Gianfranco Fini



15
novembre

GIANFRY, ORA NON TI DIMETTI? STRISCIA LA NOTIZIA INCHIODA FINI

Gianfranco Fini

Io sono pronto a dimettermi da Presidente della Camera nello stesso momento in cui Berlusconi si dimette da Presidente del Consiglio“.

E così, Gianfranco Finì col tirarsi la zappa sui piedi. Era lo scorso febbraio quando mister Tulliani, intervistato da Annozero, lanciò a Silvio Berlusconi la sfida delle sfide in diretta tv. Alla presenza dell’arcangelo Michele (Santoro), il leader di Fli si impegnò a dimettersi dal suo incarico istituzionale qualora il Cavaliere avesse fatto altrettanto. Il tempo galantuomo ha fatto il suo corso, e oggi il Berlusca si trova senza cadrega, dimissionato dallo spread per lasciare il posto a super Mario Monti. E invece Gianfranco Fini? Siede ancora sullo scranno più alto di Montecitorio, inottemperante alla parola data in tv.

Striscia la notizia, puntuale come un orologio svizzero, ha acchiappato al volo l’incoerenza presidenziale e l’ha rinfacciata a Fini nel primo giorno disponibile dopo le dimissioni del Cav. Ieri sera il tg satirico di Antonio Ricci ha trasmesso un servizio nel quale si è mostrato come la promessa del futurista Gianfranco non si fosse ancora avverata. Il programma di Canale5 ha riproposto anche uno spezzone di Che tempo che fa dello scorso ottobre, quando il leader di Fli annuiva di fronte alla domanda di Fabio Fazio: quella delle dimissioni è una sfida che rinnova?

Di fronte alle inequivocabili dichiarazioni del Presidente della Camera, Striscia ha così sparato il suo commento al vetriolo:




14
ottobre

MINZOLINI CONTRATTACCA: FINI HA UNO STRANO CONCETTO DI IMPARZIALITA’. BASTA LITANIA DELLE DIMISSIONI DALLA SINISTRA (VIDEO)

Augusto Minzolini, Tg1

Prosegue il serrato botta e risposta a distanza tra il Presidente della Camera e il direttore del Tg1 Augusto Minzolini. Secondo round: il giornalista contrattacca e azzanna l’avversario. Tipo Mike Tyson. Dopo le accuse di faziosità e la conseguente richiesta di dimissioni avanzata ieri da Gianfranco Fini, questa sera il responsabile del Tg1 ha replicato alle rimostranze presidenziali in un editoriale trasmesso nell’edizione delle 20 del suo notiziario.

“Ieri l’Onorevole Fini ha fatto un uso improprio del termine fazioso, ma il Tg1 fa solo cronaca e continuerà a farla. Del resto, nel suo agire quotidiano, il Presidente della Camera dimostra di avere una visione particolare del concetto di imparzialità, ma io rispetto tutte le Istituzioni” ha esordito il giornalista con tono vagamente polemico.

Nel corso del suo intervento, Minzolini ha poi commentato l’odierna giornata politica, caratterizzata dalla fiducia della Camera al Governo Berlusconi. Con 316 sì il Cavaliere ce l’ha fatta e anche per questa volta si è salvato la ghirba. Riferendosi al dato parlamentare, il giornalista ha dichiarato:

“In questi mesi molti hanno citato la Costituzione e la Costituzione è chiara nell’affermare che un Governo resta in carica fino a quando ha la fiducia del Parlamento. Oggi per l’ennesima volta la Camera dei Deputati ha votato la fiducia al Governo e rispetto al voto del 14 dicembre dello scorso anno la maggioranza passata da 314 a 316 voti e la minoranza ne deve predere atto“.

Così Minzolini si è riferito all’atteggiamento politico della sinistra che, a questo punto, potrà scegliere varie strategie d’azione (collaborare col Governo o mettere in piedi un’alternativa credibile) “ma non può continuare con la litania della richiesta delle dimissioni“. Parole destinate a suscitare reazioni polemiche, coi toni da tifoseria ai quali siamo ormai abituati.


