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LAURA CARAFOLI (DISCOVERY) A DM: GLI INGLESI SHOCKATI DA STRISCIA. GRAZIE AL SUCCESSO DI REAL TIME E DMAX, FINALMENTE SIAMO ASCOLTATI A LIVELLO INTERNAZIONALE

di Davide Maggio

25/10/2012 - 12:53

LAURA CARAFOLI (DISCOVERY) A DM: GLI INGLESI SHOCKATI DA STRISCIA. GRAZIE AL SUCCESSO DI REAL TIME E DMAX, FINALMENTE SIAMO ASCOLTATI A LIVELLO INTERNAZIONALE
Laura Carafoli - Discovery Italia
Laura Carafoli - VP Content & Programming Discovery Italia

E’ competente, preparata, simpatica e – caso raro – sincera. Dopo la prima esperienza televisiva a VideoNovara, in Baldini & Castoldi incontra Carlo Freccero che, entusiasta del gruppo di lavoro di ‘Dire fare baciare’, le propone l’approdo in Rai per la realizzazione di ‘Supergiovani’ sulla seconda rete della tv di Stato. Da lì, alla fine degli anni 90, il trasferimento a Roma per curare il lancio dei canali satellitari Rai… sino all’arrivo in Discovery dove ha contribuito al successo e all’approdo sul DTT di Real Time e DMax, diventati una case history a livello internazionale. Proprio questo è l’oggetto della nostra intervista-radiografia a Laura Carafoli, Vice President Content & Programming di Discovery Italia.

Laura, tanto per iniziare, quando c’è stato per te il grande salto?

L’ho avuto grazie agli americani. Quando il gruppo di Fox arrivò a Roma, io lavoravo in Rai e casualmente, in una casa di produzione, ho incontrato degli argentini che stavano realizzando un promo per il primo canale Fox lanciato. Cercavano persone per i nuovi canali perchè di lì a poco avrebbero lanciato Fox Life e Fox Crime. Mi assunsero e iniziai una carriera molto diversa, molto più strutturata, con figure separate. Mi occupavo di acquisizioni e finalmente potevo sondare il mercato e guardare fuori dall’Italia. Il limite della Rai è quello di tenerti un po’ troppo dentro i confini. E poi ho imparato le tecniche di programmazione con Fabrizio Salini che è stato il mio primo capo.

Due modi di lavorare diversi, quindi…

Adesso anche la Rai si è adeguata, ma sai cosa mi faceva specie? Nessuno sapeva mai i dati Auditel. E invece quando sono arrivata a Fox si lavorava esclusivamente per risultati d’ascolto. Per la prima volta ero valutata in base a dei gol.

Li hai raggiunti tutti?

Si, per fortuna. Ma in quel momento il mondo Fox era doratissimo. Era il periodo di Desperate Housewives, Lost, Grey’s Anatomy… ma anche dei tv movie di Rosamunde Pilcher sui quali nessuno ci credeva ma che, alla fine, sono stati il day time di Fox Life per cinque anni.

Non trovi la Germania poco brillante da un punto di vista televisivo?

A volte si, a volte no. La serialità funziona. Vedi Siska, Derrick, Cobra.

Real Time ha raggiunto il successo sul digitale terrestre. Secondo te anche sul satellite un canale può raggiungere quel tipo di consenso?

Un cult può sicuramente diventarlo. Fox probabilmente lo è, e lo è stato tantissimo. Ma comunque i grandi numeri li fanno gli eventi.

Intendevo una cosa diversa… se Discovery fosse rimasto sul pay avrebbe ottenuto lo stesso successo?

Sicuramente no. Noi siamo adesso disponibili per 25 milioni di famiglie, prima per 5. E’ anche una questione numerica. Certo, si potrebbero creare pure sul satellite dei fenomeni, ma non così mainstream.

E’ importante la posizione LCN o il pubblico va a cercare i canali che interessano?

