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TUTTI PAZZI PER LA TELE… DI QUALITA’

di Davide Maggio

02/10/2009 - 13:45

TUTTI PAZZI PER LA TELE… DI QUALITA’

TUTTI PAZZI PER LA TV DI QUALITA' CLERICI SALEMME

E adesso tutti parlano di fiction. Complici le sfortunate sorti della Tribù (che poco c’entrano), la recente soppressione di Tutti Pazzi per la Tele e il ridimensionamento di Salemme e Falchi, i supremi giudici del piccolo schermo son pronti a parlare di morte dell’intrattenimento.

Gli show non tirerebbero più, dicono, e l’italico pubblico catodico sarebbe tutto pazzo per la fiction. Aborro, direbbe il caro Mughini. Non foss’altro che per l’inopportuna celerità con cui, alcuni, sono stati pronti a decretare la morte dell’intrattenimento, che a parere di chi vi scrive rimane la vera, e forse l’unica, linfa del piccolo schermo italiano. Con annesse soppressioni.

Perché se è vero che anche in Italia, e per fortuna, c’è voglia di serialità, è altrettanto vero che si potrebbe parlare, con più semplicità, di una premiazione della qualità piuttosto che di “morte catodica dell’entertainment”. E, dati alla mano, il discorso fila liscio come l’olio.

Chi, tra voi che leggete, avrebbe preferito Tutti Pazzi per la Tele alla seconda parte della fiction di Janus “L’Onore e il Rispetto”? Pochi, pochissimi (anzi, ad essere precisi il 14%) e il motivo è sotto gli occhi di tutti. Il programma non è stato realizzato nel migliore dei modi. Prima colpa, tra tutte, l’aver portato con sé tutti i difetti della prima, gloriosa, edizione dove, probabilmente, la curiosità per un prodotto nuovo è riuscita a celare alcune pecche, gravi, che lo hanno contraddistinto.

Vogliamo parlare del pessimo montaggio che è riuscito nella mirabolante impresa di far capire anche al non più giovanissimo pubblico di Raiuno che il programma non fosse in diretta? Oppure vogliamo parlare dei siparietti comici che se  l’anno scorso, con Pistarino, facevano piangere, quest’anno, con Braida, non hanno fatto ridere nessuno? O, ancora, vogliamo puntare, sic et simpliciter, sul ritmo dello show? Complice uno studio straordinario (i complimenti agli scenografi sono d’obbligo), Tutti Pazzi per la Tele avrebbe potuto essere uno show coi fiocchi. Ma i fiocchi sono stati quasi esclusivamente quelli degli abiti (da cambiare) della padrona di casa che ben avrebbe potuto infondere al programma quell’allegria che l’ha resa celebre ai telespettatori del BelPaese. D’altro canto il programma si pone(va) l’ambizioso obiettivo di essere una celebrazione della tv.

E con Salemme il discorso non cambia, o cambia poco. L’errore, in questo caso, è stato alla base. Chi avrebbe potuto sperare di far affezionare un pubblico fidelizzato come quello dell’ammiraglia di Viale Mazzini ad un comico napoletano, che, per giunta, con la televisione ha ben poco da spartire? L’argomento dello show, poi, non brillava certamente quanto ad originalità. La contrapposizione tra nord e sud, nel 2009! Idea probabilmente simpatica per alcuni skectch di Zelig, ma non certamente per Raiuno.

Anche in questo caso, dunque, chi non avrebbe preferito una fiction come Intelligence? Valsecchi, si sa, alla qualità ci ha abituati. Non a caso, le sue produzioni sono tra quelle poche isole felici della fiction prodotta dal (e/o per il) Biscione. Figuriamoci se non avesse raggiunto l’obiettivo con quella che, attualmente, risulta la fiction più costosa della televisione italiana. E quest’ultimo aspetto avrebbe dovuto rappresentare un forte campanello d’allarme ma, alla fine, si è optato per piazzare in palinsesto “Da Nord a Sud” proprio  il lunedi in diretta concorrenza con Intelligence. A questo punto, ho detto tutto!

