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INTERVISTA A MASSIMO DONELLI: “I BLOG SONO COME IL MAIALE, NON SI BUTTA VIA NULLA”.

Mattia Buonocore

di Mattia Buonocore

14/04/2010 - 13:25

INTERVISTA A MASSIMO DONELLI: “I BLOG SONO COME IL MAIALE, NON SI BUTTA VIA NULLA”.

Come anticipato lunedì, a partire da oggi  e per le prossime settimane troveranno spazio su DM le interviste condotte nell’ambito del progetto di ricerca “Web 2.0 e innovazione: il ruolo dei blog nell’entertainment televisivo“. Si comincia con Massimo Donelli, Direttore di Canale5. Genovese e genoano, da quattro anni è al timone del primo network commerciale italiano dopo un’insigne carriera da giornalista (Gazzetta dello sport, Secolo XIX, Corriere della Sera, Panorama, Ciaoweb tra gli altri) che lo ha visto fondare la tv satellitare del gruppo Il Sole 24 ed approdare, nel 2002,  alla direzione di Tv Sorrisi e Canzoni. Alla guida del primo settimanale italiano, il direttore si distingue, tra le altre cose, per la sua costante attenzione verso il suo vasto pubblico di lettori con cui dialoga costantemente tramite il web. Proprio la sua apertura ai nuovi media, insieme alla posizione di primo piano ricoperta nel settore, ha reso Massimo Donelli la persona ideale per la ricerca in oggetto. Di seguito potrete dunque leggere il suo contributo in cui oltre a significative implicazioni accademiche, potrete scorgere alcune tematiche squisitamente televisive.

Direttore, come avviene il processo che va dall’ideazione al lancio di nuove produzioni televisive (fiction incluse) a Canale 5?

E’ un processo editoriale lungo, delicato, meditato e che necessariamente richiede non solo diversi passaggi, ma anche il coinvolgimento di molte persone. Perché molte sono le competenze richieste: editoriali, artistiche, finanziarie… Poi c’è la valutazione, importantissima, di Publitalia, giacchè il conto economico della tv generalista poggia su un’unica fonte di ricavo: la pubblicità.

Come giudica il livello di innovazione della televisione italiana? E nello specifico il livello di innovazione in Mediaset?

A Mediaset l’innovazione è un dogma. Da una parte si lavora, senza sosta, per visionare/creare nuovi programmi. Dall’altra c’è un’attività continua per innovare i grandi classici che hanno fatto la storia della tv commerciale. E che sono così amati (proprio perché continuamente aggiornati, appunto) da garantire sempre audience importanti.

Consulta i blog di televisione? Perché?

Sì, li seguo, da tempo, con regolarità. Sono uno strumento di conoscenza. E, quindi, di lavoro. Trovo che alcuni blog abbiano una maggiore ricchezza informativa rispetto ai siti (per non dire alle edizioni cartacee) di molti storici brand giornalistici.

Che ricordi ha dei lettori/internauti della sua precedente esperienza come Direttore di Sorrisi?

E’ stata un’avventura umana e professionale indimenticabile. Per oltre quattro anni ho risposto giornalmente, week end inclusi, a migliaia di e-mail. Funzionava così: a domande specifiche (come si intitola quel film con l’attore tal dei tali che fa il cattivo? come si chiama la canzone dello spot vattelappesca?) rispondevano gli esperti dei vari segmenti (musica, telefilm, cinema); alle domande che richiedevano una mia opinione sulla tv e/o sull’attualità, rispondevo io personalmente. Il grosso del traffico di www.sorrisi.com era generato dalle photogallery e, appunto, dalla posta. Meraviglioso!

A proposito del rapporto diretto con l’”utente finale”, pensa che sia più facile instaurare un confronto con il pubblico per un direttore di settimanale anziché per un direttore di rete?

Certo, è molto più facile dialogare con il pubblico per un direttore di giornale. In tv c’è un problema di dimensioni: la platea è vastissima, milioni di persone. Un sito di per sé è una promessa di ascolto, figuriamoci una rubrica di posta… Io sono genovese, conosco bene le promesse da marinaio e non mi piacciono. Perciò non mi sognerei mai di delegare ad altri il dialogo con gli internauti. Né sarei in grado di gestire la mole di posta generabile da un annuncio su Canale 5 che, poniamo, dica: “Da domani potete dialogare con il direttore di rete scrivendo all’indirizzo…”. A un invito così bisognerebbe necessariamente far seguire i fatti, non le cialtronate. E non essendo io in grado, per ragioni di impegno professionale, a garantire i fatti, cioè non avendo la possibilità di rispondere a ogni singola e-mail, preferisco non scivolare nel cialtronismo…

Riterrebbe possibile e auspicabile un blog di Canale 5 per sondare le opinioni dei telespettatori?