E’ una questione molto dibattuta. Una cosa chiara e certa posso dirtela: il canale 31 è un canale destinazione. Al canale 31 ci vai. La cosa importante per essere riconosciuti all’interno di una numerazione così complessa è quella di avere un prodotto come il nostro, molto brandizzato. E’ una sfida grossa che abbiamo vinto. E’ ovvio che quando siamo arrivati sulla free non eravamo certi di far breccia nel pubblico, però abbiamo proposto un canale, soprattutto all’inizio, totalmente chiaro, fatto col 90% di contenuti italiani, molto reiterati, senza paura delle repliche. E poi ci siamo potuti prendere la libertà di metter dentro programmi un po’ più alternativi (vedi ‘Sepolti in casa’). Sicuramente la numerazione conta, se fossimo al 9, ad esempio…

… se parli di ‘9’, ti chiami proprio la domanda!

Purtroppo per policy non possiamo parlarne. Siamo un’azienda quotata in borsa. (Parliamo dell’offerta d’acquisto di La7 da parte di Discovery, ndDM).

A voi interessa avere un pubblico di nicchia e piacere ai ‘salotti buoni’?

In questo siamo molto anglosassoni e siamo una società americana. Per questo motivo il nostro obiettivo principale è fare ascolti! Vogliamo piacere al più grande pubblico possibile e non offendere nessuno. Il nostro modo di trattare la donna, ad esempio, è quasi rivoluzionario. Non c’è un reggiseno, un ammiccamento, ma c’è una donna vera che può migliorare.

Sono modelli reali quelli proposti?

Si, ma non possiamo avere la realtà tout court. Abbiamo una verità e una aspirazionalità accessibile. Da quando abbiamo quasi 600.000 amici su Facebook, tutti i nostri casting vengono fatti sul web.

Secondo te quanto contano a livello televisivo i vostri ‘amici’ dei social network?

Noi teniamo molto da conto quello che ci dicono i nostri amici sul web. Abbiamo anche 10.000 web-panelisti con i quali riusciamo anche a vedere dei pilot. E’ ovvio, però, che chi scrive il commento, chi fa la critica, ha un tipo di fruizione che è diverso da quello del pubblico televisivo. Noi abbiamo 7 milioni di contatti e 30 al mese. Quindi in proporzione…

Avete cambiato da poco sede. Nuove prospettive oppure… siete stati sfrattati?!

(ridiamo, ndDM) Le prospettive sono cambiate completamente, soprattutto con il lancio dei due canali sul free. E l’arrivo di Discovery Media, la nostra concessionaria interna, è stata la ciliegina sulla torta: abbiamo dovuto cambiare posto per questioni logistiche.

Dove si posiziona attualmente Discovery?

Siamo il quinto editore nazionale.

Collochiamo le vostre reti: siete più verso le generaliste oppure rimanete tra le specializzate con l’obiettivo di ‘occupare’ il vertice della piramide?

Difficile dirlo perchè abbiamo 7 canali e non si può generalizzare. Discovery ha una fortissima un’anima pay, è nel nostro DNA. Da questo punto di vista, siamo il primo produttore al mondo. In Italia il discorso è un po’ diverso perchè abbiamo anche due canali free.

E’ l’unico caso?

Abbiamo un canale free in Germania che si chiama DMax, un canale free in Inghilterra che si chiama Quest ed uno appena nato in Spagna che si chiama Discovery Max. Diciamo che l’avventura free di Discovery nasce in Italia. Grazie ai risultati raggiunti, poi, siamo diventati una case history a livello internazionale. I nostri colleghi inglesi o americani prima non ci ascoltavano tanto, adesso… siamo sulla mappa! Vedi il caso di Shopping Night che non solo è stato fatto in Inghilterra ma stanno facendo anche il numero zero per l’America.

Gli inglesi e gli americani come vedono la tv italiana?

Sono shockati.

Da cosa?

Da Striscia la Notizia. Da quel mondo di veline.

Ma c’è tanto di peggio…

Non sulla donna nuda alle 20.30.

Sarano mica un po’ bigotti gli americani?

