Elena D’Amario



21
febbraio

AMICI: IL SESTO SERALE LIVE SU DM PER IL TRIBUTO A SCANU E LA RICERCA DELL’EREDE

Occhi puntati stasera sulla sesta puntata di Amici. Tutti attenti ad ascoltare Maria De Filippi sperando che non ci sia il lapsus freudiano: Benvenuti a Sanremo. E’ già sulla bocca di tutti, con la solita guerra intestina tra detrattori pronti a vedere ovunque la congiura e folli sostenitori pronti a sostenere ogni rappresentante del brand. Resta solo da capire se Scanu farà una capatina a Cinecittà virtualmente o fisicamente. Attendesi incipit partiamo con un rvm per omaggiare la storica doppietta del programma.

Veniamo alla puntata però: si deve pur decidere l’erede dei sardi vincenti in riviera. Per questa sera nuova piccola metamorfosi del regolamento: permane il meccanismo di doppia sfida ma stavolta il nome che potranno fare i vincenti è solo uno. La classifica salverà solo il primo classificato. Ultima parola nel ballottaggio di nuovo ai professori. Grazia, a meno di cataclismi dell’ultima ora, sarà viva e vegeta sul palco a litigare con la Celentano. Pierdavide, cantautore giù sulla cresta dell’onda prima ancora della fine dell’anno scolastico, dovrà salutare la sua amata?

Nel parterre stasera anche un ospite illustre come il direttore del Boston Ballet, Mikko Nissinen, che verrà a ricordare come da quest’anno il programma offra una grande possibilità anche ai ballerini, che prima facevano solo da cornice al bel canto. L’attesa è anche per le nuove trovate di Marco Garofalo, le nuove chiccherie di Michele Villanova, i nuovi sacrifici d’amore dei talenti degni dei migliori feuilleton romantici.

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15
febbraio

AMICI: SI GUARDA MA SOPRATTUTTO SI TOCCA. IL GIOCO DELLE COPPIE ELIMINA MICHELE

Una volta la lampada del genio si strofinava, ad Amici per far funzionare quella di Garofalo basta strusciare. E menomale che c’è lui a salvarci dallo straziante codice d’onore delle coppie, che rischia di essere fatale al gradimento di Pierdavide, che intanto fa beccare un bel boato negativo alla complice Emma. Uno che il meccanismo quest’anno l’ha capito bene è proprio il coreografo il cui cognome ha assonanza con il simbolo del Partito Socialista. Con il suo essere perennemente contro la Buon costume della scuola è l’unico capace di ringalluzzire il repertorio e di svegliare gli animi più assopiti. Sfere, incastri vorticosi, chiasmi volanti, nasi birichini: con lo scatenato Garofalo la polvere non dura perché il bacino della ballerina la cattura. Gli ormoni italici ringraziano, la De Filippi confessa senza ipocrisie che in certi momenti non stava proprio pensando al collo del piede di Amilcar.

Sapientino Villanova prova a guadagnarsi anche lui la pagnotta per il prossimo anno imponendosi al centro della scena con le sue glosse dotte, ma con l’unico effetto di fare mettere la barba anche al prezioso cachemire del mantello in cui si avvolgeva il maestro Iancu, per questa occasione in salsa mongola. In tutto ciò, pur non essendoci Rosetta, Maria si diverte come una matta, sgranocchia furbetta la sua caramella e non avendo i baffi fa fatica a nascondere il grande piacere per il ritorno di Luca Jurman, acclamato come il Messia che viene a portare la manna nel deserto creato dallo sterminio di Loretta Attila Martinez. I grafici si divertono un po’ meno, condannati con la storia delle carte ad essere punti per l’eternità, peggio degli ignavi danteschi, dal pungiglione della conduttrice che si lamenta nonostante la velocità di calcolo fin troppo sopraffina dei suoi.

Ad Enrico non basta né il microfono graffitato appositamente per lui dallo sponsor né le insalate e le cintura di San Luca Jurman per centrare i tempi del brano. La cura delle flessioni per ora ha avuto solo l’effetto di pompargli per bene il bicipite per soffiare la fascia del più figo di Livorno ad Aldo Montano. Ma è una serata nel segno dei blu: stravincono la prima manche e dominano la seconda. I due bianchi mandati al ballottaggio finale sono Michele e Pierdavide. E i bellissimi assoli del primo ci fanno capire quanto gridi vendetta il salvataggio di Grazia, sopravvissuta solo in qualità di ‘moglie di’.


