Non c’è evento se non c’è polemica, e non è mica sempre detto che la polemica sia fine a se stessa. Prendiamo The Voice ad esempio: il talent show prodotto dalla Toro di Pasquale Romano e Marco Tombolini ha, come è normale che sia, gli occhi puntati. Ed è inevitabile che, essendo il programma di punta della stagione primaverile di Rai2, ogni minimo dettaglio venga accuratamente analizzato alla ricerca di chissà quale misterioso complotto ai danni dell’azienda pubblica. Normale quindi che qualche “bravo giornalista” abbia storto il naso leggendo l’ipotetico costo del programma, intorno ai 10 milioni di euro per 13 prime serate, guardandosi bene dal rivelare che la tanto osannata BBC, l’azienda pubblica inglese, abbia pagato la bellezza di 22 milioni di sterline per l’acquisto dei diritti del format per due anni. Tanto per dire.
C’è però un altro dettaglio che ha lasciato interdetti molti, tra cui i dipendenti stessi di viale Mazzini che si sono subito affrettati a contattare via mail il Direttore Generale Luigi Gubitosi per chiedere lumi: la partnership tra The Voice e RTL 102.5, che è a tutti gli effetti la radio ufficiale del programma. Una collaborazione che ha lasciato di sasso i tanti giornalisti di Radio Rai che si sarebbero giustamente aspettati di essere coinvolti nell’operazione, viste anche le dichiarazioni passate del DG sul business radiofonico di viale Mazzini totalmente da reinventare.
Come rivelato da Globalist, Gubitosi pare si sia armato di santa pazienza e abbia risposto ai tanti dipendenti indignati sottolineando che egli stesso condivide lo sconcerto per la mancata partecipazione di Radio Rai e pertanto si sarebbe impegnato a capirne dinamiche e motivazioni: “A prima vista mi sembra un esempio di mancato coordinamento tra radio e televisione”. Il DG mette le mani avanti, se non fosse che la notizia della partnership era nota dallo scorso dicembre, e senza mettere in dubbio la buona fede dei piani alti risulta quantomeno curioso che lui – così come l’Usigrai che si è svegliata solo in questi giorni – non ne sapesse proprio nulla.
Neanche a noi sono note “dinamiche e motivazioni” però, dati alla mano, RTL è senza ombra di dubbio il miglior partner per il lancio del programma: con 6.698 milioni di ascoltatori nel giorno medio (dati riferiti al 2012), la storica emittente di Suraci è la radio più ascoltata dagli italiani, mentre Radio 1 e Radio 2 si devono accontentare del sesto e del settimo posto con rispettivamente 4.399 e 3.076 milioni di ascoltatori, dopo Deejay, 105, RDS e Radio Italia. Certo, l’operazione risulta comunque anomala, vista la vasta offerta radiofonica di cui dispone l’azienda pubblica, e in quel di Rai2 si poteva anche pensare di coinvolgere, oltre all’emittente privata più seguita nel Belpaese (per guadagnarne in visibilità e promozione come è giusto che sia), anche quella pubblica, ed evitare delle inutili e dannose polemiche.
Certo, se già non c’è alcun coordinamento tra le due radio di viale Mazzini (in continua diatriba tra loro), come possiamo (e come può Gubitosi) pretendere che ci sia coordinamento tra radio e televisione e, addirittura, tra radio pubblica e radio privata?
1. claudio ha scritto:
11 marzo 2013 alle 13:05