17
luglio

DA PIETRO TARICONE A CORY MONTEITH: QUANDO DALLA MORTE DI UN ATTORE DIPENDE LA VITA DI UN PERSONAGGIO

Pietro Taricone

La morte prematura di Cory Monteith ha spiazzato tutti e gettato nella disperazione i suoi ammiratori. Da un punto di vista pratico per Fox la morte di uno dei protagonisti di Glee ha causato una sorta di black out momentaneo: come fare adesso con la nuova stagione in cantiere? Riscrivere ciò che era già scritto? Sostituire l’attore conservando il personaggio? Oppure far uscire Finn Hudson di scena insieme a Cory e, se sì, come? Facendo morire anche lui? Non sono ragionamenti facili da fare, perché ogni decisione scontenterebbe qualcuno: far morire il personaggio vorrebbe dire non permettere all’attore di sopravvivere almeno nell’immaginario collettivo, sostituirlo vorrebbe dire mancare di rispetto alla sua memoria e fare finta di niente sarebbe anche peggio.

Una questione spinosa, insomma. Che di certo non si verifica ora per la prima volta, visto che la tv americana conta molti altri casi simili e ognuno “risolto” in maniera diversa. Jock Ewing di Dallas morì in un incidente aereo dopo la dipartita dell’interprete Jim Davis mentre nella nuova serie l’omicidio di J.R., dovuto alla scomparsa del suo interprete Larry Hagman, ha avuto un ruolo fondamentale nella storyline della seconda stagione. Sally Spectra, storico personaggio di Beautiful, invece, è in giro per il mondo a godersi la vita da quando l’attrice Darlene Conley è stata stroncata da un cancro allo stomaco (anche se lo scorso anno il suo personaggio ha fatto una comparsata…). Dopo la scomparsa di John Ritter la sitcom 8 semplici regole è andata avanti senza di lui, che ne era protagonista con il suo Paul Hennessy, cambiando però registro e trasformandosi in una commedia dai toni più seri. Al contrario la morte di Jerry Orbach è passata praticamente sotto silenzio in Law & Order: ad un certo punto si accenna al fatto che il suo Lennie Briscoe è morto ma senza dire come, quando e perché.

I casi italiani di questo tipo sono molti di meno. L’ultimo riguarda l’attore Damiano Russo, morto in un incidente nel 2011 e dunque non presente nel seguito di Come un Delfino che gli è però stato dedicato; la sceneggiatura è stata modificata e il suo personaggio, Nazi, è morto con lui, permettendo agli autori di mettere in scena un funerale col quale omaggiare Damiano. Ma il caso più eclatante, che risale al 2010, è la morte di Pietro Taricone, star del primo Grande Fratello, che cinque giorni dopo il volo col paracadute che gli costò la vita avrebbe dovuto iniziare a girare la terza serie de La Nuova Squadra, di cui erano già stati scritte per intero sette serate e della quale lui sarebbe stato protagonista.

Il suo personaggio, Vito Sorrentino, un poliziotto fragile e pieno di debiti, era stato arrestato dal suo migliore amico Sergio Vitale (Rolando Ravello) all’inizio della seconda serie e nella terza sarebbe tornato non più come poliziotto, ma come preda della malavita che lo costringeva a delinquere e dunque sfidare i suoi ex colleghi. La sua natura pulita, però, gli avrebbe impedito di agire senza rimorsi e, complice un vero grande amore, Sorrentino avrebbe finito per aiutare Vitale a mettere le mani su un nuovo boss. La morte improvvisa dell’attore ha costretto la produzione ad uno stop di circa un mese nel quale un team di sei sceneggiatori ha rimesso mano ai quattordici episodi già pronti per adattarli alla nuova story line decisa dopo un unico lungo brainstorming.

Per ironia della sorte Vito Sorrentino, che secondo le intenzioni iniziali sarebbe probabilmente morto alla fine della terza stagione, per il pubblico è ancora vivo ed in carcere in attesa di uscire e vivere la sua vita, cosa che invece Pietro Taricone non potrà più fare. La sua scomparsa non è stata l’unica che la produzione de La Nuova Squadra – Spaccanapoli ha dovuto affrontare: anche l’attore Guido Palliggiano, che aveva già girato alcune scene nel ruolo di un giudice, morì improvvisamente così il suo ruolo fu sdoppiato e i giudici divennero due.

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6 Commenti dei lettori »

1. Saso ha scritto:

17 luglio 2013 alle 12:10

Bell’articolo, complimenti!
Degno di nota è anche il caso del grande Corrado Mantoni, scomparso “prematuramente”, regalandoci solo uno dei sei episodi della fiction Investigatore Allo Sbaraglio



2. ale88 ha scritto:

17 luglio 2013 alle 13:24

anche Rosel Zech, la madre generale della serie tedesca ‘Un ciclone in convento’ morta nel 2011 mentre stavano girando l’11^ stagione



3. griser ha scritto:

17 luglio 2013 alle 13:50

Per non dimenticare il primo interprete di Spartacus che all’apice della carriera è morto prima delle riprese della seconda serie da un cancro al cervelletto?



4. New_AMZ ha scritto:

17 luglio 2013 alle 13:51

In Law & Order, Jerry Orbach lasciò la serie a maggio e lui morì a gennaio dell’anno successivo (su Classtv MSNBC stanno andando in onda proprio i suoi ultimi episodi). Lui lasciò per andare a “Trial by Jury” (Il verdetto, passato in onda sulle reti Mediaset) ma dopo due soli episodi girati morì.
Nella serie madre la notizia della sua morte è stata riportata più volte, l’ultima volta nell’11° episodio della stagione 20 (andato in onda su Rai 3 due giovedì fa) in cui Van Buren e Curtis si ritrovano durante un periodo difficile e citano proprio Lennie Briscoe e i suoi ultimi giorni di vita quando – dice Curtis – riusciva ancora a fare battute.



5. Dasmix ha scritto:

17 luglio 2013 alle 16:46

Vero griser… Andy Whitfield, un grandissimo attore.
Avevano fatto anche un mini docu film sulla sua vita dalla scoperta del tumore, penso sia stata una delle cose piu’ tristi che io abbia mai visto.
Ottimo articolo comunque..



6. Michele ha scritto:

17 luglio 2013 alle 17:10

Per quanto riguarda le soap opera Usa vanno menzionati anche i casi di Charita Bauer interprete di Bert Bauer in Sentieri per ben 34 anni: il personaggio venne fatto morire un anno dopo la morte dell’attrice (all’inizio infatti, visto l’importanza del personaggio, i produttori della soap avevano pensato di recastarlo ma i fan protestarono e quindi fu fatto morire) e di Jeanne Cooper (la Katherine Chancellor di Febbre d’Amore), morta recentemente per malattia assieme al suo personaggio che ha interpretato per più di 40 anni.



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