14
febbraio

AMICI 9: IL QUINTO SERALE, LIVE SU DAVIDEMAGGIO.IT

Sono rimasti in dieci, cinque allievi per squadra. In gara per i Blu: Enrico Nigiotti, Loredana Errore e Matteo Macchioni per il canto; Rodrigo Almarales Gonzalez insieme ad Elena D’Amario per la danza. La squadra dei Bianchi schiera, invece, Stefano De Martino, Grazia Striano e Michele Barile nel ballo mentre Emma Marrone e Pierdavide Carone per il canto.

Questa sera tornano a contendersi la vittoria della quinta puntata serale di “Amici”, nel tentativo di evitare la perdita di uno dei componenti della propria squadra di appartenenza. In questa fase del programma hanno dovuto abbandonare la scuola in seguito alle sfide perse dalle loro squadre: i cantanti Anna Altieri, Angelo Iossa e Stefanino Maiuolo; insieme a loro, la ballerina Borana Qirjazi.

In commissione, accanto ai professori, siedono anche: per la danza il Maestro Giuseppe Carbone e i coreografi Luciano Cannito e Gheorghe Iancu; per il canto il vocal coach Luca Jurman. Immancabile Mario Coruzzi, in arte Platinette.

E questa sera, a chi toccherà far le valigie e tornare a casa? Lo scopriremo con il nostro LIVE a partire dalle 21. Nel frattempo, i commenti sono già aperti per i pronostici.

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8
febbraio

AMICI 9: IL RITORNO DI MARIA RESUSCITA IL PROGRAMMA. ELIMINATA BORANA. PIERDAVIDE PIGLIATUTTO

Cambiando l’ordine dei fattori, il prodotto cambia: quando di mezzo c’è la De Filippi in gran forma anche la matematica trema e abbandona i suoi dogmi. Basta già vedere la furbizia con cui fa capire che sa benissimo di essere ad Amici (e non a C’è Posta) per dichiarare guerra alla noia e alla melassa delle scorse serate. Si cambia ritmo, e infatti sembra che le tre settimane passate fossero solo dei numeri negativi per rodare la striscia positiva del serale. La scienza esatta per eccellenza ci dice che sempre democrazia dell’alternanza alla fine è, ma almeno il giro sulla giostra è stato divertente e ci siamo illusi di poterci liberare tirannicamente dell’oligarchia di singoli che gracchiano ormai da un mese per lucidare il profilo del proprio allievo, a prescindere da tutto.

L’unica che non ha gradito queste montagne russe è Alessandra Celentano, che ad un certo punto avrà pensato di essere in un incubo tra Garofalo che la voleva legare con le corde del suo traghetto per l’Inferno in musica, la De Filippi che avrebbe voluto darle ragione ma che per tenere la suspence la zittiva e i nemici bianchi che ’spuntavano’ i suoi pupilli. Doppia sfida, doppia eliminazione, doppia vittoria dei bianchi, doppia liquidazione dei suoi: le birrette che Enrico addebitava alla Di Michele tutto ad un tratto sembravano scorrere nelle vene della maestra, a dir poco turbata dall’andazzo della serata. Peccato poi scoprire che avrebbe dovuto sapere che la commissione, di cui fa parte ufficialmente, ieri sera si era voluta dare un tono per respingere i pomodori virtuali che il pubblico, anche da questo blog (che ieri sera ha stabilito il suo primato quanto a LIVE), continua a lanciarle contro.

Il “duplice omicidio” di talento, dato che questa settimana il pubblico ha fuggito come la peste i ballerini della Celentano, alla fine ha resuscitato Rodrigo, meritatamente salvato dai prof nel duello finale tra gli eliminati delle due manche (il regolamento, infatti, prevedeva l’entrata in scena della commissione in extremis per salvare uno dei due eliminati). Il Salomone della situazione è stato Daniel Ezralow, a cui sono bastati quattro tasti alla cieca per dimostrare l’apatia di Borana che negli ultimi secondi dell’improvvisazione pensava già al colore di smalto da mettere domani per la prima passeggiata da vip. Il nostro cuore però ha dovuto resistere a quattro ore di perverse elucubrazioni, quello di Zerbi a quattrocento infarti per il timore di poter perdere una vetrina per Loredana. Gli avversari hanno provato in tutti modi a levarsela dai piedi, manco fosse una di quelle sorpresine che ti restano sulle suole dopo una camminata in un selciato.