14
ottobre

GIANFRANCO FINI ESPLODE: MINZOLINI SI DIMETTA SUBITO, INTOLLERABILE FAZIOSITA’ DEL TG1

Gianfranco Fini

Gianfranco Fini è sul piede di guerra e ha sete di vendetta. Al centro del mirino presidenziale c’è il direttore del Tg1 Augusto Minzolini, reo di aver trasmesso due servizi poco graditi alla terza carica dello Stato durante il notiziario delle 20 di ieri. Di fronte al presunto sgarro giornalistico, il Presidente della Camera (o il leader di Fli, se preferite) si è infervorato sul serio e fatto sapere di essere pronto a tutelare la propria onorabilità nelle opportune sedi giudiziarie e professionali. Non contento, ha pure chiesto la testa pelata del Minzo.

Augusto Minzolini si deve dimettere subito per l’intollerabile faziosità del suo telegiornale. C’è un limite anche all’indecenza” ha dichiarato Fini, agitando il bavaglio.

La sua reazione, si diceva, è stata causata dalla messa in onda di due servizi del Tg1 che lo riguardavano. Nel primo di essi, intitolato “Fini nel mirino della maggioranza“, venivano raccolte le rimostranze del Pdl, che ha accusato il Presidente della Camera di aver dato “interpretazioni regolamentari non al di sopra le parti“. Nel secondo, invece, si dava spazio alle opinioni critiche del vicedirettore di Libero Franco Bechis sulla bocciatura dell’art.1 del rendiconto di Stato. Tutto qui.

Gianfranco Fini, tuttavia, ha percepito l’assemblaggio giornalistico del Tg1 come un attacco fazioso al suo operato. E dallo scranno presidenziale è partita la richiesta di dimissioni del giornalista. Ne è scaturito l’immancabile teatrino delle reazioni politiche, con il Pdl pronto a difendere a spada tratta l’amico Minzo ed il PD impegnato a rispolverare per l’occorrenza la suggestiva definizione di “Metodo Boffo“.





3
marzo

PORTA A PORTA, FINI LITIGA CON VESPA: “LEI FREQUENTA BERLUSCONI…” E IL GIORNALISTA: “CE L’HA CON NOI PER UN SERVIZIO SULLA CASA A MONTECARLO”

Gianfranco Fini, ieri a Porta a Porta

Quoque tu, mister Tulliani. Scambio di frecciate taglienti tra Gianfranco Fini e Bruno Vespa durante la puntata di Porta a Porta che andrà in onda stasera su Rai1. Nel corso di un’intervista durata poco più di mezz’ora, il Presidente della Camera ha indirizzato battute al vetriolo al giornalista della tv pubblica che ha ribattuto a tono alle stoccate dell’interlocutore, sfoderando il pungiglione. Si parlava del caso Ruby, dell’attualità politica, di alleanze e processo breve, quando il leader di Futuro e Libertà se n’è uscito così: “lei è molto informato su quello che fa Berlusconi“, rivolgendosi ovviamente all’istituzionale sacerdote della Terza Camera televisiva.

Cerco di essere informato su tutto” risponde Vespa, spiegando di apprendere certe notizie dai giornali. Il tema del dibattito diventa spinoso, si arriva a discutere di intercettazioni telefoniche. E Fini, ad una domanda del giornalista, incalza: “dovrebbe chiedere a Berlusconi, che lei frequenta, perché disse no alle modifiche proposte da Giulia Bongiorno“. Nel corso della puntata registrata oggi pomeriggio, il leader di Fli ha riservato anche altre critiche al premier e al ruolo dei media a proposito del Piano per il Sud. “Non ha avuto alcun effetto“  fa notare mister Tulliani, mentre Vespa tiene a precisare che il suo programma aveva mandato in onda più di un servizio sul tema. ”Ho parlato di altri, non abbia la coda di paglia…” la replica di ghiaccio di Gianfranco Fini.

