 punti di share rispetto a quella precedente.


25
luglio
STEFANO ORSUCCI, HEAD OF DEVELOPMENT & INTERNATIONAL FORMATS DI MAGNOLIA, A DM: ECCO PERCHE’ UN MINUTO PER VINCERE NON E’ LA COPIA DE IL CUBO. XFACTOR 5, MENO NAZIONALPOPOLARE E STESSO BUDGET. ENZO E CARLA PRONTI PER SHOPPING NIGHT.

Stefano Orsucci
Un Minuto per vincere clone de Il Cubo? Per Magnolia la risposta è un “no” secco. In seguito al nostro articolo che sollevava la questione, Stefano Orsucci, head of development and international formats di Magnolia, ha scelto di intervenire su queste pagine per spiegare le differenze intercorrenti tra i due format. Un’occasione utile per una chiacchierata a 360 gradi con l’ex direttore dei canali intrattenimento Sky, da 11 mesi nella società del gruppo Zodiak: dal mercato mondiale dei format a Shopping Night, la nuova sfida di Enzo e Carla per Real Time che ci rivela in anteprima, passando per il beffardo destino di Parenti Talenti e naturalmente XFactor, alle prese con il debutto su SkyUno, MasterChef, programma di punta di Cielo, e l’Isola dei Famosi.
Minute to win it e The Cube: due format differenti per te. Perchè?
Sì. The Cube è un gioco molto tecnologico, con un cubo tridimensionale in studio. E’ spettacolare e, allo stesso tempo, di grande tensione. I partecipanti sono fisicati, è una cosa un po’ da superuomini mentre la filosofia di Un minuto per vincere è: “tutti possono farcela”. Si tratta di un gioco per famiglie per il preserale di Rai1, molto moderno, dove ci si allena a casa con oggetti quotidiani per una prova che è un po’ come quelle che si facevano da piccoli. Non c’è stata nessun tipo di contaminazione tra i due format tant’è che in Inghilterra Itv manderà in onda anche Minute to Win it. Se fosse stata una copia questo non accadrebbe.
Sembra che alla base ci sia un’idea simile ma declinata in maniera differente…
Ci sono delle prove da eseguire in un tempo stabilito e si vincono dei soldi, ma queste sono molto differenti come dicevo.
E se la versione italiana di The Cube fosse più semplice, magari improntata all’ironia, data la presenza di Mammucari, cosa accadrebbe?
L’hanno registrato sul set inglese che è futuristico per cui penso che sarebbe stato difficile farne una versione semplificata. Poi è chiaro che Teo abbia un approccio più scanzonato ma non credo che si assomiglieranno. Anzi, non si assomigliano.
Chi ha acquistato per primo il format?
Noi. Come MasterChef, ‘Minute to win it’ è un format di Shine, società che Magnolia rappresenta in Italia e con cui abbiamo un rapporto privilegiato.
MasterChef si inserisce in un filone, quello della cucina, del quale si inizia ad abusare…
La differenza fondamentale tra questo e gli altri programmi di cucina è l’elemento aspirazionale. Master Chef è l’XFactor della cucina: se tu hai sempre desiderato fare lo chef e ti ritieni bravo ma nella vita fai altro, grazie alla televisione puoi realizzare il tuo sogno. Si parte da un grande casting per poi seguire una liturgia che in 3 mesi, grazie ai coach e ai giudici, punta a far crescere professionalmente i concorrenti.

