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Myrta Merlino: avevo bisogno di un nuovo studio. Ora mi sento a casa, ecco cosa farò
La lettera della conduttrice di Pomeriggio Cinque a Davide Maggio in cui racconta tutte le novità della stagione ai nastri di partenza.
di Davide Maggio
01/09/2024 - 17:37
Le località di villeggiatura, si sa, possono essere straordinarie per il relax, un po’ meno entusiasmanti per le comunicazioni. Succede così che Pantelleria e la Valle d’Itria si siano potute mettere in contatto solo tramite Whatsapp per raccontarvi le novità di Pomeriggio Cinque 2024/2025. Ho chiesto (dalla Puglia) a Myrta Merlino (in Sicilia) di raccontarmi cosa attenderà il pubblico da domani, giorno del debutto della nuova stagione del programma di Canale 5. Il risultato ha dato il la ad un racconto diverso, che non mi è dispiaciuto: non un’intervista ma una lettera, che ha quel sapore tanto caro a chi ama ancora la penna.
Caro Davide, come ben sai, il primo anno è stato un po’ il battesimo del fuoco, però è stato molto utile perché ho capito dov’ero, ho preso le misure, ho capito cos’era Canale Cinque, cos’era questo enorme pubblico e cosa si aspettava. Ha dovuto conoscermi, imparare a conoscermi e imparare anche ad amarmi, spero; io, dal canto mio, ho capito molto di loro, anche perché il pomeriggio, da questo punto di vista, è un viaggio vero, dentro quello che spesso si definisce la pancia del Paese ma io definirei, un po’ a la Matilde Serao, il ventre del Paese, cioè le sue pieghe più profonde. Dico questo perchè, da una parte, quel pubblico un po’ si affida alla televisione, mette nella televisione le sue speranze, i suoi desideri ma anche le sue paure e la sua rabbia, e un po’ perchè il racconto della cronaca è forse il racconto più potente, quello che fotografa precisamente cos’è l’Italia. Questo l’ho capito facendola, non l’avrei detto un anno fa; oggi penso assolutamente che per un giornalista che vuole raccontare il Paese, fare la cronaca nera è uno strumento formidabile.
Adesso è cambiato molto, sono più avvisata, a parte sui pericoli che corro, ma sarò fedele al principio che ho sempre avuto, l’unico che mi ha guidato: essere fedele a me stessa. La prima cosa che ho pensato quando mi è stata fatta questa offerta così importante ma anche così diversa da me è stata non perdere me stessa e rimanere quella che sono perchè credo che in televisione vinca sempre e solo l’autenticità. Quindi più riesco a esser Myrta più il mio rapporto col pubblico è vero, profondo, più sono affidabile. Se non mento su di me, non mento sul resto e sono un punto di riferimento.
Questo si rispecchia in questo nuovo studio (che voi potete già vedere, ndDM). Avevo bisogno di uno studio che fosse più vicino a me, che mi somigliasse di più e in cui mi sentissi a casa. Sono entrata in studio e veramente mi è battuto il cuore: all’improvviso ho visto una cosa che mi è sembrata casa mia, in cui mi è sembrato di poter star bene, a mio agio e serena perché ho creato un centro, ho creato un luogo in cui sento di avere un approdo che serve a me in primis, per avere le mie carte davanti, i miei giornali, avere il luogo da cui partono le mie idee; e poi perché avere un tavolo di lavoro è per me importante perché mi riporta alla mia mission: fare Pomeriggio Cinque, un programma giornalistico, informativo, che racconti le notizie e quel tavolo diventa in qualche modo l’approdo dove le notizie arrivano e da cui poi ripartono le nostre osservazioni, le nostre idee, le mie e quelle dei miei ospiti.
E veniamo ad una altra cosa che mi sta a cuore: l’anno scorso mi sono un po’ lasciata alle spalle i miei ospiti classici de L’Aria che Tira che erano molto la mia famiglia e ho dovuto piano piano entrare in un mondo nuovo e costruirmi dei rapporti di sintonia, di empatia, di affinità. E’ successo con alcune persone, non con tutti, e quest’anno la cosa bella per me è che ripartirò con i miei amici, con le persone che mi sono state vicine, con le persone che ho sentito affini e stimolanti lo scorso anno. Però sono pronta ad accogliere dell’altro, altri stimoli, altre persone; è come se facessi una cena a casa mia con i miei amici e so che arrivano tre ospiti da fuori, e mi incuriosiscono; mi diverte vederli ma entrano loro a casa mia, questa è la cosa importante, sono io la padrona di casa. Io sono a casa mia e chi arriva sta alle mie regole e quell’isola diventa un po’ un’isola televisiva in cui secondo me devono succedere tante cose, devono partire tante notizie, devono arrivare tanti messaggi del pubblico, tante richieste d’aiuto.