Nell’intervista a Porta a Porta il Presidente della Camera ha parlato anche del ruolo della Lega negli equilibri di governo, del suo ruolo istituzionale e della possibilità che stia lavorando per diventare il futuro leader del centrodestra, dopo Silvio. “E’ una delle ipotesi” ha rivelato Fini. Il vivace botta e risposta tra Bruno Vespa e il suo ospite è comunque proseguito anche su altri temi, favorito anche da alcuni fraintendimenti. “Avete preclusioni ad allearvi con buoni candidati di destra?” ha domandato l’anchorman, sentendosi rispondere: “Lei offende la mia intelligenza“. E allora il Vespone: “Mi fa piacere!“.


15
gennaio

IL SALOTTO DI SIGNORINI O LA TERZA CAMERA DI VESPA? LE NUOVE ALLEANZE POLITICHE SI FANNO ANCORA IN TV

Italo Bocchino cuoco a 'Kalispera!'

Dalla ‘terza Camera’ alla cucina, passando per il salotto (televisivo). Niente stanza da letto, che di questi tempi è meglio non rischiare. Fateci caso: la politica in tv sta traslocando alla spicciolata, e di colpo le tradizionali dimore del confronto mediatico sembrano diventate roba d’antiquariato. Per carità: Annozero, BallaròPorta a Porta & Co. rimangono autorevoli programmi d’approfondimento, ma forse alcuni dibattiti cerimoniosi stanno iniziando a rompere i Maroni e a fare Casini. Nell’etere c’è qualcosa di nuovo. Prendete Kalispera! ad esempio, lo show condotto da Alfonso Signorini ogni mercoledì su Canale5. Tra il serio e il faceto, la trasmissione di seconda serata è ormai un appuntamento in grado di influenzare la pubblica discussione, di innescare polemiche e macchinare improbabili alleanze di governo. “Beh va beh”, i tempi cambiano in un volo di Vespa.

Venghino  siori, che c’è posto. La chicchissima corte di Signorini è aperta a tutti: giornalisti, soubrette, cantanti, attori e politici. Un coacervo azzeccato di volti e storie che unisce l’intrattenimento al pettegolezzo, il cazzeggio alla politica. Piaccia o meno, accade che il Ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini faccia coppia con Biagio Antonacci, che l’avvenente Nina coscialunga Senicar sieda accanto ad Emilio Fede. Due settimane fa il gran visir di Kalispera! aveva accolto pure una telefonata di Silvio Berlusconi con la quale il premier lanciava il suo personale anatema contro i comunisti al cachemire e le toghe ‘rosse’. Le parole del Cav. avevano costretto i giornaloni a risistemare l’impaginazione, aprendo un dibattito sull’identità della sinistra e sulla giustizia ad orologeria. Alla faccia dell’intrattenimento frivolo; quando vuole, lo show di Alfonsino Nostro riesce a mettere più carne al fuoco di quanto facciano le solenni liturgie di Bruno Vespa.

Infatti se a Porta a Porta il cerimoniale del dibattito è rigoroso e sempre più simile a se stesso (“mi faccia parlare che io non l’ho interrotta“), nel tinello di Signorini ti puoi sbragare sul divano in maniche di camicia, e se fai l’occhiolino alla telecamera ti becchi pure l’applauso. Si ride, si inciucia, si balla e si cucina, ma tra un soffritto e un ocho adelante, òcio che sono in corso le prove tecniche di un’alleanza politica. Mercoledì scorso, ad esempio, ai fornelli di Kalispera! c’era Italo Bocchino, il capogruppo alla Camera di Futuro e Libertà. Il luogotenente di Gianfranco Fini cucinava degli spaghetti al tonno assieme ad Orietta Berti, quando Alfonso Signorini l’ha invitato ad un confronto vis-a-vis, tutto a favore di tele-Camera.