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26 commenti su "TUTTI PAZZI PER LA TELE… DI QUALITA’"

  1. Comunque Salemme è un grande attore e non un comico. Non so perchè non funzioni in televisione e non saprei dire se la responsabilità è sua o di chi gli scrive i programmi. E non è nemmeno detto che il programma sia brutto. Riferendosi al successo dello seneggiato di Garko , Aldo Grasso parlava di un effetto soglia , raggiunto il quale si tende a rinvigorire o stroncare un certo prodotto televisivo. Se una cosa va benino, tutti a dire che non è male ed il programma cresce. Se va malino, succede il contrario. Lo spettatore tende a fare gregge e l'auditel in questo senso fa la sua parte.

  2. Carlap : E' così. Se un programma non va, si celebra il funerale di tutto il genere. E' ridicolo .

  3. Big sister non bisogna ripescare nel passato per fare varietà.. E' ovvio che se si riproponesse Fantastico nella sua vecchia formula non andrebbe bene, nonostante sia stato un Grande Varietà.. Il problema stra proprio in ciò: cercare successo da vecchi programmi, ripescare vecchie glorie che con la tv di oggi non hanno nulla a che fare. Ma se qualcuno avesse un idea, una nuova formula di Varietà (lasciando intatte però le componenti essenziali: corpo di ballo, comici conduttori soubrette) rendendo il tutto più veloce ed attuale non credi che sarebbe più gradito rispetto ad un programma che va a ripescare spezzoni di vecchi varietà? Io personamente ritengo che l' ultimo varietà della rai sia stato UNO DI NOI con Morandi, Cuccarini, Cortellesi , non era brutto da vedere nè stancava. Aveva dei numeri di spettacolo davvero di qualità e si può dire che, nonostante all'epoca fosse stato ritenuto un quasi-lop, sia stato l'ultimo varietà del sabato sera che abbia dato del filo da torcere a C'è Posta. La rai ,senza andare a scavare i suoi vecchi successi, davvero dovrebbe riportare in luce un genere televisivo quasi scomparso e apprezzato perfino dalla critica estere, uni genere made in italy.

  4. Eugenio Stonati : Hai perfettamente ragione : quando un prodotto televisivo funziona si tente a saturare i palinsesti con quel genere specifico. Si propina oppio nella speranza che la gente lo fumi. Non si studia per proporre il meglio in termini di qualità o creatività ma si lavora sulla percezione di quello che potrebbe piacere alla gente. I motivi di un successo o di un flop sono molteplici e vanno sondati con analisi minuziose affidate a persone intelligenti. La qualità è fondamentale ( ammesso che si riesca a coglierne le caratteristiche ) ma sono tanti i fattori che concorrono al buon esito di un programma ed anche in questo caso non è detto che il prodotto sia eccellente, anzi.

  5. Giuseppe Ramirez dice:

    Occorre prodotti di qualità, QUALITA', sia per i varietà e le fiction. Sono finalmente stati puniti dal pubblico prodotti PATETICI!!. Infatti, Salemme è realmente patetico: non sa recitare, né tantomeno cantare o ballare, è di basso rango e non fa ridere nessuno. Il circo sarebbe per lui il posto idoneo. E' vergognoso sapere che questi personaggi prendono centinaia di migliaia di euro GRAZIE AL CONTRIBUENTE per propinarci le solite schifezze. Meglio allora ogni sera tutti i più bei film in bianco nero: ma buttate fuori questi vermi striscianti quali Salemme!

  6. A me dispiace per tutti pazzi per la tele, era l'unico prime time di Raiuno che avrei guardato volentieri. Anzi a dirla tutta l'anno scorso è stato l'unico show, non reality, di cui abbia visto una puntata per intero. Su Salemme, peccato, ma non ci voleva un guru della televisione per capire che il programma non avrebbe sfondato. E poi il lunedì che harakiri.. Chissà se per Morandi cambieranno il giorno di programmazione.

  7. Il punto non è "Il varietà è morto", il punto è "Il varietà non ha idee".. appunto! e poi scusate.. l'unico fuoriclasse del genere è Fiorello, stop.

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  9. Salemme.. per pietà!!!