5
febbraio

AMICI 9: ORA SONO I PROF A SCEGLIERE LE PROVE PER IL SERALE. ELENA NEL MIRINO DI GAROFALO.

Eppur si move. Parliamo del meccanismo del serale di Amici, che dopo troppe puntate fotocopia inizia a muovere qualche piccolo passettino per una riforma, da molti invocata, del sistema delle sfide. Questa settimana saranno i professori a tenere banco, non essendo più i ragazzi a decidere gli schieramenti ma i coach. I prof di Maria, a dispetto di quanto farfugliato da Emma nell’ultimo serale, diventano sempre più protagonisti. Se questo è il destino del talent chiedesi disperatamente sfida in calzamaglia Celentano-Villanova. E là si che lo share s’impennerebbe.

Piatto ricco mi ci ficco: è questo che ha pensato il coreografo Marco Garofalo che ha preso la palla al balzo per togliersi un sassolino dalla scarpa. Elena, o come la chiama lui con ironia la prima ballerina, sarà costretta infatti a subire per tutta la settimana le canzonature del maestro che per lei ha preparato una coreografia più birichina che mai. La ragazza non è intenzionata a incassare i colpi e risponde per le rime. Crolla però davanti al trabocchetto teso dal professore, e non può che tacere davanti al sillogismo garofaliano: se le mie coreografie sono volgari, allora lo è anche Eleonora?

Ma non è l’unico muso lungo a tener banco nella scuola. Mentre qualcuno dei blu già ha pensato bene di risparmiare tempo sulla preparazione della valigia, sono arrivate tutte le prove obbligatorie che la commissione ha, più o meno simpaticamente, ‘appioppato’ ai ragazzi per il quarto serale di domenica prossima. Scoprile dopo il salto:





1
febbraio

AMICI 9, TERZA PUNTATA: MARIA VORREBBE ESSERE A C’E’ POSTA! IL TOCCO RETRO’ NON FA DECOLLARE IL TALENT SHOW. ELIMINATO STEFANINO

Amici respira con meno affanno, ma il respiro a pieni polmoni è ancora una meta lontana. L’eliminazione di Stefanino era talmente scontata che è ipotizzabile che già ci fossero i genitori ad aspettarlo davanti al cancello della scuola con il fagotto di Calimero caricato nel sedile posteriore. In tutto ciò né la regia né Maria De Filippi, troppo in sofferenza rispetto alla gioia con cui conduce i suoi format quando si sente tranquilla,  si preoccupano minimamente di alimentare una finta suspence mandando in onda titoli di coda e classifica,  come a dire facciamola breve almeno. Il lapsus in apertura di puntata ”Benvenuti alla terza puntata di C’è posta per te” (qui il video), poi, è di un freudiano imbarazzante. La riconosciamo solo quando dimostra di sapere tutti gli inediti dei ragazzi: è lì che torna ad essere la limpida conduttrice che tanto piace.

La retromarcia  verso qualche lido già noto scandisce un pò meglio i ritmi, ma da qui a dire che la liturgia sia vibrante ne passa veramente un bel po’. La processione del povero videowall avanti e indietro, le carte, consumate a furia di essere chiamate ossessivamente, forse non sono il modo giusto - quest’anno – per far emergere lo spessore dei ragazzi, un pò spaesati in questo universo troppo giocato sulla contrapposizione rigida. I nostri commentatori (qui il live) la dicono lunga sulla traiettoria del gradimento lungo la serata: andare a vedere una partita di cui sappiamo gli infortuni, i marcatori e i risultati diventa poco allettante.

Difficilmente basterà il solo tocco retrò a far ritrovare la formula magica, con buona pace delle spalline nel look della De Filippi come ai tempi di Amici di Sera, il nude look di Josè con tanto di tanga striminzito, rispolverato dalla maestra Celentano, e i leggendari intermezzi di videofrecciate per riscaldare un pò quel gelido palco, che in alcuni momenti sembra diventare più una ghigliottina che una ribalta. Non si spiega altrimenti il generale abbassamento del livello dei ragazzi, o forse è più giusto dire la mancanza della capacità di stupirci. Ci hanno viziato troppo bene nella prima parte della scuola? Può darsi. Basta guardare gli inediti però per rendersi conto del crescendo che non c’è. Prendiamo Emma: Davvero è tutt’altra storia rispetto a Meravigliosa, e non è questione di handicap da primo ascolto.