14
dicembre

VOTO DI FIDUCIA: A BALLARO’ E PORTA A PORTA LE REAZIONI POLITICHE AL B-DAY. STRISCIA LA NOTIZIA CONSEGNA UN TAPIRO GIGANTE AGLI ‘SCONFITTI’

Silvio Berlusconi

Traballa ma tiene duro: la fiducia c’è. Silvio Berlusconi vince di un Fli (o fil, è uguale) e con uno scarto di soli tre voti incassa il “sì” della Camera al suo Governo. 314 a 311. Il dato politico è tutto a suo favore, ma le interpretazioni e i commenti si spaccano nel tentativo di attribuire un valore reale al risultato di oggi. “La vittoria numerica di Berlusconi è evidente quanto la nostra sconfitta” ha commentato ad esempio il Presidente della Camera Gianfranco Fini dopo la batosta ricevuta da Futuro e Libertà. Tra dirette e collegamenti la tv sta seguendo ora per ora l’evolversi del dopo-fiducia, considerando il possibile delinearsi di nuove coalizioni e le ipotesi di voto anticipato. Ora tutto è possibile.

La giornata politica sarà al centro della puntata di Ballarò in onda stasera. Giovanni Floris darà spazio al confronto e alle reazioni politiche suscitate dai risultati delle votazioni di Camera e Senato. Parteciperanno al dibattito il ministro dei Beni culturali e coordinatore del Pdl Sandro Bondi, il leader di Sinistra e Libertà Nichi Vendola e il capogruppo di Futuro e Libertà Italo Bocchino. Tra le fila dei giornalisti, il presidente di Rcs libri Paolo Mieli, il direttore del Tempo Mario Sechi e Massimo Giannini di Repubblica. Come sempre non mancheranno la copertina ironica di Maurizio Crozza e i sondaggi di Nando Pagnoncelli (Ipsos).

Dopo Ballarò, Rai3 offrirà al pubblico la possibilità di ascoltare un’altra autorevole voce di commento alla situazione politica e sociale del Paese. Parla con me di Serena Dandini, infatti, ospiterà il direttore del Corriere della Sera Ferruccio De Bortoli. Anche Porta a Porta di Bruno Vespa approfondirà  le conseguenze del voto di fiducia a Berlusconi a partire dalle 23:10 su Raiuno. In serata tutti i telegiornali riserveranno ampio spazio alla pagina politica e a quella degli scontri molto violenti, con cariche della polizia e feriti, che oggi hanno infiammato il centro di Roma.  


16
novembre

L’ITALIA DI VIENI VIA CON ME: UNA REPUBBLICA FONDATA SUGLI ELENCHI

Roberto Saviano nella seconda puntata di Vieni via con Me

L’Italia di Vieni via con me è una Repubblica fondata sugli elenchi. Se ne hai uno sotto mano (magari telefonico o della spesa) è fatta: Fabio Fazio potrebbe invitarti nel suo programma come ospite. Non conta che tu sia intelligente o scemo, che tuo cognato possegga una casa a Montecarlo o una bettola in periferia; ti basterà leggere una lista per fare tv di qualità. Ieri sera su Raitre è andata in onda la fiera dell’elenco, show atteso da giorni che ha unito sullo stesso palco un Presidente della Camera, un leader politico d’opposizione, un prete no global e un comico scalcagnato. Un’altalena di contenuti, capace di appassionare e far riflettere ma anche di deludere al punto che qualche telespettatore avrà fatto propria la domanda refrain della trasmissione: vado via o resto?

Resto perchè… c’è Roberto Saviano. Dopo gli ingranaggi della cosiddetta “macchina del fango”, spiegati con dovizia settimana scorsa, ieri lo scrittore è tornato a parlare di mafia, raccontando gerarchie e rituali che disciplinano l’affiliazione di un uomo d’onore. Al centro del suo monologo un’accusa ben precisa rivolta al nord: “La Lombardia è la regione con il più alto tasso di investimenti criminali d’Europa. E’ Milano la capitale degli investimenti mafiosi” dice. Saviano snocciola elenchi (pure lui…) poi spara un teorema sui picciotti padani. Secondo l’autore di Gomorra la Lega sarebbe sodale con la criminalità organizzata, che allunga le mani sugli appalti più redditizi e gioisce ogni qual volta sente parlare di scudo fiscale o decreti sulle intercettazioni. Insomma, la città della Madunina sarebbe diventata la succursale di Casal di Principe. O viceversa, paisà.