Gli americani non ci considerano proprio, non sanno nemmeno cosa va in onda. Parlavo degli inglesi. Non capiscono, ad esempio, perchè Ballando con le Stelle debba durare 3 ore e mezza. Per loro è surreale che un prime time duri così lungo. E’ un po’ merito nostro aver portato all’interno del flusso televisivo un ritmo molto più simile a quello internazionale. Facciamo mezze ore o ore, perchè in tutto il mondo è così. All’inizio vedevano con diffidenza il nostro arrivo sulla tv free proprio per la durata dei programmi, per l’assenza di volti noti e la mancanza di fiction. E’ andata bene, però è vero che era rischioso.

Quindi ci vedono male entrambi…

No, sono curiosi e attenti alla nostra creatività.

Curiosi di cosa?

Curiosi del fatto che ci siano dei formati per loro originali. Pensa che reazione possano aver avuto i creatori di Bear Grylls vedendo Fiammetta Cicogna in mutande sulla neve a presentare Bear Grylls. Hanno riso per mesi. Adesso, per fortuna, siamo parecchio ascoltati quando presentiamo dei nuovi formati, proprio per il successo che abbiamo riscosso in Italia con i nostri canali. Ci sono cose molto buone, come per esempio Pechino Express, che loro non conoscono. Invece è il programma che amo di più in assoluto quest’anno.

Io credo che se i vostri programmi andassero in onda su una delle generaliste, sarebbero criticati e non avrebbero lo stesso consenso. Che ne pensi?

Secondo me, come teoria non è sbagliata. Sono sicura che il successo dei nostri talent e dei nostri programmi sia direttamente proporzionale al successo di Real Time come contenitore, come casa. Quindi tu sai che vai in questa casa e sai quello che trovi. Se invece estrapoli un programma dei nostri e lo inserisci in un flusso diverso, rischia di non essere capito.

Non c’è un rischio saturazione, anche in relazione agli argomenti?

Ci pensiamo. C’è una parte di forza del canale che è data da questa forma di tradizione. Ma è chiaro che non possiamo continuare a ripetere sempre questi argomenti. Ed è per questo motivo che cerchiamo di innovare, magari semplicemente con dei trend nuovi o con argomenti controversi (vedi ‘Non sapevo di essere incinta’).

..:: continua ::..

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25 commenti su "LAURA CARAFOLI (DISCOVERY) A DM: GLI INGLESI SHOCKATI DA STRISCIA. GRAZIE AL SUCCESSO DI REAL TIME E DMAX, FINALMENTE SIAMO ASCOLTATI A LIVELLO INTERNAZIONALE"

  1. Una gran persona. Ho avuto gli stessi pensieri sia riguardo al ruolo femminile che va a contornare costantemente i programmi di certe reti, sia alla piacevolezza di Pechino Express. Per chi mette a confronto il programma sulle baby reginette di bellezza e le veline di striscia la notizia: uno ha evidentemente un taglio accusatorio e critico, l'altro viene pure preso come esempio da seguire. Basti notare come, nei commenti precedenti, si sia pronti a difendere due ragazzette mute e nude all'ora di cena, e come, giustamente, si critichi il contenuto dell'altro programma-paragone.

  2. A Striscia le veline dal 2009-10 ad oggi sono coperte più delle ragazze che ballano in discoteca o che girano per strada...sono quasi due suore...e le vallette nella tv italiana sono state tagliate sia per la crisi sia perhchè i tempi cambiano sia perchè da vallettopoli al bunga bunga c'è stato un ipocrita processo di moralizzazione dei costumi televisivi...quindi passino gli inglesi che potrebbero essere mal informati o aver visto solo ca*zate di documentari come quello della Zanardo...ma sta tizia qua che dovrebbe conoscerla la tv italiana COME SI PERMETTE di dire certe cose su Striscia? COME?! Spero che Ricci la quereli per diffamazione...

  3. PierVivaCanale5 dice:

    @mattia ,via cavo o no sempre dalla loro tv escono quelle cose...