19
marzo

GERMANO BELLAVIA A DM: CON SODOMA PRENDEREMO IN GIRO I CRIMINALI. IN UPAS LA FORZA E’ NELLE STORIE, REALI E ANCORA IN GRADO DI TENERE VIVA L’ATTENZIONE

Germano Bellavia

Guido Del Bue, il simpatico vigile sfortunato in amore e perennemente braccato da Mamma Lucia, è ormai una delle colonne portanti del cast di Un posto al sole. Dopo sedici anni di militanza nella soap di Raitre, Germano Bellavia è ancora grato al suo personaggio condividendone l’umorismo e l’entusiasmo; gli stessi sentimenti che l’hanno portato a tuffarsi in altri impegni lavorativi, come la produzione e l’interpretazione del film Sodoma – l’altra faccia di Gomorra che uscirà nelle sale campane il 4 aprile…

Parliamo di Sodoma – l’altra faccia di Gomorra, il film da te prodotto e interpretato che uscirà il 4 aprile: da dove nasce quest’idea?

E’ un’idea di Corrado Ardore, uno dei protagonisti del film, che mi ha lasciato da subito entusiasta. Inizialmente volevamo registrare 10 puntate per il circuito delle tv locali, ma vedendo la prima puntata con il regista Vincenzo Pelosi, Marzio Honorato rimase molto entusiasta e ci suggerì l’idea del lungometraggio al posto della serie. Noi facevamo tutto da soli, era un’idea da poter proporre alle tv private, ma ci siamo trovati a fare il film, a volte senza committente, lavorando con i mezzi nostri e con l’entusiasmo che solo il primo amore ti può tirar fuori.

Il soggetto di questo film qual è?

Diciamo che parte come una parodia di Gomorra, prendendone spunto. Però è una parodia del mondo di Gomorra, non del film.

Quindi si può parlare di un “riscatto” da questo ritratto poco felice di Napoli e provincia?

Noi troviamo il modo per non idolatrare, come è stato fatto fino adesso, tipo nel Capo dei Capi o ne Il Clan dei camorristi, i criminali che, nelle fiction, diventano eroi. Noi in questo caso li sbeffeggiamo e ci ridiamo su, ovviamente ridendo di loro e non del dramma, esasperando le loro abitudini e sottolineandone i lati più buffi.

Che risultati ti aspetti da questo progetto?

Noi essenzialmente usciamo a Napoli e in Campania, poi spero che possa avere una diffusione nazionale se dovesse andare bene qui, magari arrivando in altre regioni come la Sicilia o la Puglia dove questo film potrebbe avere successo. Anche la Lombardia e l’Emilia Romagna per tutti i napoletani che sono lì. Poi è un modo per farci conoscere dal pubblico cinematografico che per ora conosce solo Marzio che ha girato più di sessanta film, e per proporre qualcosa che ci dia la forza, l’entusiasmo e la possibilità economica di sostenere il secondo progetto che abbiamo in cantiere. Noi abbiamo fatto lavorare moltissimi ragazzi di un quartiere difficile dimostrando che, se c’è qualcosa da fare, sono capacissimi e vogliamo che questo sogno continui.

E invece come prosegue l’avventura di Un posto al sole dopo tanti anni di “onorato servizio”?

Io sono felice ancora di farlo, mi diverto ancora, si è creato un ambiente familiare sia col cast artistico che tecnico, non abbiamo segreti. Certo si lavora tanto, ma la nostra complicità ci permette di rendere anche le giornate più faticose più facili.

C’è qualcuno del cast a cui sei più affezionato?

Si, Marzio Honorato e Luisa Amatucci. Ma, soprattutto fra gli ’storici’, ci vogliamo tutti molto bene. Poi ci continuiamo a sentire con Luigi Di Fiore e con Adele Pandolfi che hanno iniziato con noi, che restano sia nella mente degli spettatori più affezionati che nel nostro cuore perché ci ha fatto molto piacere lavorare con loro. Poi per Luigi la porta non è sbarrata mentre purtroppo il personaggio di Adele è morto.

Ma quali sono gli ingredienti del successo di Un posto al sole?

