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È tempo per un reboot di Popstars?

Nell'era dello streaming, il primissimo talent show potrebbe essere un modello di riferimento per gli OTT

Mattia Buonocore

di Mattia Buonocore

04/04/2024 - 14:52

È tempo per un reboot di Popstars?

Le Lollipop a Popstars

A noi italiani non sono mai andati veramente a genio. Ma i talent show hanno una preziosa caratteristica nell’era della frammentazione televisiva:  fanno parlare, valicano il piccolo schermo dettando la conversazione sui social e prendendosi spazio su Spotify. Per una realtà nuova che deve radicarsi nelle abitudini degli spettatori e fatica ad oltrepassare la soglia proponendo novità sono perciò un genere da tenere d’occhio. In Italia, finora ci ha provato Disney+, con  Italia’s Got talent che non era musicale e dunque non in grado di attivare determinati meccanismi, e Netflix, con Nuova Scena, tentativo parzialmente riuscito che andava però a colpire solo un genere.

Il problema è che il classico impianto del talent in diretta/studio, oltre ad essere un po’ in crisi (Amici è un mondo a parte) e portare con sè un impianto mastodontico, sarebbe in questo momento poco percorribile per uno streamer che ha abituato a fruizioni on demand e può contare su una platea nel complesso ancora ristretta. Il linguaggio dovrebbe essere quello del factual. E qui, guardando una delle ultime serie proposte da Netflix, Girls5eva (le prime due stagioni erano su Peacok) su una girlband dei primi anni 2000 che tenta di ritrovare il successo, viene in mente Popstars, format neozelandese del 1999.

Era il 2001 quando nel daytime di Italia1 fece irruzione il primissimo talent con lo scopo di formare un gruppo musicale al femminile. Prima le classiche selezioni e poi una parte reality che seguiva il debutto discografico vero e proprio. Nacquero le Lollipop che portarono il loro primo singolo Down Down Down al primo posto della classifica di vendite (quarto singolo più venduto nel 2001, quando i singoli si compravano).

Il limite di quel programma fu la difficile traslazione in prima serata. Quando, due anni dopo, si riprovò con una versione tutta improntata al prime time (Superstar Show), il flop fu fragoroso. Vero è che le boyband e le girlband italiane non hanno mai fatto breccia, a differenza di quel che accade Oltreoceano (molto spesso quello che lì è cool, qua sarebbe cringe), però quel linguaggio, quel misto di talento e ‘trash’, quel pubblico giovane è ciò che servirebbe a una piattaforma.

Se non è Popstars, potrebbe essere qualcosa di nuovo che tenga a mente quel modello come benchmark. In Spagna, Prime Video ci ha provato col talent rispolverando Operación Triunfo, che si è guadagnato il rinnovo. Si tratta di uno show in diretta ma forte di una storia di successo eccezionale (la finale della prima edizione del 2002 sfiorò i 13 milioni). Mentre vi scriviamo scopriamo che Prime Video Francia ha ordinato una nuova stagione proprio di Popstars. Chissà che, sulla scia delle ragioni di cui vi abbiamo parlato sopra, non apra un varco…

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