Partiamo da una premessa: XFactor, televisivamente parlando, non mi è mai piaciuto sino in fondo. Ma il programma ha goduto di una promozione e di un’eco mediatica che l’hanno trasformato da talent effettivamente mai decollato in un cult musicale dell’italico piccolo schermo. Uno show che strizzava l’occhio ad una nicchia di appassionati e fedelissimi ‘cultori della materia’, che è riuscita a far passare in secondo piano scelte televisivamente sbagliate che, di fatto, non hanno mai regalato al programma l’appeal di un grande show.
Il vero problema, dunque, era un altro: ascolti bassi che non giustificavano un costo spropositato del talent. E’ questo l’unico motivo per il quale ho sempre condiviso la scelta dell’ex direttore di Rai2 di cancellare lo show dai palinsesti della seconda rete. Certo, ben si sarebbe potuto tentare di rivedere i costi del programma e ben si sarebbero potute apportare quelle modifiche necessarie a fare di Xfactor uno show di richiamo. Ma questa è un’altra storia. D’altro canto, dopo quattro edizioni, la situazione è sempre rimasta invariata.
Condivisibile, dunque, la ricerca di una valida alternativa che costasse meno e che ricalcasse un percorso analogo a quello del programma precedente. Ma Star Academy non ha avuto la stessa fortuna di Xfactor. Non ha mai acceso l’interesse dei media, e ancor di più quello del pubblico; è stato realizzato in fretta e furia e, nonostante questo, ha goduto di una promozione inesistente.
Certamente non ha giovato al programma la sua prima puntata. Vogliamo riassumerla? Riassumiamola: imbarazzante. E come per tutti gli esperimenti mal riusciti, è partita l’affannosa corsa per il ’salvataggio in corner’ con l’inserimento di variopinte pezze a colori.
Non ho mai creduto alle posticce ‘variazioni sul tema’. Questa volta, tuttavia, devo ricredermi. Ieri si è assistito ad uno show completamente diverso che, per assurdo, ha fatto propri tutti i suggerimenti che da anni proponevo per XFactor. Ed il risultato è stato assolutamente gradevole. Brani popolari, una conduzione meno presente, una bella dialettica tra giudici e tutor, giuria decisamente non buonista e una straordinaria Ornella Vanoni che, da sola, vale il prezzo del biglietto.
Per questo, proprio nel momento in cui si decidono le sorti del programma, spererei in una terza chance. Un’altra possibilità per tentare di far conoscere lo show (quello proposto ieri, ovviamente) e che, per questo, dovrebbe contemporaneamente far leva anche su uno spostamento della collocazione settimanale. Inutile negare, infatti, che il giovedì sia ormai… andato. Un 5.93% è indice di una scelta ben precisa del pubblico che, nel quarto giorno della settimana, sa già cosa guardare.
1. danosd ha scritto:
7 ottobre 2011 alle 13:25