Meno male che a vigilare sul Paese e far sorridere ci pensano i beneamati politici: è l’atteso momento di Gianfranco Fini e Pierluigi Bersani. Il leader del Pd entra per primo, cravatta rossa d’ordinanza, e impettito davanti al microfono scandisce i valori di sinistra come fosse ad un comizio. Laicità, etica, lavoro, istruzione, sicurezza… Compagni avanti il gran partito. Poi arriva il futurista Fini e pure lui attacca con la litania degli ideali. “Destra vuol dire etica pubblica, cultura dei doveri. E’ lo stato che deve garantire che la legge è davvero uguale per tutti…”. Eia Eia alalà. Giochetto: togliete le parole ‘destra’ e ’sinistra’ e trovate le differenze. Nel giro di dieci minuti finisce tutto, Fini e Bersani spariscono dietro le quinte. Si torna a parlare di politica.


14
novembre

VIENI VIA CON ME: TUTTI NE PARLANO E IL TG5 LO CRITICA. ORA FAZIO CI STUPISCA, DOPO FINI E BERSANI FACCIA (E)LEGGERE SILVIO…

Vieni Via Con Me

Se non parli di Vieni via con me sei un bello sfigato. Se su facebook non sei fan di Roberto Saviano ascolta: fatti delle domande. Ormai funziona così, sarà per questo che nell’ultima settimana molti hanno fatto del commento alla trasmissione di Fazio il loro hobby più esaltante. Wow. I primi a darci dentro sono stati giornalisti e opinionisti, ovvio.  Teorie ed elucubrazioni per capire il vero senso del programma, diatribe per stabilire se le parole dello scrittore fossero all’altezza dell’attualità politica. Poi tutti a sezionare la performance di Roberto Benigni, a calcolare se l’artista avesse ecceduto o meno con l’antiberlusconismo. Risultato? Un bello spottone gratuito alla prossima puntata, che milioni di persone seguiranno non tanto per i suoi contenuti, quanto per le attese che li precedono. Fabio Fazio ringrazia.

Ormai tutti stanno parlando di Vieni via con me e  inevitabilmente lo abbiamo fatto pure noi. Ieri sera è arrivato anche il Tg5, che ha dedicato un servizione dai toni critici al programma di Raitre. Partendo dalla notizia che domani  Fazio ospiterà Pierluigi Bersani e Gianfranco Fini (maggiori info qui), il notiziario di Mimun ha annotato che a questo punto altri leader di partito potrebbero chiedere di essere invitati (“perchè non Di Pietro, Casini, Bossi o il premier Berlusconi?“). Accanto a questa considerazione un giudizio netto e dai risvolti politici: ormai la terza rete è diventata “monotematica”, con una ossessione per il Cavaliere. A sostegno della tesi il servizio del Tg5 cita Linea notte, Parla con me, lo stesso Vieni via con me e altri programmi riconducibili alla sinistra.

Su LA7, intanto, Luca Telese e Luisella Costamagna annunciavano che stasera il loro In Onda si occuperà proprio delle polemiche riguardo alla trasmissione di Fazio. A discuterne ci sarà il capostruttura di Raitre Loris Mazzetti, longa manus del programma, quello che rideva di gusto alle battute di Benigni sul Direttore Generale Mauro Masi. In questi giorni anche Marco Travaglio e Giorgio Bocca hanno voluto dire la loro su Vieni via con me, con critiche severe e inaspettate nei confronti di Roberto Saviano (“uno che recita, la sua è una mafia colorata e letteraria” secondo l’editorialista dell’Espresso). Ora però l’attenzione si è spostata tutta sulla presenza dei leader di Fli e Pd, sull’altolà del DG Masi e le repliche del direttore di Raitre Paolo Ruffini. Polemiche che ormai sono diventate il fiore all’occhiello di un marketing promosso involontariamente dai piani alti di Viale Mazzini.


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