Augusto Minzolini



17
luglio

DM LIVE24: 17 LUGLIO 2011. MINZOLINI RESTA, MAYER NO BAILA!, ROSOLINO E TITOVA SONO GENITORI.

Augusto Minzolini

>>> Dal Diario di ieri…

  • Nessuno tocchi Minzolini

 lauretta ha scritto alle 13:14  

“Minzolini non va via a settembre perchè legato a questo Cda e a questa maggioranza. Se lo dovessimo accusare del calo degli ascolti allora dovremmo mandare a casa mezza Rai, perchè va peggio la rete del tg1. Il calo degli ascolti va analizzato senza emotività, ed è soprattutto della rete”. Lo ha detto a La Zanzara a Radio 24, il consigliere del Cda Rai, in forza al Pdl, Antonio Verro:” Minzolini potrebbe durare anche oltre quella data perchè è un dipendente della Rai e la Rai dovrà conferirgli un incarico con la stessa qualifica che ricopre oggi, anche ad esempio il direttore di rete perchè il dimensionamento vale anche per lui”. (Dagospia)

  • Mayer no Baila!
fabioterr ha scritto alle 00:18   

Sandro Mayer, grandissimo amico di Ballando con le stelle, interviene sulla querelle tra il programma di Milly Carlucci e Baila, che partirà a settembre. Ecco cosa ha scritto nel suo editoriale: Penso che sarebbe meglio rischiare con nuovi programmi, perchè solo così una tv può rimanere grande negli anni futuri. Penso che, se un programma ha successo su una rete, invece di essere copiato o di essere usato come fonte di ispirazione, dovrebbe far nascere in un’altra rete la forza per creare un altro successo, nuovo e ancora più grande. Copiare, certo, è più facile; copiando, però, si resta sempre e soltanto nella schiera dei mediocri. Dunque non sono d’accordo su quanto detto da Pier Silvio Berlusconi, quando, durante una conferenza stampa, gli è stato fatto notare che la novità di punta di Canale 5, il programma Baila! che sarà condotto da Barbara d’Urso, si annuncia come una copia di Ballando con le stelle. Pier Silvio ha detto: “La TV di oggi è destinata ad avere programmi che si assomigliano”. Penso invece che sarebbe bene deviare questo destino, per il bene dei telespettatori ma soprattutto sia di Mediaset che della Rai: con le somiglianze il pubblico si allontana dai programmi, con le novità il pubblico si fa catturare. La mancanza di idee nuove segna il declino dei popoli e, in questo caso della televisione: televisione che, mai come in questo ultimo anno, è stata così contestata dal pubblico. Parola di uno che riceve tanta posta di telespettatori delusi: le battaglie si vincono con idee nuove, non con idee che si assomigliano a quelle degli altri.

  • PeggioreRai

lauretta ha scritto alle 14:43   

Intervistato da Repubblica, Gerry Scotti dichiara:”Lo dico da italiano che paga il canone, voglio che la Rai ci sia e che faccia servizio pubblico. Copiando la tv commerciale è peggiorata. Riportiamo la prima serata alle 21 per favore”.

  • Benvenuta

mary ha scritto alle 22:54   

Finalmente, dopo che la mamma Natalia Titova è stata ospite di molti programmi tv per raccontare della sua gravidanza, è nata la piccola Sofia Rosolino.




13
luglio

TG1, ASCOLTI IN CALO: LORENZA LEI ALLERTA IL CDA, GARIMBERTI LITIGA CON MINZOLINI

Augusto Minzolini

Hanno sgamato il Minzo. Al Consiglio d’Amministrazione Rai si sono accorti che gli ascolti del Tg1 sono in calo e che forse i telespettatori si stanno disaffezionando al notiziario della prima rete. Allarme a Viale Mazzini: meglio tardi che mai, direte. Eppure c’è chi ha affrontato la questione con sorpresa e reale preoccupazione, attribuendole priorità per la prima volta. E’ il Direttore Generale della tv pubblica, che ieri ha annunciato di voler aprire una riflessione interna sulle performance delle reti e delle testate Rai, a cominciare proprio da quella diretta da Augusto Minzolini. L’argomento sarà all’ordine del giorno nel Cda di domani.

Quella del Consiglio sarà un’analisi ”complessiva su tutta Rai1 ha precisato Lorenza Lei, la quale ha mostrato una particolare attenzione ai dati auditel relativi al Tg1. Il DG ha annotato che nella stagione televisiva 2010-2011 l’edizione delle 13.30 ha avuto uno share medio del 26,45% e quella delle 20 del 25,21%. Poi ha confrontato queste cifre con le corrispettive della annata 2009-2010. “Per l’edizione meridiana si rileva una flessione di -1,2 punti% di share” mentre “l’edizione delle ore 20 evidenzia una flessione di -2.7 punti di share, pari a -438mila telespettatori“. Il calo d’ascolti del ‘TgMinzo’ ha messo all’erta la Lei: “quando il Tg1 delle 20 registra un ascolto vicino al 20%, mi chiedo cosa sia successo” ha affermato.