30
gennaio

AMICI: IL PUBBICO PARLANTE E…NON E’ UN PICCOLO PARTICOLARE. LA DE FILIPPI ORMAI DEVE TENERE A BADA GLI ARZILLI PIU’ CHE GLI AMICI

Non ne avevamo nessuna nostalgia sia ben chiaro, e soprattutto speravamo di trovare dei volti nuovi, ma per la liturgia di Amici sono ormai parte fondamentale. Le pighe vecchie del pubblico parlante tornano, più narcise che mai, a parlare. Suocere che nessuna donna vorrebbe, ragazzi gradevoli come una verruca durante una vacanza in una citta d’arte, l’appuntamento del sabato pomeriggio li riporta a galla.

Immancabile la signora che già sette anni fa litigava con Michele Maddaloni, la ‘cugina dell’onorevole Bindi’ che oggi si è beccata vent’anni di più da Enrico, scalmanato come sempre e soprannominato dalle signore telespettatrici Superpigotto per la celebre imbottitura della bambola della solidarietà. Chissà perché certi particolari il pubblico non li dimentica proprio… La De Filippi non può che chiedere, imbarazzatissima, di spostare il nucleo tematico della discussione.

Montature nuove, o addirittura lentine per non appesantirsi il volto con gli occhiali: anche loro fanno parte ormai del talent. Non si perdono un pomeridiano, sanno pure il numero di scarpe dei ragazzi e i loro ritmi biologici, sbrigano le loro pratiche nei tre mesi estivi per poi darsi al letargo catodico e fare le pulci ai ragazzi. Fortunatamente ci hanno risparmiato Simone in questa puntata, protagonista  assoluto delle ultime edizioni, dopo l’addio di Fabiana Pristerà, il quale non sapeva più che stranezza indossare per far parlare  di sé.

Le esibizioni:


25
gennaio

AMICI: SECONDO SERALE SMUTANDATO. LA COMMISSIONE ELIMINA SCANDALOSAMENTE ANGELO IOSSA

Più che Amici il secondo serale ha il sapore de La strage degli innocenti. Fa bene Maria De Filippi a sottolineare ancora una volta il talento e l’educazione di questa classe: i ragazzi sembrano, come mai, vittime del tritacarne micidiale di un meccanismo ormai esageratamente prevedibile, con una commissione francamente poco credibile, capace di eliminare Angelo Iossa, ovvero il più brillante allievo della prima puntata, candidato ad essere il possibile outsider, se i professori non si mettessero di mezzo a dirci ancora una volta che tutto l’ingranaggio democratico è  un po’ di fumo negli occhi: comandano loro l’evoluzione del programma, basta uno schiocco di dita per farli passare da ‘ignavi’ che lasciano tutto nelle mani del pubblico a plotone d’esecuzione del malcapitato che arriva sottotiro. Roba da andare in giro con il passamontagna, o perlomeno con la stoffa che le sarte risparmiano sui costumi di scena.

Il retrogusto di amarezza è forte, nonostante il netto miglioramento del livello di spettacolo rispetto all’esordio, andato in onda quando ancora regnava il caos per i ‘guai’ di Davide e Michele. La qualità delle esibizioni si è sicuramente innalzata e la serata è filata via molto meglio, ma il solito dispiacere ce lo regala l’eliminazione, rendendo ancora più intensa la nostalgia del vecchio sistema di sfida a due. I nostri lettori già alla terza sfida avevano capito tutto lo sviluppo della serata. Troppo bravi loro? Forse.

Se poi ci aggiungiamo il tenero pudore di Elena, che con il suo rifiuto di continuare a ballare in culotte (“sono nuda”, dice) si guadagna tutto l’apprezzamento di chi non vuole far scadere il ruolo della ballerina a seduttrice di infimo livello, ci rendiamo conto di quanto il gioco dei grandi si sia fatto troppo grande persino per quei ragazzi descritti dagli apocalittici come gente senza cuore e senza pancia, ma in realtà molto solidali tra di loro sia nella scelta delle prove da imporre agli altri sia nel modo di sentire la gara. Eppure siamo vicini alla forma del talent puro: le sassaiole tra i protagonisti sono fortunatamente finite, sarebbe solo auspicabile che i disegni su di loro fossero più limpidi, perché francamente non ci va proprio di vedere questa sospetta ‘democrazia dell’alternanza’ mietere in ordine le vittime predestinate a fare da contorno al sestetto d’onore che si gioca la finale, concorrenti peraltro capaci di arrivare alla fine senza precauzioni di sorta.