Gianfranco Fini è sul piede di guerra e ha sete di vendetta. Al centro del mirino presidenziale c’è il direttore del Tg1 Augusto Minzolini, reo di aver trasmesso due servizi poco graditi alla terza carica dello Stato durante il notiziario delle 20 di ieri. Di fronte al presunto sgarro giornalistico, il Presidente della Camera (o il leader di Fli, se preferite) si è infervorato sul serio e fatto sapere di essere pronto a tutelare la propria onorabilità nelle opportune sedi giudiziarie e professionali. Non contento, ha pure chiesto la testa pelata del Minzo.
“Augusto Minzolini si deve dimettere subito per l’intollerabile faziosità del suo telegiornale. C’è un limite anche all’indecenza” ha dichiarato Fini, agitando il bavaglio.
La sua reazione, si diceva, è stata causata dalla messa in onda di due servizi del Tg1 che lo riguardavano. Nel primo di essi, intitolato “Fini nel mirino della maggioranza“, venivano raccolte le rimostranze del Pdl, che ha accusato il Presidente della Camera di aver dato “interpretazioni regolamentari non al di sopra le parti“. Nel secondo, invece, si dava spazio alle opinioni critiche del vicedirettore di Libero Franco Bechis sulla bocciatura dell’art.1 del rendiconto di Stato. Tutto qui.
Gianfranco Fini, tuttavia, ha percepito l’assemblaggio giornalistico del Tg1 come un attacco fazioso al suo operato. E dallo scranno presidenziale è partita la richiesta di dimissioni del giornalista. Ne è scaturito l’immancabile teatrino delle reazioni politiche, con il Pdl pronto a difendere a spada tratta l’amico Minzo ed il PD impegnato a rispolverare per l’occorrenza la suggestiva definizione di “Metodo Boffo“.
Alcuni giornalisti del Tg1 hanno manifestato il loro disappunto per la linea editoriale adottata in un comunicato del Cdr.
”Da tempo il cdr del Tg1 denuncia che il direttore sta schierando la nostra testata sempre su tesi di parte della maggioranza e del governo (…) Il direttore viene meno così ai doveri del rispetto del pluralismo, della correttezza dell’informazione e del servizio pubblico facendo perdere credibilità e ascolti al nostro telegiornale. Diciamo basta in nome di tutti i colleghi che credono ancora nel nostro mestiere e non meritano di essere coinvolti in continue polemiche” si legge nel dispaccio firmato da Simona Sala e Alessio Rocchi.
D’altra parte c’è chi sostiene che a dimettersi non dovrebbe essere Minzolini ma lo stesso Fini, il quale avrebbe da tempo tradito l’imparzialità richiesta dal suo ruolo istituzionale. Punti di vista. “Dimissioni! Dimissioni!“: ecco l’esclamazione che va più di moda in questi giorni, usata come una clava da destra a sinistra (e viceversa).
Dimissioni per tutti. Anche in tv. E ce ne fosse uno le prendesse sul serio…
1. MisterGrr ha scritto:
14 ottobre 2011 alle 12:15