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La Legge di Lidia Poët ha tutto
di Stefania Stefanelli
05/11/2024 - 12:59
© US Netflix / Camilla Cattabriga
3.9 /5
Dimentichiamo le polemiche sulla non veridicità dei fatti narrati e sull’inserimento di eccessivi elementi moderni e spregiudicati in una narrazione d’epoca, anche perchè nella seconda stagione di sesso se ne vede pochissimo. Eliminiamo il superfluo e concentriamoci sulla sostanza: La Legge di Lidia Poet è stata una delle serie migliori dello scorso anno e si conferma tale con i nuovi sei episodi appena arrivati su Netflix.
Ritmo, indagini, emozioni, legami, valore sociale: c’è tutto nella serie Groenlandia, ai cui registi Matteo Rovere (anche autore e produttore) e Letizia Lamartire si è unito Pippo Mezzapesa, che ha diretto un altro gioiello seriale italiano quale Qui non è Hollywood sempre per Groenlandia.
La Legge di Lidia Poet 2: il cast alterna ironia e rigore con maestria
La seconda stagione si concentra di più sulla politica, con Lidia che convince il fratello Enrico (Pier Luigi Pasino) a candidarsi in Parlamento per portare avanti il suo progetto di Legge sui pari diritti alle donne. E, mentre insieme a Jacopo (Eduardo Scarpetta) segue un’indagine segreta che avrà dei risvolti clamorosi, nel quotidiano l’avvocata si occupa sempre di loro, delle donne che uccidono per difendersi o vengono ingiustamente incolpate dagli uomini. Così come dei più deboli che lei non riesce ad abbandonare.
La natura spiazzante della serie si conserva nella tecnica narrativa: il pubblico si ritrova in medias res tempo dopo la fine della prima stagione, con i Poet che hanno dovuto lasciare la loro casa e con Jacopo lontano da loro e soprattutto da Lidia, per motivi che lo spettatore ignora. Si teme dunque di aver perso qualche passaggio e ci si sente confusi, almeno fino alla spiegazione degli ultimi eventi: uno stratagemma che curiosamente permette a chi guarda di far propri i sentimenti della protagonista, in eterno conflitto con la società e un po’ anche con se stessa.
La dedizione, la passione e la natura volitiva di questa donna diversa dalle altre, ma implicito modello per tutte quelle che verranno, sono rappresentate alla perfezione da Matilda De Angelis, che si dimostra sempre più matura e padrona della scena. Capace di coinvolgere lo spettatore pur mantenendo quella sorta di distacco che è ormai la sua impronta, lasciata di recente anche in Citadel: Diana.
Anche il resto del cast funziona, alternando rigore e ironia e riuscendo a divertire anche in mezzo al dramma. New entry della seconda stagione Gianmarco Saurino nei panni del Procuratore del Re, panni che lo penalizzano un po’ dal punto di vista estetico ma che gli permettono di dar vita ad un bel personaggio, alle prese con una malattia e con un’ammirazione enorme per la protagonista.
Ebbene sì, Lidia sarà ancora una volta al centro di un triangolo amoroso, con il nuovo corteggiatore al posto dell’amico Andrea (Dario Aita). Che tuttavia tornerà in un episodio chiedendo il suo aiuto professionale, coinvolgendola in una dei casi giudiziari più belli di questa nuova stagione.