Ancora più espliciti i toni usati da Paolo Garimberti, che ha definito il calo degli ascolti del Tg1 “un problema molto serio“. Il Presidente della tv pubblica ha poi ricordato il sorpasso che settimana scorsa il Tg5 ha effettuato ai danni del competitor di Rai1: “vuol dire che lo spettatore sente che l’informazione non è completa e adeguata a quella della rete ammiraglia” ha commentato. La replica di Augusto Minzolini non si è fatta attendere: “se fossi in Garimberti, mi preoccuperei più della rete, di Rai1” perchè “se il Tg1 ha perso nove punti dal 2008 ad oggi (come ieri ha fatto notare Paolo Gentiloni del Pd, ndDM), la rete in prima serata ne ha persi 16, cioè quasi il doppio. E’ evidente che tutto questo non può non ripercuotersi anche nei dati del tg“.


10
giugno

SANTORO FUORI CONTROLLO CONTRO I POLITICI: AVETE ROTTO, VE NE DOVETE ANDARE DALLA RAI!

Michele Santoro sbotta ad Annozero

Avete rotto!“. E’ un Michele Santoro all’ennesima potenza quello che conduce l’ultima puntata stagionale di Annozero. Nel corso della serata, il giornalista si infervora sulle trasmissioni suggerite dagli equilibri politici ed il loro finanziamento coi soldi del canone. In un acceso scambio di battute con Roberto Castelli, presente in studio, il teletribuno si scalda come non aveva mai fatto. E alla fine esplode.

“Noi non usiamo un solo soldo del canone. Noi finanziamo le altre trasmissioni della Rai, comprese quelle che voi partiti avete imposto alla Raistrilla Santoro in faccia all’esponente leghista. Il pubblico lo sostiene, applaude, batte i piedi manco assistesse ad un incontro di boxe. Il conduttore, ormai trascinato dall’impeto, fa presente che per sostenere la sua trasmissione sono stati  utilizzati i 15milioni di euro incassati dalla pubblicità. “Questa è la verità… Dovete uscire dalla Rai. Dovete lasciare libera la Rai. Lasciate libere queste persone di lavorare” sbraita nuovamente, agitando le braccia davanti ai politici di centrodestra presenti in studio.

Noi vogliamo la Rai pubblica. Siete voi che ci rovinate“ grida loro, ed è nuovamente un tripudio di applausi. E ancora: “Noi stiamo sul mercato. Sono i vostri che sono invendibili e incomprabili. Chi ha pagato Sgarbi? Chi paga Minzolini? Noi siamo stufi (…) Ve ne dovete andare!“. Standing ovation per il paladino della libera informazione che, ormai preso dalla foga, stila anche il suo personale palisesto delle preferenze: “Per vedere la Gabanelli si paga il canone, per vedere Grillo, per vedere Guzzanti si pagherebbe il canone“.

[VIDEO QUI]





5
giugno

IL VERDETTO FINALE DI VERONICA MAYA FA CROLLARE IL TG1. E IL TG LA7 NE APROFITTA

Veronica Maya nello studio di Verdetto finale

Mentre sono ancora al vaglio le ipotesi per il prossimo autunno (leggi qui e qui), Verdetto finale sta diventando un problema da risolvere anche per la stagione in corso. Nell’inedita collocazione delle 12.35, infatti, il programma condotto da Veronica Maya non riesce a decollare, registrando ascolti ben al di sotto della media di rete. Nella settimana appena trascorsa il tribunale di Rai1 si è attestato attorno all’8% di share (tranne giovedì 2 giugno al 15% trainato dai festeggiamenti per la Repubblica), mentre, trasmesso qualche ora prima, la media superava senza difficoltà il 20%.

Certo, si tratta di repliche, ma i numeri sono gli stessi che la foca Robbie totalizza sul secondo canale. Ma Rai1 non è Rai2 e, volendo fare una previsione, nelle prossime settimane si dovrà correre ai ripari, soprattutto per salvare il Tg1 di Minzolini, in discesa libera nell’edizione delle 13.30. L’auditel registra un ascolto inferiore al 20% e nel contempo una considerevole ascesa del tg concorrente de La7.

