Garrison ha promesso di tacere d’ora in poi. Ed era ora! Se è il giusto preludio alle (improbabili) ‘dimissioni’, parola italiana che più di ogni altra sembra non aver imparato da quando è nel Belpaese, ben venga. Perché di puntate di Amici che si inceppano sulle polemiche inutili del coreografo americano non se ne può più. E’ l’unico veterano mai messo in discussione dalla padrona di casa: col senno di poi Steve La Chance tutta la vita.
A pagarne le conseguenze è la povera squadra verde che grazie agli aggiustamenti e ai rimpasti ha migliorato sensibilmente la sua qualità generale ma si vede sempre condannata alla sconfitta, come se niente fosse mai accaduto. Ne fa le spese anche Rudy Zerbi che, per quanto giochi a fare l’antipatico televisivo, ha sicuramente una competenza e una professionalità che spesso lo hanno portato a vederci giusto su alcuni talenti.
Non si riesce nemmeno con qualche risposta frizzantina del coach dei cantanti verdi a risalire nelle simpatie del pubblico. Nemmeno una sua allusione, troppo da Platinette per essere vera, stemperata in tempo da Maria, al rapporto non propriamente felice che Grazia Di Michele avrebbe con le cose che vibrano (e non si riferiva alle corde vocali, nonostante poi cercasse di fare simpaticamente lo sprovveduto). Solo perché la prof dei gialli aveva contestato il monotono uso del vibrato da parte di Claudia, la Paperina mai digerita dalla cantautrice.
La De Filippi è incredula rispetto alla poca mobilità della classifica fortemente sbilanciata verso il colore blu e sempre molto severa con i ragazzi verdi. Che poi se sia solo l’effetto Pulli a trasfigurare la reale competizione è difficile dirlo. C’è sicuramente una questione di credibilità legata a Garrison che inficia le possibilità della squadra di risalire.
Premesso che una buona dose di approssimazione coinvolge tutti i giudici al momento di difendere i propri pupilli, anche se fortunatamente regna un buonismo nettamente inferiore a molta melassa xfactoriana, è giusto sottolineare che se gli appunti di Alessandra Celentano hanno sempre un minimo di legame con la realtà oggettiva delle prove, le note di Rochelle rasentano sempre e solo la vendetta personale, un populismo stantio degno al massimo del ballo delle debuttanti (o ributtanti, come amava chiamarlo Baudo).
Difendere l’indifendibile, come quando si presenta Nunzio come porteur di pregio o ballerino fenomenale, a lungo andare significa influire sulle dinamiche del gioco in maniera snervante. Roba che gli altri, spesso tentati dall’idea di massacrare a prescindere i rivali, sembrano giornalisti anglosassoni con tanto di certificazione internazionale di oggettività.
1. ibud ha scritto:
12 febbraio 2012 alle 00:57