Avrà anche voltato pagina Patrizia Mirigliani, sforzandosi di trovare una valida alternativa alla Rai per l’edizione 2013 di Miss Italia e tenendosi ormai fuori dale polemiche, ma alle provocazioni gratuite non riesce a non rispondere. E dunque lo fa ma mantenendo un profilo basso, mostrandosi gentile mentre in realtà sotto la cenere c’è ancora fuoco e si sente.
Dopo le dichiarazioni del Presidente della Camera Laura Boldrini, che ha affermato di sentirsi rallegrata per la scelta ‘moderna e civile’ dell’azienda pubblica di non trasmettere più la kermesse, l’organizzatrice dell’evento stesso risponde attraverso la pagina Facebook ufficiale del concorso con le seguenti parole.
“Apprezzo l’interesse della Presidente della Camera per Miss Italia. In tutto il mondo si valorizza la bellezza nazionale, compito che noi perseguiamo con etica e correttezza da ben 74 anni. Avrei piacere di incontrare personalmente la Presidente per renderla partecipe di quanto Miss Italia abbia fatto per le donne. Le protagoniste sono cinquemila ragazze che liberamente si sono iscritte e che partecipano per conquistare quella visibilità che nessun altro evento mette loro a disposizione in maniera così seria e pulita.”
Ahi ahi. Era partita bene, la Mirigliani, con quel ringraziamento di maniera che voleva dire ben altro, ma poi si è fatta prendere la mano eleggendosi quasi a paladina del bene femminile con quel concetto, più e più volte ripetuto in passato, che il suo concorso per le donne ha fatto tanto. Quasi come fosse un evento benefico, come se per lei e tutto il suo entourage non fosse un lavoro e non avesse portato profitti in questi settantaquattro anni, come se fosse un’opera di bene.
Forse è questo il vero problema di Miss Italia, che l’ha portata allo stallo mediatico in cui si trova adesso: l’eccesso di (finto) moralismo. Quello della Rai che dice di non voler più usare il corpo femminile, cancella la kermesse dal palinsesto e poi si ripropone di creare un nuovo format per esaltare la bellezza italiana; quello dei politici, che invece di occuparsi dell’immoralità che circola un po’ ovunque vanno a cercarla in una gara di bellezza che, diciamolo una buona volta, non ha mai fatto male a nessuno; quella della Mirigliani – la cui posizione però è la più comprensibile – che cerca di dare al suo prodotto un senso ed un valore esageratamente più alto di quello che ha.
E’ un gioco, un concorso, un evento mediatico, nient’altro. Se l’avessero capito tutti, magari riformulandolo per renderlo più appetibile al pubblico di oggi, forse non saremmo a questo (triste) punto. Ma, soprattutto, se in un concorso di bellezza ci si fosse limitati a mostrare belle ragazze senza farle parlare imbarazzate di tutto o niente, senza farle recitare quando non erano capaci rendendole ridicole, magari gli ascolti non sarebbero calati e non avrebbero dato il giusto pretesto per lo stop.
1. Nina ha scritto:
16 luglio 2013 alle 11:23