Significativi i dati auditel di venerdi: il Tg1 (dopo Verdetto finale all’8.24%) totalizza 3.527.000 spettatori (19.40%) mentre il Tg diretto da Enrico Mentana 1.174.000 pari al 6.47% di share. Il tg dell’ammiraglia Rai è ancora in netto vantaggio ma un’estate senza un traino forte potrebbe ridurre le distanze. Nostalgia de La signora in giallo? Molta, considerati i risultati deludenti delle altre proposte del day time di Rai1.


31
maggio

LA7 DA RECORD CON I RISULTATI DEI BALLOTTAGGI. IN CALO IL TG1 DI MINZOLINI

Enrico Mentana gongola per i risultati de La7

La sberla. Il vento che cambia. Il Ko dei berlusconiani. Chiamatelo come vi pare, ma il risultato dei ballottaggi, con Pisapia e De Magistris vincitori a Milano e Napoli, riflette una nuova situazione politica e, se vogliamo, anche televisiva. Ebbene sì, poichè analizzando bene i dati auditel di ieri, sono molte le sorprese che hanno riguardato gli speciali elettorali sulle varie reti.

La leadership del Tg1 non brilla più come un tempo: lo speciale del pomeriggio ha totalizzato appena 1.296.000 spettatori pari al 12.07% di share, facendosi superare dal Tg3 di Bianca Berlinguer che ha raccolto 1.433.000 spettatori e il 13.82% di share. Numeri ben sotto la media per Rai1, mentre risultati lusinghieri per il terzo canale. Tra i due, Enrico Mentana che su La7 ha tenuto incollati ben 1.163.000 spettatori con l’11.68% di share.

Insomma, La7 si sta facendo sentire e se si avvicina così pericolosamente ai dati dell’ammiraglia Rai qualcosa sta cambiando (o è cambiato). Tra multe, richiami ed evidenti prese di posizione, sempre più italiani scelgono di informarsi su La7. Ieri l’ultima conferma con il boom di ascolti per il Tg delle 20 (3.106.000 – 13.78%), Otto e mezzo di Lilli Gruber (2.540.000 – 9.68%) e L’infedele di Gad Lerner (2.385.000 – 10.77%). E inoltre, per 34 minuti non consecutivi (dalle 15:23 alle 16:46) La7 è stata la prima rete in assoluto più seguita del pomeriggio.





28
maggio

TG1, MINZOLINI DENUNCIA “MANGANELLATE MEDIATICHE”. POI ALLUDE A SANTORO: NON ACCETTO LEZIONI DAI MASANIELLI (VIDEO)

Augusto Minzolini

A’ la guerre comme a’ la guerre. Augusto Minzolini torna ad usare la ghigliottina della parola, arma di legittima difesa e soluzione estrema per tranciare la testa ai “Robespierre da strapazzo” che agitano l’informazione televisiva. Chiamato alle armi dal clima giacobino che si respira di recente, ieri sera il direttore del Tg1 è intervenuto di persona nel notiziario delle 20 con un editoriale di contrattacco alle critiche rivolte alla sua testata per la lunga intervista concessa a Silvio Berlusconi. “Più che critiche sono state rivolte vere e proprie manganellate mediatiche anche in una trasmissione di questa azienda” ha denunciato il Minzo riferendosi a giudizi di merito espressi in questi giorni sulla giornalista che aveva realizzato il servizio col premier poi sanzionato dall’Agcom.

Rispetto a chi sentenzia sull’operato altrui, il ‘direttorissimo’ precisa: “il sottoscritto non condivide tutto quello che va in onda sulle reti Rai però rispetta ogni trasmissione e ogni punto di vista. Non ho mai espresso giudizi negativi, usate espressioni al limite dell’insulto verso altri nè tantomeno ho chiesto epurazioni“. E probabilmente – lascia intuire – avrebbe potuto fare diversamente, ad esempio quando qualche “pseudo sacerdote dell’informazione ha elevato al rango di icona antimafia un mezzo cialtrone come Massimo Ciancimino“. Invece ha taciuto “per un senso di tolleranza” e di rispetto verso ‘mamma Rai’.

Se si vuole salvaguardare il pluralismo nell’informazione di questo Paese bisogna essere tolleranti. La ricchezza di posizioni – predica frate Augusto dal pulpito del Tg1 - è un bene non un male, l’importante però è che queste siano espresse sempre con il dovuto rispetto verso chi non la pensa come noi. Siamo all’abc della democrazia” spiega il penitenziere dell’informazione filogovernativa. Poi Minzolini imbraccia la baionetta e attacca: “non accetto che Masanielli improvvisati o Robespierre da strapazzo si ergano a giudici inappellabili su ciò che è buona informazione e su ciò che non lo è. Trovo surreale che chi grida al regime e si atteggia a vittima nel contempo si trasformi in aguzzino di un regime alla rovescia“.


