12
dicembre

EFFETTO RENZI: VOLTI NUOVI NEI TALK SHOW. CAMBIAMENTO O SOLO UN BLUFF?

Porta a Porta

Una “rottamazione” del tutto involontaria, Matteo Renzi l’ha compiuta. Con la sua elezione a segretario del Pd, il sindaco di Firenze ha infatti costretto il piccolo schermo ad archiviare (almeno in apparenza) la consueta nomenclatura parlamentare e a confrontarsi con una generazione di politici ormai più che esordiente. Angelino Alfano, Matteo Salvini, il premier Enrico Letta, Giorgia Meloni e lo stesso Renzi: non è chiaro se si tratti del nuovo che avanza o di un avanzo del vecchio, ma i nomi citati hanno tutti meno di 50 anni. Un cambiamento – perlomeno anagrafico – è avvenuto, e la tv ha recepito il segnale.

Porta a Porta: la carica dei quarantenni

Lo dimostrano alcune scelte emblematiche effettuate dai principali programmi d’approfondimento attualmente in onda. La più significativa è stata quella di Porta a Porta, da sempre considerato il più istituzionale dei talk show. Martedì scorso, 10 dicembre, la trasmissione di Bruno Vespa ha convocato un parterre di ospiti composto Annagrazia Calabria (Forza Italia), Dario Nardella (Pd), Barbara Saltamartini (Nuovo Centrodestra), Andrea Scanzi e Tommaso Labate. Tutte personalità giovani, scelte dal programma di Rai1 per commentare “la carica dei quarantenni” in politica, come è stata definita.

Santoro amarcord: stasera ospite Brunetta

Per una sera, a Porta a Porta non si sono visti i soliti Gasparri, Finocchiaro e Quagliariello: una scelta di scaletta ma, soprattutto, un segno dei tempi. Allo svecchiamento degli ospiti hanno contribuito anche Ballarò, La Gabbia di Gianluigi Paragone e Virus di Nicola Porro (in onda ieri, eccezionalmente in seconda serata). Il talk show di Rai2, tuttavia, è ricorso ad un Roberto Formigoni d’annata per scaldare il dibattito. Notiamo però come non tutti abbiano scelto la strategia del rinnovamento: stasera, ad esempio, Michele Santoro ospiterà Renato Brunetta a Servizio Pubblico. Un grande classico.

Alla luce di tali scelte contrastanti, viene dunque da chiedersi se “l’effetto Renzi” (per sintesi, definiamolo così) sia o meno l’inizio di un più ampio processo di cambiamento. La presenza di volti nuovi in video potrebbe riaccendere l’attenzione del pubblico, ormai disaffezionato al gioco delle parti inscenato dai soliti attori. Del resto, spesso abbiamo riconosciuto nella presenza delle “solite facce” una causa della crisi dei talk show.

Forse siamo ad un punto di svolta, ad un primo cambiamento dello scenario mediatico. Ma andiamoci piano: siamo pur sempre il Paese degli eterni ritorni, delle promesse disattese. Dei format riciclati. E c’è chi, ormai sfiduciato, legge “rottamazione” e sente già puzza di bluff.



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1 Commento dei lettori »

1. Nina ha scritto:

12 dicembre 2013 alle 11:29

Ovviamente ci sarà un’overdose di Serracchiani.



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