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Enrico Brignano, quo usque tandem?

di Cristian Tracà

03/11/2011 - 00:46

Enrico Brignano, quo usque tandem?

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Non ci sono più alibi, dobbiamo persino scomodare il celebre riferimento di Cicerone a Catilina. Gli abbiamo concesso più di una puntata per valutare con serenità la sua aspirazione ad essere iena. Ma ora, a distanza di un mese, ci sembra di poterlo affermare con tutta sicurezza: Enrico Brignano come spalla di Ilary Blasi non è per nulla in linea con il profilo televisivo che Le Iene si sono storicamente ritagliate.

Il programma conquista una buona fetta di pubblico ma solo per merito di una bella impostazione editoriale: sono i servizi a convincere, o per la loro intelligente leggerezza, o per il gustoso connubio tra inchiesta e pepe, oppure per il formidabile documentarismo che rivela microcosmi ignorati ma drammaticamente vivi.

Con tutta la buona volontà del mondo, Brignano più che una iena può essere al massimo un panda. Anche in un monologo come quello di stasera formalmente adatto a fare da contorno alla provocazione di Filippo Roma sull’eliminazione dei vitalizi ai parlamentari il discorsetto comico non è incisivo, o meglio non fa rima con lo sprint dei colleghi più navigati in abito nero.

Non che Luca Argentero sia riuscito a dare il fatidico graffio convincente, ma il suo compito è più semplice: il bel visino, qualche battuta recitata in maniera abbastanza sobria e via. Niente di trascendentale per carità, è da rivedere anche la sua posizione in ottica di rimpiazzo definitivo di Luca Bizzarri e Paolo Kessissoglou.

I monologhi di Brignano trasudano inevitabilmente la traccia originaria della sua nascita televisiva. Se le peripezie delle domeniche d’agosto sull’asse Ladispoli-Ostia risultavano anche gustose sotto il filtro della narrazione accorata del comico romano, la gag o la riflessione a sfondo politico non è altrettanto dirompente. Davanti all’abbacchio Enrico si muove decisamente meglio che dinanzi alla crisi economica. Il suo humour racconta meglio un prelato pacioccone di campagna che un prete sotto accusa di quartiere.

L’appello alle teste di casco, così Brignano ha appellato i black-block, così come il frullato di populismo e antipolitica di stasera hanno fugato ogni dubbio sulla possibilità di crescita, sui margini di adattamento all’habitat di Parenti: il caro Enrico, con tutto il rispetto umano che si può volere ad un professionista garbato ed umile, ha una vocazione più da varietà per famiglie.

Il taglio giovanilistico, o simil tale, delle iene non riesce ad esaltare la sua vocazione più proiettiana che luttazziana, se dobbiamo agire citando dei riferimenti. Per cantarle a Scajola, come ha fatto nell’ultima puntata, ritritando il tormentone della casa misteriosamente sovvenzionata da sconosciuti, ci vuole un altro piglio e un altro ritmo se si indossa la cravatta nera e si è su Italia 1.

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15 commenti su "Enrico Brignano, quo usque tandem?"

  1. L'articolo sarà bello, ma il contenuto assolutamente non condivisibile. I suoi monologhi sono divertenti ed esprimono quello che molti pensano e condividono (io c'ero il 15 ottobre e quelli erano proprio dei testa di casco...). Un amico mi ha parlato del monologo sui sui politici, che non avevo visto, e l'ho cercato su internet. Brignano è se stesso e così piace. Perchè dovrebbe essere la parodia di chi l'ha preceduto? Mi sembra un pò forzato questo articolo ...ma così è riuscito a catalizzare reazioni e commenti. O no?

  2. Caro alex 1989, Brignano non fa teatro??????? Hai visto il suo rugantino??? Parla solo di ciò che conosci per favore perchè evidentemente non lo hai mai visto a teatro...

  3. Brignano, attore, regista, cabarettista e conduttore televisivo, nonchè scrittore ... è bravissimo. Degno allievo del suo maestro, (ha frequentato la sua accademia,) il grande Gigi Proietti. Il suo è un modo di espressione diverso da quello di Luca e Paolo , forse piu' popolare, ma non inferiore .. Il suo linguaggio è quello appunto del romano-medio, che non parla solo di abbacchio o della gita al mare a Ostia o Ladispoli , ma anche di politica... perchè non ne dovrebbe parlare? Lo fa alla stessa maniera di quando affronta altri argomenti, con questa forte impronta romanesca che è la sua caratteristica che può anche non piacere, per carità.. Certo noi romani riusciamo a specchiarci meglio nel suo personaggio, nella sua comicità.. riusciamo a cogliere anche le sfumature piu' sottili, perchè sono i ns. modi di dire e di fare ... però non credo piaccia solo a noi... persino i suoi libri sono andati a ruba.. quindi Per la cronaca il video sulla "casta" sta spopolando su facebook ... quindi questo articolo lascia il tempo che trova.

  4. Bravo Tracà, ottimo articolo, travisato da molti. Quello che gli manca è il politicamente scorretto, non occorrono due sosia di Luca e Paolo per averlo.

  5. brignano è un cabarettista, bravo, ma non certo attore ,o presentatore quando si dice che brignano fa teatro, è falsità , fa cabaret, il teatro è altro, senza dubbio bravo nei monologhi,ma è uno da cabaret,poi è popolare come zalone, de luigi ecc ,prestato alla tv e al cinema, persona gradevole . seria e cmq brava nel suo lavoro