di Massimo Dorati – [Hai perso la seconda parte? Clicca qui] Parliamo ora di Canale 5, della rete ammiraglia, cominciando con le fiction seriali. A parte il fisicaccio conturbante acchiappa ascolti delle fiction con Gabriel Garko, non è stata una stagione di trionfi, anzi capisaldi storici tipo Distretto di Polizia hanno registrato ascolti molto al di sotto delle aspettative e in un’ottica industriale com’è quella del Biscione è inconcepibile continuare ad investire somme molto cospicue quando il mercato rigetta il genere. Per correttezza dirò che certi ascolti anche a me sono sembrati troppo deludenti per l’oggettiva qualità del prodotto ma va da sé che il popolo è sovrano e quindi molte delle fiction programmate sono state rigettate.
Molto bene sono andati i preserali dove si è visto un lavoro fatto ad arte: le produzioni sperimentate hanno dato ottimi risultati, ma sappiamo tutti il valore e la valenza che hanno in termini economici ma soprattutto strategici i preserali: fanno da traino al tg che a sua volta spinge Striscia e così via fino a notte inoltrata.
Annoso problema per le pellicole in prima serata: “Floppissimi” a volte inspiegabili. Con questa frammentazione di ascolti e questo immotivabile rifiuto del lungometraggio, nonostante una gigantesca e variegata offerta di cinema, è quasi impossibile predeterminare “a naso” certi possibili ascolti. Un tempo, prima di questo tsunami, era possibile piazzare un film ed era piuttosto facile anche sapere quando, a spanne, avrebbe potuto fare quel dato film. Oggi non è più così ed è un lavoro titanico e scoraggiante.
Passiamo agli show: a parte qualche prima serata “sperimentale” one shot davvero imbarazzante per costruzione, idea e contenuti, hanno funzionato due tipi di show: quelli con una idea forte che giocavano su corde emotive diversificate, come Italia’s Got Talent, Amici, C’è posta per te; altri show tipo Io canto fino ad arrivare a Panariello Non esiste, classico one man show confezionato con tutti i crismi del grande varietà, hanno avuto ottimi riscontri. Stiamo parlando quindi di programmi che avevano già, a parte “Panariello non esiste”, un loro imprinting preciso ma in questi casi si è voluto, direi giustamente, dare un segnale forte facilmente recepibile a prima vista: un’accuratezza nell’immagine, una scenografia sontuosa, un corpo di ballo ed orchestra “a vista” che fa tanto varietà anni 60 attualizzato, ma infondenti sensazioni rassicuranti che è quello che il pubblico vuole e cerca in questo periodo di destabilizzazione e precariato sociale ma ne abbiamo già parlato diffusamente.
Tuttavia, come sottolineato più volte, un dato inconfutabile è la dispersione oggettiva di ascolti per la diffusione di altre (e diversificate) piattaforme tv. Ma la vera grande novità è stata la lenta ma costante ‘migrazione’ soprattutto verso il web che, in modo costante e sistematico, sta vedendo crescere sempre più gli internauti che navigano in rete. Il target giovani va via via allargandosi a target d’età sempre più larghi grazie ai social network, ai contenuti on demand, quelli in videosharing, quelli in streaming e ai live blogging che portano a vedere gli stessi contenuti delle generaliste ma visti e fruiti da un’ottica diversa, più curiosa, con un’appeal più stimolante: il punto di vista dell’utente che, in tempo reale, condivide, commenta, informa, critica quel certo fatto. Oggi è la gente da casa che si fa la sua web list, guarda la generalista ma vuole condividere le proprie suggestioni con il popolo della rete (questa è la vera, grande novità nel mondo della comunicazione non solo televisiva perche e’ un cambiamento epocale).
Ma prima di parlare di web, dobbiamo sottolineare il massiccio sforzo non solo economico ma tecnologico ed industriale dei vari broadcaster con la presenza obbligatoria sul digitale terrestre. Mediaset, Rai e La7 oltre alle reti storiche presidiano il territorio con tutta una serie di canali free che se da un lato permettono l’ottimizzazione dei magazzini e delle Teche, dall’altro allargano l’offerta in termini esponenziali, contribuendo loro stessi alla succitata dispersione dei tanto amati ascolti.
Altro sforzo strategico è l’offerta Mediaset Premium che offre sport, cinema di qualità grazie ad accordi con le Major americane più prestigiose. Ma il discorso ‘Cinema’ lo affronteremo in modo più approfondito quando parleremo di Sky, pur essendo l’offerta di Mediaset Premium molto ma molto superiore a quella di molti competitors.
..:: continua ::..
1. amazing1972 ha scritto:
29 marzo 2012 alle 19:02