“La morte è l’unica certezza”. Certo, uno dei principi della filosofia cristiana e kierkegaardiana non vale per lo straordinario mondo delle soap e della serialità televisiva, capace di riportare in vita e di far scomparire con la stessa rapidità i protagonisti ormai entrati nel cuore e nel vivido ricordo dei telespettatori. E così, in men che non si dica, ecco riapparire con il suo abito disadorno e la folta capigliatura di fuoco Sally Spectra, interpretata dall’attrice Darlene Conley scomparsa sei anni fa, per intrattenersi in una breve telefonata con la sua amica-nemica Stephanie Forrester (Susan Flannery), colpita da un male incurabile.
Ma come avranno fatto gli sceneggiatori e gli autori a riportare sul piccolo schermo l’irriverente Sally per reinserirla in quel guazzabuglio chiamato Beautiful? Semplice, servendosi di una controfigura. Sally, infatti, comparirà sì sulla scena, ma solo di spalle, proferendo parola però con la sua voce originale, frutto di un meticoloso lavoro di montaggio per ricreare, da una sua precedente battuta sul set, l’italianissimo “Ciao bella!” che saluterà Stephanie, ormai prossima alla fine. Inutile dire la masnada di polemiche per l’escamotage già andato in onda in America e da molti ritenuto irrispettoso e sconveniente. D’altronde Beautiful ci ha ormai abituati a tutto, come la mistica risurrezione di Taylor Hayes (Hunter Tylo) comparsa davanti agli occhi del compagno Ridge (Ronn Moss) mentre quest’ultimo era intento a dissotterrare il suo corpo e a scoprirvi, invece, una bambola di cera manco fossimo al Madame Tussauds.
Non solo Beautiful, ma anche Dallas è schiavo dei meccanismi di morte e rinascita per sfuggire da quel pericoloso labirinto chiamato noia e banalità. Nel bel mezzo delle riprese della seconda stagione, l’attore Larry Hagman, il perfido J.R., è tristemente scomparso, sconfitto da un cancro con cui lottava da anni. Che fare? Semplice, uccidere “serialmente” il personaggio che, ricordiamo, già nel 1980 era stato sparato per poi rinascere davanti al picco di ascolto più alto che il telefilm sulla dinastia degli Ewing abbia mai registrato.
Anche al cinema come in tv il controverso mondo delle morti e delle rinascite l’ha sempre fatta da padrone, ricorrendo a espedienti sempre più raffinati e arguti per far sì che tutto fosse in realtà studiato meticolosamente a tavolino. Pensiamo alla prematura scomparsa di Brandon Lee, colpito da un incidente mortale sul set de Il Corvo e ricreato digitalmente al computer per portare a termine le riprese o Heath Ledger, sostituito da uno stuolo di attori da Jude Law e Johnny Depp per concludere gli snodi narrativi portati avanti in Parnassus – L’uomo che voleva ingannare il diavolo. Certo sarebbe bello se questi sinistri marchingegni funzionassero anche nella realtà, ma la fabbrica della finzione è l’unica a poter attingere al mistero assoluto della morte e della vita, così come è l’unica a giustificare 9 matrimoni, 5 figli e altrettante avventure di Ridge Forrester nell’arco di 25 anni.
1. amazing1972 ha scritto:
3 dicembre 2012 alle 13:19