25
maggio

ELISA ANZALDO LASCIA IL TG DELLA ‘MALAINFORMAZIONE’. MINZOLINI: FATTI SUOI

Elisa Anzaldo, Tg1

Al Tg1 c’è chi gira i tacchi, e se ne va. E’ la giornalista Elisa Anzaldo che, in una lettera, ha chiesto al direttore della testata Augusto Minzolini di essere rimossa dall’incarico di conduttrice del notiziario della notte. “Ritengo non sia più possibile per me rappresentare un telegiornale che, secondo la mia opinione, ogni giorno rischia di violare i più elementari doveri dell’informazione pubblica: l’equilibrio, l’imparzialità, la correttezza, la completezza…” ha scritto l’anchorwoman, gettando il tg della prima rete nell’ennesima polemica.

Per motivi professionali e deontologici non ritengo più possibile mettere la faccia in un tg che fa una campagna di informazione contro” afferma la Anzaldo nella missiva spedita a Minzolini l’11 maggio scorso ma resa nota solo oggi tramite La Repubblica. In realtà già il 19 aprile scorso la giornalista intendeva lasciare il suo incarico, ma il direttore l’aveva convinta a desistere. Ora la decisione pare invece irrevocabile, tanto più dopo la sua pubblica divulgazione. A sostegno della sua scelta, il mezzobusto del Tg1 racconta anche una serie di episodi in cui la testata avrebbe censurato notizie sgradite a Berlusconi.

Si tratta dell’oscuramento del Rubygate, ma anche dell’aver “ignorato lo scandalo dei manifesti sui pm brigatisti, la proposta di un deputato del Pdl di cambiare l’articolo primo della Costituzione o il nuovo caos rifiuti a Napoli“. News scomode che per volontà della direzione sarebbero prontamente finite sotto il tappeto. Alla luce di questi casi di “malainformazione la Alzaldo gira i tacchi, e prima di sbattere la porta ringrazia ironicamente Minzolini, “per avermi spiegato il perché non consideri notizia quelle che io invece ritengo tali e come me molti mezzi di informazione“.


24
maggio

AGCOM: SUPER MULTE AI TG CHE HANNO ‘SOVRAESPOSTO’ IL PREMIER. ERA INEVITABILE?

Silvio Berlusconi, Tg1

L’Agcom non perdona e picchia duro. Rocky gli fa un baffo. Ieri l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha tartassato i principali tg di Rai e Mediaset, multandoli sonoramente per aver violato la par condicio in occasione delle interviste rilasciate venerdì scorso dal premier Silvio Berlusconi. Una stangata senza precedenti, emessa a maggioranza dalla Commissione servizi e prodotti dell’Authority per punire la sovraesposizione che Tg1, Tg2, Tg5, Tg4 e Studio Aperto avrebbero ‘regalato’ al Cavaliere in questi delicati giorni di campagna elettorale. L’onerosa batosta ha suscitato reazioni, critiche ed anche perplessità sul ruolo assunto dal Garante.

Alla luce degli esposti presentati” ieri l’Agcom ha deliberato di infliggere a Tg1 e Tg4 la sanzione massima prevista dalla legge (258.230 euro), in quanto recidivi, mentre a Tg2, Tg5 e Studio Aperto una multa di 100 mila euro ciascuno. Tanto costò loro un’intervista a Berlusconi. Dopo aver ricevuto la bastonata, i diretti interessati hanno manifestato il loro disappunto. Secondo il direttore del Tg1 Augusto Minzolini la sanzione avrebbe messo da parte il criterio giornalistico, mentre il responsabile del Tg5 Clemente Mimun ha affermato che ”quel che è accaduto è di una gravita inaudita e si manifesta come una pesante intimidazione“. In un comunicato, Mediaset ha fatto sapere che “ricorrerà immediatamente al Tar“.

Intanto le multe emesse del Garante gravano sulle principali testate telegiornalistiche – solo Tg3 e Tg La7 si salvano - gettando benzina sul già rovente clima politico raggiunto negli ultimi giorni in vista dei ballottaggi per le Amministrative. L’informazione televisiva non ne esce certo rafforzata nell’immagine. Anzi. Così, viene spontaneo domandarsi se la super tirata d’orecchie dell’Authority si potesse in qualche modo evitare. Dopotutto la notizia delle interviste a  Berlusconi era stata divulgata diverse ore prima della loro trasmissione (se ne parlava già dalle 9 del venerdì mattino, ndDM), e qualche dirigente avrebbe potuto valutare per tempo l’opportunità di bloccarne la messa in onda integrale causa par condicio. Pare che questa accortezza non ci sia stata.