Noi abbiamo un… sondaggio quotidiano: quello che ci offrono ogni giorno, appunto, i dati Auditel. Poi, certo, è sempre interessante sentire l’opinione di uno, dieci, cento, mille telespettatori. Con l’accortezza, però, di non assumere che quell’uno, quei dieci, cento o mille rappresentino l’intera audience televisiva italiana. Ci vuole, come sempre, buonsenso.

La lettura di un commento o di un articolo pubblicato su un blog ha mai influenzato o potrebbe influenzare una sua scelta?

Ne faccio tesoro, ne tengo conto. Con buonsenso, appunto. Un esempio: anni fa, quando dirigevo Sorrisi, fui spinto dalle e-mail a mettere in piedi un’iniziativa senza precedenti nella storia dell’editoria italiana. Realizzammo un cofanetto con 8 dvd per portare in edicola l’edizione integrale di Elisa di Rivombrosa. Un impegno economico gravoso che si trasformò in un successo straordinario: 150 mila cofanetti venduti, un margine di guadagno da capogiro per la Mondadori. Tutto nato dal web…

Il presente progetto ha previsto la pubblicazione di alcuni articoli su Davidemaggio.it finalizzati a capire e far emergere le competenze e le capacità, in materia di televisione e innovazione, dei commentatori del blog, osservando, al tempo stesso, eventuali reazioni degli addetti ai lavori. Ebbene, in uno degli articoli pubblicati si suggeriva la riproposizione di Bravo Bravissimo su Canale 5 nella garanzia primaverile. Il “suggerimento” è poi diventato realtà (l’intervista risale a dicembre 2009, ndDM). Non so se Lei avesse letto il pezzo o meno, ma in entrambi i casi quali sono le sue impressioni?

Le ho già risposto, ma mi permetta di pescare nel gran serbatoio della saggezza contadina per dire: i blog sono come il maiale, non si butta via nulla…

Spesso sul web ci sono delle vere e proprie “sollevazioni popolari” a favore o contro un determinato personaggio o programma (un esempio: su Davidemaggio.it i commentatori quasi all’unanimità hanno chiesto il ritorno de La Talpa con Paola Perego al posto del ritorno – paventato – de La Pupa e il Secchione); quanto e se possono essere determinanti tali massicce manifestazioni di volontà rispetto, ad esempio, ad un’analisi di mercato?

Sono un elemento in più per la riflessione.

Che opinione si è fatto del progetto di John De Mol di creare una comunità online per dare l’opportunità agli spettatori di proporre i propri format?

Un bel progetto. Spero che, anche in questo caso, sia tutelata la proprietà intellettuale: le buone idee appartengono a chi le ha. Se poi vengono realizzate, chi le ha avute deve avere un concreto riconoscimento.

Con il recente restyling del portale Mediaset, il gruppo per il quale Lei lavora ha fatto un primo passo nel mondo del web 2.0. A pochi mesi di distanza qual è il suo primo bilancio?

E’ presto per dare un giudizio. Ma è un primo, importante passo che l’azienda ha meritoriamente compiuto nell’ambito del processo di digitalizzazione della tv. E, appunto, nell’era digitale sono molti i fronti da presidiare: per noi quello televisivo è, ovviamente, prioritario. Tuttavia il web è uno strumento troppo importante per essere trascurato, anzi…

Guardando il portale di Telecinco si scopre che la rete “gemella” di Canale 5 è molto più all’avanguardia nel mondo del 2.0. Ad esempio, su telecinco.es è possibile vedere un programma online e contestualmente commentarlo con l’account di Facebook. Sempre su Facebook Telecinco può contare su una pagina in cui quotidianamente, tra le altre cose, aggiorna i suoi fan di ciò che accade nei vari programmi (e dunque promoziona gli stessi). Paradosso vuole, invece, che di Canale 5 sul social network più famoso non vi sia traccia. Ci sono all’orizzonte nuove applicazioni 2.0? L‘esperienza di Telecinco può rappresentare per voi un benchmark da raggiungere?

Provi a immaginare un cartello con la scritta: “Lavori in corso”. Oppure, se preferisce, “Stiamo lavorando per voi”. Ecco, questo cartello campeggia idealmente di fronte agli uffici di Mediaset dove ci si occupa di web.

Nessun programma tiene banco sul web come Uomini e donne. Quali sono le sue impressioni su una trasmissione che su Youtube arriva ad esser guardata da 100 mila persone, considerando che un numero simile di “ascoltatori”, sommato a quello dell’auditel, incrementerebbe di circa l’1% lo share del programma?

