Luigi Gubitosi



17
ottobre

GUBITOSI DIFENDE FAZIO:”E’ EQUILIBRATO”. BRUNETTA CHIEDE LE DIMISSIONI DEL DG RAI

Renato Brunetta, Che tempo che fa

Serrato botta e risposta a distanza tra Luigi Gubitosi e Renato Brunetta, protagonista di una insistente campagna contro gli stipendi d’oro nella tv pubblica. Il Direttore Generale della Rai, nello specifico, ha preso le difese di Fabio Fazio, che era stato punzecchiato dall’esponente Pdl in merito ai 5,4 milioni di euro previsti dal suo contratto. “Ci sono professionalità, come quella di Fazio ma anche altre, che sono un grande valore per la Rai e per i telespettatori” ha detto Gubitosi, precisando che il conduttore di Che tempo che fa “non è un costo per l’azienda, ma una fonte di profitto e garantisce un’informazione trasparente, seria e di altissima qualità“.

Luigi Gubitosi difende Fabio Fazio

Secondo il top manager di Viale Mazzini, Fazio avrebbe dimostrato il suo equilibrio “invitando sempre tutte le componenti della società e della cultura e dando a ognuno la possibilità, col garbo che lo contraddistingue, di esprimere la propria opinione, anche a chi si è voluto e si vuole presentare al pubblico con inutile aggressività“. Parole, queste ultime, che in molti hanno interpretato come un chiaro riferimento a Brunetta, che domenica scorsa aveva attaccato il conduttore durante l’ospitata nella sua trasmissione. Gubitosi, tuttavia, non è entrato nel merito dei compensi d’oro, riservandosi di affrontare l’argomento in Vigilanza.

Renato Brunetta chiede le dimissioni di Gubitosi

Le dichiarazioni del DG Rai hanno innescato la replica dello stesso Brunetta, che ne ha chiesto le dimissioni.

Non si possono che chiedere le dimissioni del dirigente pubblico di una televisione di servizio pubblico, com’è la Rai, dopo le gravi, inaccettabili dichiarazioni del DG Rai Gubitosi, che ho già censurato nella sede istituzionale della Commissione di Vigilanza. Non è tollerabile che un dirigente pubblico vanti l’equilibrio, il pluralismo e la trasparenza dell’informazione di Che tempo che fa e di Fabio Fazio, in spregio alle sentenze di condanna dell’Authority, che la legge ha preposto a giudicare il rispetto delle regole” ha detto Brunetta.




30
settembre

BEPPE GRILLO IRROMPE IN RAI. ECCO LE SUE RICHIESTE

Beppe Grillo e Roberto Fico, Rai

Un blitz, con tanto di “occupazione” simbolica e comizio improvvisato. Beppe Grillo è arrivato a Viale Mazzini stamane, accolto da una pioggia battente e da un gruppo di giornalisti, in attesa di qualche dichiarazione. Accanto al comico c’erano il Presidente della Commissione di Vigilanza Roberto Fico e alcuni parlamentari del Movimento Cinque Stelle. Il presidio grillino – è stato spiegato – ha avuto lo scopo di rilanciare una delle più note battaglie pentastellate: “la politica e le lobby fuori dalla tv pubblica degli italiani“.

Beppe Grillo e Roberto Fico a colloquio con Luigi Gubitosi

Dopo un breve discorso tenuto davanti al Cavallo di Viale Mazzini, Beppe Grillo e Roberto Fico hanno avuto accesso al settimo piano della sede Rai, per essere ricevuti a colloquio da Direttore Generale Luigi Gubitosi. Al momento, non sono stati resi noti i dettagli dell’incontro. “Il nano con le sue merdose tv non mi interessa. Mi interessa la tv pubblica” aveva strillato il comico genovese poco prima, rispondendo alle domande dei cronisti su Berlusconi e l’attuale situazione politica.