Io vado molto fiera, per esempio, della nostra grande battaglia sulle truffe perchè quello per me è servizio pubblico. Da quando lavoravo con Giovanni Minoli, che ci ha cresciuti e allevati al servizio pubblico, non ho mai pensato che il servizio pubblico fosse il canone, fosse la Rai. Credo che il servizio pubblico è dentro di noi, lo fa il nostro lavoro, lo puoi fare in Rai, lo puoi fare a Mediaset, lo puoi fare a Canale 5. L’importante è come ti poni: la televisione diverte, fa evadere, fa ragionare, fa arrabbiare ma ha un elemento di utilità e questo elemento per me è fondamentale perché dà senso anche un po’ alla mia vita per una persona, come me, la cui vita è mangiata dal lavoro. Io da lunedì fino a giugno praticamente non farò altro che lavorare perché questo è un lavoro – come tu sai bene perché pure tu sei uno che sta dentro le notizie – che ti mangiaa la vita; beh, devi pensare che fai anche qualcosa che serva e quest’anno tutto il riscontro che abbiamo avuto sulle truffe, la gratitudine di tante persone anziane è una cosa che mi ha veramente fatto bene e quindi io continuerò a fare delle battaglie l’anno venturo. La mia battaglia su tutte, lo sai, è quella sulle donne, sui femminicidi perché già il bollettino è di guerra (dall’inizio dell’anno siamo, mi pare, a 56-57 vittime). Per me ognuna di queste vittime merita attenzione, merita racconto, merita comprensione; così come merita attenzione tutto quello che lascia. Una delle cose meravigliose che mi è successa quest’anno è stato l’incontro con le madri, le sorelle, le amiche delle vittime, donne che rimangono e che sono delle Antigoni cioè combattono per la verità e per la giustizia. Ne ho conosciute tante Elena Cecchettin, Stefania, la sorella di Alessandra Matteuzzi, la madre di Erika Preti, insomma sono veramente una quantità enorme e sono donne di una forza e di un rigore, anche morale, straordinario. Penso che la televisione possa svolgere anche un ruolo culturale e quindi mi auguro di riuscire a mandare da quel tavolo messaggi potenti anche sul ruolo delle donne. Ci conto molto.
Sulle donne non aggiungo altro, sono figlia di una femminista, mia mamma mi ha portato tutta la vita alle manifestazioni delle femministe. ‘Sebben che siamo donne paura non abbiamo’, ‘tremate tremate le streghe sono tornate’ sono state le canzoncine della mia infanzia, quindi ti lascio immaginare quanto per me sia presente questo tema a tutti i livelli.
Questo non vuol dire che non parleremo dei nostri grandi temi, le storie d’amore, di disamore, i tradimenti, le riappacificazioni, i dolori che riguardano anche le grandi star: è una di quelle cose che certamente fa rispecchiare le persone nei VIP, in quelli che ce l’hanno fatta e poi però, dal punto di vista emotivo, sono fragili esattamente come tutti gli altri. Continueremo a ragionare sulla Ferragni perché è stato per noi un grande viaggio, secondo me è un viaggio anche dentro qualcosa che – ne abbiamo parlato tante volte io e te – ha scoperchiato un mondo, che ha reso palese la fragilità del sistema su un mondo che ormai è un vero business, produce denaro, produce giro d’affari e sul quale bisogna cominciare a ragionare. Anche Fedez lo tratteremo come un grande romanzo popolare, così come continueremo ad andare avanti sui Reali. Ho intenzione di aprire una finestra anche sulle elezioni americane, perché sono convinta che diventerà un romanzone, una soap opera, con lui tycoon maschile e maschilista e lei donna, di colore, che viene da un’altra storia, quindi anche una sorta di grande scontro maschi contro femmine. Secondo me, raccontato bene, in maniera pop, ci può dare molte soddisfazioni.
Noi siamo una barca che ogni mattina si sveglia, aspetta il vento delle notizie e parte. Ma al di là dell’attualità che è l’unica nostra guida, ci sono alcune battaglie che consideriamo un po’ dei fil rouge della nostra attività, quelle sui diritti in generale. Quest’estate mi ha molto colpito tutto l’orrore e l’odio nei confronti di quei ragazzi omosessuali, ci sono tante manifestazioni di violenza e di odio contro i “diversi”, è un’altra cosa che vorrei veramente non mollare mai perché credo che un Paese in cui noi difendiamo i diritti degli altri è un Paese in cui i nostri diritti sono più al al sicuro, ne sono fermamente convinta.
Spero davvero che questo studio, veramente bello, che mi ha veramente emozionata, diventi una casa aperta, una casa aperta alle donne, agli anziani soli, a chi appunto ha bisogno di essere difeso, alle storie delle persone, la voglia di raccontarsi, la voglia di dire la verità, di essere autentici. Ho amato Eleonora Giorgi perché è stata autentica dal primo istante con me. Uno studio in cui non desidero avere ospiti che vengono a recitare una parte commedia ma ospiti che hanno voglia di raccontare se stessi e poi desidero avere vicino a me persone intelligenti che sappiano guardare alla realtà, anche alla realtà più leggera tra virgolette però sempre con una chiave, sempre con un punto di vista originale. Insomma quello che mi pare di capire anche dopo quest’anno così complicato è che la televisione è viva e lotta insieme a noi. Mi sembra che ci sia molta attenzione attorno alla TV, ne vedo tanta tanta ma tu questo lo sei molto meglio di me.
Myrta