Uomini e donne è un brand storico di Canale 5. La contaminazione internettiana non puo’ che giovargli. E conferma che la continua manutenzione dei nostri programmi è premiata dal pubblico più dinamico, che si muove in continuazione nei differenti universi digitali: telefonia, web, tv….

Altra rivelazione di Youtube è il Checco Zalone Show, che pur essendo stato un flop per l’auditel, ha raccolto moltissimi consensi nel web. Secondo Lei i motivi sono attribuibili a diversi meccanismi che regolano i due mezzi di comunicazione o un tale divario tra i risultati è sintomo che c’è stato qualcosa di sbagliato nella produzione, promozione e programmazione dello show?

Oltre 3 milioni di telespettatori in prime time di domenica con uno spettacolo teatrale one shot non mi pare siano un flop, anzi. Per Checco Zalone era un esordio assoluto, da solo, e perdipiù su un palcoscenico importante come quello dell’Ariston. E’ andata così bene che, dopo, chi ha visto lo spettacolo con il suo passaparola (e con l’inserimento di molti frames su youtube) ha contagiato centinaia di migliaia di altre persone.

Per concludere, anche alla luce di quanto detto, il web potrebbe aiutare a migliorare il processo innovativo in televisione?

Sì, certamente. Ma, ripeto, pur di prendere tutto cum grano salis…

[Per saperne di più sul progetto di ricerca e sulle interviste che seguiranno clicca qui.]

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19 commenti su "INTERVISTA A MASSIMO DONELLI: “I BLOG SONO COME IL MAIALE, NON SI BUTTA VIA NULLA”."

  1. Un "mito" come Direttore di Sorrisi&Canzoni, come Direttore di Canale5 bè... la situazione credo sia un po' complessa da valutare.

  2. Ma come si fa a giudicare un programma dallo share? E' come giudicare l'intelligenza di Leonardo da Vinci contando gli amici che aveva bah Al limite bisognerebbe vedere la qualità dei programmi Ma qualcuno l'ha mai visto Matrix, come s'è ridotto? O ha mai visto Verissimo? Ma non lamentiamoci troppo non sia mai lo sostituiscono con Alfonso Signorini lì sì che siamo spacciati

  3. Considerato lo scopo bell'intervista, belle domande e belle risposte.

  4. bravo Mattia, complimenti per questo progetto. Qualcuno come sempre si è fiondato nei commenti senza nemmeno leggere il pezzo, il risultato è che non ha capito nulla. Comunque Donelli mi pare poco sincero. Proprio lui che teneva tanto alla posta e al dialogo quando era a Sorrisi, se avesse consultato davvero i blog televisivi, avrebbe potuto evitare certi flop come il falco e la colomba e i fratelli benvenuti...

  5. @Marco 82 e con i 4 milioni (quindi 21-22% di share), da te previsti, gli obiettivi di rete sarebbero stati raggiunti. Comunque mi chiamo Mattia :D

  6. ahahahahha legge i blog di Tv??????' non credo proprio, se no capirebbe come fare una buona programmazione e in che giorni mettere determinate cose, visto che non ne fa una giusta!!!! dice che checco zalone non fu un flop, ma anzi.................. ahahahhahahahahah cmq però domande riguardo a tutte le fiction che sono flop e al disastro dei giorni in cui programma le cose potevate anche fargliele!!!

  7. @ MARCO semplici punti di vista ps. sullo show dei record di sabato con la perego che non è mai andata bene su canale 5 e contro lo ti lascio io ero sicuro che andasse male, ma pensavo che almeno 4 milioni li facevano...

  8. Mattia Buonocore dice:

    @Marco 82 ascolti orribili per Pomeriggio Cinque? Ma l'altro giorno non ha battuto la Vita in diretta? Forse sono risultati altalenanti ma è sempre stato così. Milionario? Sì in crisi ma qualunque Direttore si sarebbe imbattuto (Canale 5 ha comunque tentato di sperimentare altri preserali) Striscia perde? L'importante è superare gli obiettivi di rete non vincere, poi, onestamente se i problemi fossero tutti come quelli derivanti da Striscia. Prima serata? E' inutile negarlo ci sono risultati sfasati (la media è comunque buona). E' bene comunque precisare che, come si evince anche dall'intervista, il direttore non è l'unico a decidere. Poi quanti pensavano che lo Show dei Record il sabato facesse il 18% o quanti non avrebbero dato un'opportunità ai RIS?

  9. A me piace molto Donelli, anche se è un pò paraculo :D. Nessuno ha notato quest'affermazione : Oltre 3 milioni di telespettatori in prime time di domenica con uno spettacolo teatrale one shot non mi pare siano un flop, anzi.