Beppe Grillo vs Enrico Letta

Sempre stamattina, dalle pagine del suo blog, Grillo aveva accusato il premier Enrico Letta di aver “mentito” durante l’intervista rilasciata ieri a Che tempo che fa, su Rai3.

Letta ieri sera dal suo maggiordomo Fabio Fazio ha detto in televisione che è a favore del Mattarellum e che per colpa di Grillo non si è potuto tornare a quella legge. Sappiamo bene, invece, che la verità è l’esatto opposto” ha scritto il comico. E a stretto giro è arrivata la replica del premier.


9
agosto

MISSION: ECCO CHI ‘NON POTEVA NON SAPERE’

Laura Boldrini

D’un tratto, nessuno sapeva oppure non aveva ben capito. Anzi no, stava proprio dormendo: Zzzz. La polemica divampata attorno a Mission, il discusso reality di Rai1 dedicato alla vita nei campi profughi, ha assunto toni grotteschi, degni della miglior commedia dell’equivoco. Dopo essere stato accusato di speculare sul dolore altrui (prima ancora della messa in onda), lo show è stato posto all’indice da alcune associazioni umanitarie ed è stato oggetto di un’interrogazione presentata ai vertici di Viale Mazzini. Nei giorni scorsi si è cercato di capire chi ne avesse approvato la realizzazione o ne fosse solo a conoscenza, ma figurarsi: all’improvviso, il programma sembrava apparso in palinsesto per puro caso, all’insaputa dei più. Ha avuto così inizio l’antico giuoco dello scaricabarile.

Il progetto di Mission, in realtà, circolava già parecchi mesi ed è poco credibile che ad esserne informati fossero pochi addetti ai lavori. Insomma, per un usare un’espressione d’attualità potremmo dire che qualcuno “non poteva non sapere“, a differenza di quanto dichiara oggi. La Presidente della Camera Laura Boldrini, ad esempio, ha ammesso di aver partecipato “ai primi contatti con la Rai” per la realizzazione del programma in qualità di portavoce dell’Acnur (organo delle Nazioni Unite per i rifugiati), ma ha aggiunto di non essersi più interessata alla trasmissione con l’inizio del mandato istituzionale attualmente ricoperto. “Si pensava ad una operazione di sensibilizzazione, non certo a un reality” ha detto la Boldrini, mettendo le mani avanti e precisando di aver proposto un format “persone comuni, non certo vip“.

Nelle sue parole, il tentativo di smarcarsi dalle polemiche che l’hanno lambita, ma anche un certo snobismo di maniera. Perché mai la solidarietà elargita da “persone comuni” dovrebbe essere diversa o preferibile da quella di un vip? E poi, un personaggio di pubblico richiamo non potrebbe agevolare il lodevole obiettivo della sensibilizzazione? Del resto, proprio l’Onu in più occasioni ha arruolato testimonial vip. In ogni caso, il racconto della Boldrini vacilla, e a smentire la Presidente della Camera sarebbero alcune dichiarazioni rilasciate in un’intervista dal direttore di Rai1 Giancarlo Leone.





2
agosto

FABIO FAZIO: GUBITOSI GLI RIDUCE LO STIPENDIO DA 2 A 1,8 MILIONI DI EURO!

Fabio Fazio

La storia tra Fabio Fazio e l’azienda pubblica sembra quella di una soap opera, fatta di grandi amori, tradimenti, perdoni, ritorni di fiamma e colpi di scena. Dopo essere stato in Rai dal 1983 al 2001 riscuotendo un grandissimo successo con Quelli che il calcio, il conduttore ligure lasciò l’azienda per la sfortunata parentesi di La 7, salvo poi tornare con la coda tra le gambe nel 2003 e ambientarsi pian piano fino a ridiventare uno dei suoi volti di punta.

Adesso che il suo contratto è in scadenza (il prossimo anno), il direttore generale Luigi Gubitosi ha presentato nel Cda di ieri un’informativa sul rinnovo triennale (dal 2014 al 2017). Mossa obbligata visto che Fazio sarà al timone di uno degli eventi mediatici Rai del 2014 ovvero il prossimo Festival di Sanremo, e non si possono correre rischi di improvvisi cambi di scena. Tuttavia – come riporta l’Ansa – la decisione ha creato qualche malumore in alcuni consiglieri di centrodestra in Cda, perché a loro parere presa irritualmente in anticipo.

