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SIMONA VENTURA VUOLE CAMBIARE L’ISOLA, ELOGIA LA RAI E PUNZECCHIA LA SONY SU X FACTOR
di Thomas Tonini
17/08/2010 - 13:24
Mentre la stagione autunnale scalda i motori, si pensa già all’anno che verrà, in particolare all’Isola di Simona Ventura. “Se si fa, la faccio” annuncia Mona Nostra sulle pagine del settimanale “Tv Sorrisi e Canzoni”. Se per il momento l’Isola dei famosi pare non rientrare nei palinsesti Rai, la Ventura non ha dubbi sul fatto che il reality show abbia bisogno di alcune modifiche per rilanciare il format, che quest’anno ha mostrato qualche segno di cedimento, anche per quanto riguarda gli ascolti (seppur ben oltre la media di rete):
“L’Isola’ va un po’ cambiata. Nell’ultima edizione abbiamo avuto problemi inimmaginabili. Il cast era forte, ma abbiamo perso tante teste di serie all’inizio. Va cambiata la location. E poi bisogna tornare a un grande spirito di squadra come in passato“.
Spirito di squadra che è mancato anche nelle mancate difese dell’azienda, tra le varie polemiche che hanno interessato, tra gli altri, Aldo Busi, Mara Venier e Monica Setta. La Ventura ha comunque portato a casa l’edizione e guarda alla prossima con aria di novità, se l’Isola s’ha da fare. Senza alcun dubbio, nel 2011 Mona Nostra tornerà in prima serata su Rai2, con l’Isola 8 o con un nuovo programma.
Passando a X Factor, il suo no a un eventuale rientro in giuria ha fatto discutere, ma il motivo è ben presto spiegato: “Non posso fare tutto. Poi a un certo punto non mi sono sentita tutelata dalla casa discografica. E io, quando le cose non mi piacciono, preferisco andarmene“. La casa discografica in questione è la Sony, punzecchiata di seguire (molto) gli Amici di Maria a discapito dei talenti dal fattore X.
Infine un elogio alla Rai: “La Rai e’ una grande azienda che cambia spessissimo il suo cda. Un’altra azienda sarebbe andata in pezzi, ma la Rai invece vince le garanzie, grazie alle sue maestranze e all’amore che molti dirigenti hanno per lei. Nei momenti difficili i conduttori chiamano a raccolta il proprio gruppo di lavoro formando come dei granducati. Ognuno si fa il suo e, se è possibile, ci si dà manforte. Io ho il mio, Vespa il suo. Così come Giletti, la Clerici e così via“.
In una Rai troppo influenzata dalla politica, Mona Nostra deve accantonare il sogno di direttrice di rete: “Io direttore di rete? Non potrei, non ci sono i presupposti perché sono apolitica“. Per il momento tutte le forze sono concentrate sull’impegno imminente con Quelli che il calcio, dal 12 settembre su Rai2.
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12 commenti su "SIMONA VENTURA VUOLE CAMBIARE L’ISOLA, ELOGIA LA RAI E PUNZECCHIA LA SONY SU X FACTOR"
Il punto di
In arrivo...
Il Punto di Davide Maggio
Flavia dice:
L'unico che può' risollevare le sorti del' isola,per la curiosità' di vedere il suo comportamento e' conversano...il gladiatore
Nedda dice:
Si certo fortissimo..è sempre più difficile fare un buon cast, molte volte sulla carta qualche nome buono c'è ma poi succede di tutto e di più e..zero dinamiche. Quello dell'edizione 6 è stato un gran cast. Basti pensare che quest'anno sul finale avevamo le coppie nesci-zanchi e rossetto-aura, l'edizione 6 luxuria, belen-rossano e capponi-contessa (checché se ne dica molto divertenti). Forse era andato tutto troppo alla grande nell'edizione 6 e il conto da pagare è stata un'edizione successiva così disgraziata. Io ribadisco i miei complimenti a simona per avar mandato avanti la baracca sempre e comunque e come ho già detto per l'essersi impegnata al massimo a cucinare con quel poco che aveva -e anche con la cucina che andava a fuoco aggiungerei-. Bando alle ciance spero che l'evoluzione dell'isola non vada verso un sensazionalismo spesso tragico stile gf, spinti dalla volontà di trattare temi nobili e di creare uno show più garbato (seppur sicuramente con meno banalità e più tatto rispetto al gf). Non bisogna mai tralasciare la cifra che ha fatto di questa trasmissione il reality più originale è più ben fatto che ci sia, ovvero clima goliardico e talvolta "isterico". La svolta dovrebbe essere quella di avere veri vip, vogliosi di mettersi in gioco e soprattutto che credano, anche in bassa percentuale, all'avventura e all'esperienza in sé.