Se siete appassionati del format inglese Dire, fare, baciare che va in onda ormai da alcuni anni con successo su Real Time, allora vi sarà di sicuro piaciuta anche la versione italiana partita il mese scorso, febbraio 2014. Perché Dire, fare, baciare Italia – in onda il sabato alle 13:20 e replicato la scorsa settimana tutti i pomeriggi – è in tutto e per tutto identico all’originale. Eccezion fatta per le protagoniste che parlano la nostra lingua e che forse proprio per questo non riescono a risultare abbastanza convincenti.
Dire, fare, baciare Italia: protagoniste eccessive per mestiere
Sarà anche un pregiudizio, ma mentre nella caotica e multietnica Londra ce le immaginiamo davvero delle ragazze che vanno in giro vestite da cyborg o con appariscenti parrucche dai colori fluo, in Italia non è proprio così facile incontrarle e dunque la loro autenticità è messa a dura prova. Sì, perché anche se si sa che per certi programmi gli ospiti “sembrano” talvolta attori, il pubblico ha bisogno di poter credere alla storia che gli viene raccontata sennò non c’è partita.
E quelli di Discovery evidentemente lo sanno. Infatti gran parte delle ragazze che si sono rivolte a POD, la consulente elettronica che elimina dal loro look tutto ciò che è eccessivo o non naturale, viene raccontata come vera e propria professionista dell’eccesso: cubiste, artiste del burlesque, fuochiste, sosia di personaggi da fumetto che volevano provare a vedere com’era il loro aspetto senza tutti i chili di artefatto che si portavano addosso. Roba che, però, bastava guardarsi allo specchio la mattina.