Credo le storie, perché sono reali, in grado di coinvolgere diverse fasce d’età e diversi ceti sociali. Gli autori sono bravisismi e il merito è sopratutto il loro. Noi ci mettiamo la faccia, ma se una cosa dura da così tanto tempo è grazie a loro che dopo 16 anni tengono ancora viva l’attenzione del pubblico.

Ti dispiace ogni tanto essere sempre associato al personaggio di Guido? Lo vedi come un limite?

In questo film (Sodoma – l’altra faccia di Gomorra, ndDM) interpreto un personaggio completamente diverso. Certo, non credo che possa avere lo stesso successo di Upas, sarebbe un sogno! Ma è ovvio che spero di essere ricordato come Germano Bellavia e non come Guido Del Bue.

C’è qualcosa che rimprovereresti al personaggio di Guido?

No, e che gli vuoi rimproverare? (ride ndDM). Mi ha ha dato la tranquillità economica, la popolarità e sono contentissimo di aver collaborato alla realizzazione di questo personaggio. L’unica cosa che potrei rimproverare a Germano, e non a Guido, è la forma fisica che non ha.

Spesso vediamo Guido nei panni del “casalingo disperato” e quasi mai nelle vesti di cuoco provetto: ti dispiace un po’ questo?

Mi diverto perché a casa non faccio niente, e dover fare qualcosa che non corrisponde alla propria vita personale è stimolante e divertentissimo. A casa in genere cucino, mangio, ma non sono per niente un casalingo come lo è Guido, mi diverte molto interpretarlo.

Si potrebbe definire Guido una versione maschile di Bridget Jones?

(ride ndDM) Per alcuni aspetti, per un periodo della vita di Guido, sicuramente si. Guido ha una storia di sedici anni, sono quasi ottanta film all’anno, quindi è ovvio che per un lungo periodo sicuramente lo sia stato.

Come alterni l’impegno a Upas con quello dell’Antica Pasticceria Vincenzo Bellavia?

Lo alterno anche con quello di produttore con Marzio ora! Non sto mai fermo, c’ho tante cose da fare e non mi riposo mai.

Se un giorno ti proponessero di diventare un giurato nella categoria dolci di un ipotetico Masterchef?

Mi piacerebbe perché sarei molto affidabile e competentissimo.

Parteciperesti, quindi, a un talent di cucina?

Di dolci, si! Di cucina già l’ho fatto, di dolci ancora no! Parteciperei anche come concorrente.

E a un reality?

Un reality lo farei solo per recuperare la forma fisica (ride ndDM).

Quindi un Pechino Express sarebbe l’ideale…

L’ho visto pochissimo quindi non ti posso rispondere… Come reality conosco L’isola dei famosi: potremmo fare L’isola dei golosi o L’isola dei tifosi e come penitenza ci sarebbe da vedere la partita della squadra del cuore. Potrebbe essere un buon metodo.

Tornando alla cucina, da pasticcere non credi che ci siano troppi programmi del genere in tv?

Vabbè si, è chiaro! Adesso stanno un po’ esagerando. Tutti a fare lo stesso e per quel poco che sto a casa, noto che è veramente incredibile: iniziano dalla mattina, anche su Sky. Stanno dappertutto.

Ma c’è uno di questi che ti piace più degli altri?

A La Prova del Cuoco sono bravi: in pochissimo tempo riescono a spiegare i risultati dettati dalla spesa che fanno, tutti i concorrenti sono molto bravi a realizzare dei piatti semplici con pochi mezzi. E’ da lì che si vede un cuoco preparato: quando non si hanno cucine attrezzatissime e tutti gli ingredienti che vuoi.

Hai una serie tv preferita?

No, la vedo poco la tv, vado al cinema.

Hai visto la Notte degli Oscar?

No, non l’ho vista perché era tardi! (ride ndDM).

Guido è ormai una colonna portante della soap, pensi che abbia ancora da dare?

Questo non dipende da me, spero che gli autori siano generosi col personaggio come lo sono sempre stati. Spero che il personaggio non si esaurisca.

Magari con un po’ più di fortuna, sopratutto in amore…

No, secondo me disperato è meglio, fa piacere! Secondo me va bene così e io sono contentissimo.

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