Gerardo Pulli arriva dove nessun umano era televisivamente riuscito: lo sospendono per una settimana ad Amici, per farlo riflettere e poi lo inseguono fin nella sua stanza dedicandogli una bellissima pagina introspettiva mentre lui, con il suo temperamento da genio e sregolatezza, pensoso suona la sua chitarra sul letto del residence.
Più che Amici di Maria De Filippi è ormai Vecchi Amici di Gerardo Pulli. I numeri dell’Auditel indicano una ritrovata fidelizzazione con il pubblico, complice un focus sul ragazzo dagli occhi blu e dalla voce roca. Questo basta. Importa poco che si respiri l’aria del paradosso, quantomeno pedagogico. L’equilibrismo tra scuola e marketing appare sempre più avvolto da una nebulosa.
Etica e successo: il meccanismo di Amici sembra sempre di più incastrato tra quest’accoppiata di incudine e martello. I professori-manager sembrano le principali vittime di questa vita sospesa tra la tendenza a porsi come educatori e a lanciare messaggi etici e la tentazione di sdoganare personaggi, marchi di fabbrica.
E da che mondo è mondo il fascino della trasgressione, dell’eccezionalità ha sempre arricchito l’appeal delle narrazioni. Da Lucano in poi le accuse che il pubblico della letteratura ha rivolto spesso agli scrittori è quella di dare ritratti più vividi dei personaggi negativi. Amici con questa tecnica di pedinamento di Gerardo, di wendersiana memoria, non farebbe quindi niente di nuovo.
Dal bullismo per gelosia alla nobile richiesta di evasione dall’esposizione coatta da reality ha reso Gerardo un ragazzo affascinante, proprio per la sua sregolatezza. Chi se ne frega se poi ad esaltarne la natura sensibile è la stessa trasmissione che ne ha messo in crisi la resistenza alla pressione televisiva. Con buona pace di Carlo Alberto, Valeria, Francesca, Claudia.
La De Filippi ha provato a spiegarlo: la televisione è una cosa, l’arte è altro. Far incontrare le dinamiche di questi due mondi così diversi è una missione non da poco. Non importa che Gerardo non abbia in canna il fraseggio di Spadaccino o l’estensione di Scanu. Pulli è prima di tutto un personaggio da raccontare, sarà il pubblico a decretarne il destino musicale, a rivelare se si tratta di una meteora o se il suo a-factor può dargli quel tocco di riconoscibilità vincente.
1. Rock ha scritto:
29 febbraio 2012 alle 17:52