Il contratto – che prevede anche la conduzione di Che Tempo Che Fa – stabilirebbe una decurtazione del compenso del 10% rispetto al precedente accordo: da 2 milioni euro a “solo” 1.800.000 euro l’anno. Una conseguenza della generale spending review di cui tutti in Rai sono rimasti vittime (e c’è chi se n’è pubblicamente lamentato). Va detto che comunque Fazio rimane il conduttore più pagato in Rai (qui i compensi ufficiosi degli altri big della tv pubblica).


30
giugno

LA VITA IN DIRETTA: NE RESTERA’ SOLO IL NOME, PAROLA DI GUBITOSI

Luigi Gubitosi, DG Rai

Luigi Gubitosi, DG Rai

La Rai sarebbe in una fase di grande innovazione ed evoluzione, stando a quanto dichiarato oggi al Corriere dal direttore generale Luigi Gubitosi. In realtà, anche solo dando uno sguardo veloce ai palinsesti presentati una settimana fa e senza perderci il sonno, tutta questa innovazione non si nota, eccezion fatta per il settore fiction che anche il prossimo anno sarà il cavallo di battaglia della rete ammiraglia.

I cambiamenti riguardano più che altro la struttura interna dell’azienda pubblica: entro la fine del 2013 seicento dipendenti andranno in pensione e Gubitosi annuncia l’assunzione di duecento giovani con il contratto di apprendistato nonché un restyling del settore giornalistico.

Ma la generale politica degli avvicendamenti, che sembrerebbe di poco interesse per il grande pubblico, influenza nei fatti la natura stessa dei programmi, che rischiano di essere completamente stravolti. Questo, stando alle parole di Gubitosi, sarà il caso del fortunato La Vita in diretta, fiore all’occhiello dell’ultima stagione televisiva che ha appena perso, oltre a tutto il resto, anche lo storico autore Daniel Toaff:

La Rai vive un processo evolutivo in cui ogni palinsesto dev’essere migliore del vecchio e peggiore del futuro. Abbiamo contratti con volti noti da rispettare ma formule e contenuti cambiano. De “La vita in diretta” resta solo il nome: autori, conduttore, capostruttura di riferimento, contenuti sono cambiati.





2
maggio

RAI, IL DG GUBITOSI INDICA LA STRADA: CINEMA E NEWS SONO IL FUTURO.

Luigi Gubitosi

Che la Rai, ultimamente, non brilli sul fronte dell’intrattenimento (nel mirino c’è soprattutto la prima serata di Rai 1) è cosa nota. L’era degli show acchiappa ascolti sembra essere un lontano ricordo, che ogni anno riaffiora nella settimana sanremese. Troppo poco. Un’alternativa alla fiction, ad oggi unica àncora di salvezza per la tv di Stato (dal clamoroso successo de Il Commissario Montalbano alla riuscita di Rosso San Valentino, tanto per citare la Rai 1 di questi giorni), va comunque trovata. E il direttore generale Luigi Gubitosi sembra aver individuato in cinema e news la (doppia) soluzione:

“La Rai sta andando bene, c’è stato un salto di qualità nelle news e abbiamo scelto bene i nostri film. C’è stata un’accelerazione importante per Rai News e punteremo sulle news per gli investimenti. Ma ci sono anche 230-240 milioni annui di acquisti in conto Rai e Rai Cinema”.

A tal proposito, la soddisfazione tra i vertici di Viale Mazzini aumenta quando si parla di RaiNews24, il canale all news più seguito dagli italiani, che ha incrementato il proprio bacino di pubblico in occasione della tre-giorni dedicata alle votazioni per l’elezione del “nuovo” Presidente della Repubblica.


11
aprile

RAI, BLITZ DELLA FINANZA: CONTROLLI SUGLI STIPENDI GONFIATI DEI GIORNALISTI

Rai

Aprite: Polizia! In Rai mancava giusto questa. Ieri gli agenti della Finanza hanno fatto ingresso nell’Ufficio del Personale di Viale Mazzini, dove hanno raccolto materiale sugli stipendi dei giornalisti della tv pubblica. Nell’elenco rilevato, pare ci siano anche nomi illustri. Un blitz in piena regola, finalizzato all’accertamento di presunti abusi compiuti da alcuni cronisti, i quali avrebbero beneficiato senza diritto dei surplus per il lavoro festivo e notturno. L’azione si profila come un ampliamento dell’indagine che la Procura di Roma stava compiendo per lo stesso motivo su 35 dipendenti del Tg1. Ora, l’attenzione degli inquirenti coinvolgerà tutte le redazioni Rai.

A riportare la notizia è il quotidiano La Repubblica, che specifica come il calderone fosse stato scoperchiato da una lettera anonima inviata il 21 novembre 2012 al DG Gubitosi, alla Presidente Tarantola, a Monti, Grilli, Zavoli, ma anche alla Corte dei Conti e alla Procura. Nella missiva – firmata “I giornalisti onesti del Tg1″ – si denunciavano presunti abusi di stipendio da parte di 35 cronisti. Il trucco dei furbetti sarebbe stato quello di fingersi al lavoro dopo le 23.30, prima delle 5.30 e nei festivi, così da beneficiare dei surplus in busta paga. Un comportamento, questo, che sarebbe stato attuato con l’aiuto di qualche collega compiacente.

Appresa la segnalazione anonima, il Direttore Generale della Rai aveva avviato un’indagine interna e scansionato i profili di 10 dei 35 dipendenti indicati nella missiva. Tra i furbetti – scrive Repubblica – ci sarebbe anche uno dei più popolari giornalisti del Tg1. Gli accertamenti ordinati da Gubitosi, che avrebbero dato riscontri allarmanti, sono stati però frenati da alcune garanzie sindacali, ma il manager intende andare avanti con i controlli incrociati sugli orari di ingresso ed uscita dai tornelli di Saxa Rubra.


10
aprile

CDA RAI: APPROVATO IL PIANO INDUSTRIALE 2013-2015. MA LA ‘RIVOLUZIONE’ E’ RIMANDATA

Anna Maria Tarantola, Luigi Gubitosi

La rivoluzione prosegue, ma a piccoli passi. Piano piano. I vertici di Viale Mazzini continuano l’opera di rinnovamento della governance aziendale, secondo un piano d’azione che va definendosi col passare dei mesi. Ieri, il Consiglio di Amministrazione presieduto da Anna Maria Tarantola ha approvato all’unanimità il piano industriale 2013-2015 illustrato dal Direttore Generale Luigi Gubitosi. Una mossa, questa, che aggiunge un altro tassello importante alla planimetria della Rai futura.

Secondo il progetto dei ‘tecnici’, l’organigramma della tv pubblica dovrebbe diventare più agile, attraverso una riduzione delle poltrone e una strutturazione in macro aree. A tal proposito, con la votazione di ieri sono state identificate dodici aree di intervento su cui si concentreranno i lavori: pubblicità, ricavi commerciali, ottimizzazione palinsesto, sviluppo all news, rilancio radio, sviluppo web, modello e assetto produttivo, digitalizzazione, revisione processi, risorse umane, assetto immobiliare, efficacia ed efficienza acquisti.

Allo stesso tempo, il CdA di ieri non ha però preso in esame le decisioni più incisive, quelle che riguardano i dettagli della riorganizzazione interna. La loro discussione è rimandata alle prossime settimane, magari in attesa che anche la situazione politica si stabilizzi. Del resto, si sa, gli echi del Palazzo trovano da sempre una particolare risonanza nelle stanze di Viale Mazzini. Anche nell’era dei tecnici.