In un autunno televisivo caldo come questo, in cui le sperimentazioni (a dire il vero neanche troppo originali) di Mediaset e Rai non sono state premiate dal pubblico, poteva non insinuarsi la polemica di turno tra star del piccolo schermo? E così, mai paghi e con la voglia di essere sempre sulla cresta dell’onda, si diffondono per l’etere i commenti dei vari Fiorello, Paolo Bonolis e Simona Ventura.
Vi elenchiamo alcune battute di questa querelle mediatica a distanza:
Fiorello: “Per ora voglio starmene sul divano, caso mai penserò a uno spettacolo dal vivo”. E ancora: “Sembra che dal 2004 io sia stato tutti i giorni in tv a fare La Russa o il Cocciante/Gobbo di Notre Dame e invece io in tv non c’ero. Le continue repliche di quegli spezzoni mi hanno costretto a starmene defilato”.
Paolo Bonolis: “La tv oggi non fa che ripetere se stessa, perché così si garantisce, ma in questo modo è l’artista ad avere la peggio. Non stare in televisione ma fare la televisione è la logica di chi si prende rischi per fare qualcosa, i miei 28 anni di carriera sono basati su questo principio ”.
Simona Ventura: “Fiorello e Bonolis? Si tratta di persone che possono permettersi di stare a casa e fare trasmissioni solo quando vogliono. Noi siamo semplici artigiani che lavorano per la nostra azienda, la Rai, la televisione degli italiani. Trovo irrispettoso quanto è stato detto da Fiorello e Paolo Bonolis. Si tratta in ogni caso di una mancanza di rispetto nei confronti degli stessi telespettatori, perdendo anche in simpatia. Paolo Bonolis, poi, da quando è andato a Mediaset, non mi sembra abbia fatto molto, a meno di copiare programmi che sono rimasti alla Rai. Mi dispiace. Noi siamo Paperino in confronto a Gastone: è come se i patrizi sputassero sui plebei”.
Replica di Fiorello alla Ventura: “Ho visto quanto guadagna Simona Ventura e proprio plebea non è. Anche io guadagno, ma lei anche”.
A leggere le loro dichiarazioni “in stile primadonna”, ci verrebbe voglia di rivoltare il tubo catodico.
La primadonna in gergo teatrale è l’attrice protagonista di una rappresentazione. Il termine può essere utilizzato indifferentemente senza distinzione di sesso, purché il/la protagonista abbia una caratteristica fondamentale: atteggiarsi con lo scopo attirare l’attenzione o voler primeggiare sui rivali. E mai appellativo da affibiare è più azzeccato come in questo caso.
Fiorello, Bonolis e Ventura stanno facendo il loro gioco, incuranti degli interessi di milioni di spettatori che vedono in loro dei capisaldi dei palinsesti televisivi, dei paladini nei quali riporre le speranze per il ritorno ad una televisione più sana, come quella del passato ma con i vantaggi della modernità. E invece loro che fanno?
Fiorello si permette di criticare la televisione italiana, ma non fa nulla per risollevarla. Vada per la radio e per gli show dal vivo. Ci può stare la pubblicità; ma non ti sembra, caro Fiore, di non voler rischiare abbastanza?
Lo stesso dicasi per Bonolis, in questi anni non certo il massimo dell’originalità, a parte qualche programma ben confezionato come Il senso della vita. Il resto è tutto un copione già scritto, aspettando con ansia la rivoluzione che il presentatore romano dovrebbe mettere in atto nel prossimo Festival di Sanremo (ma la stessa cosa si disse in vista dell’edizione del 2005).
La Ventura non potrebbe restare a casa su un divano: la sua carriera, prettamente televisiva, ne risentirebbe. Forse è per questo che negli ultimi tempi si sta dando alla recitazione, alla scrittura e al talent scouting? Un rimedio sicuro contro i cali di ascolto? O contro quelli della borsa?
Ma se tutti rimanessero a casa in pantofole come Fiorello o aspettassero il programma giusto come Bonolis, che ne sarebbe della tv italiana, già in crisi di ascolti e di idee? I telespettatori italiani saranno costretti a rifugiarsi in programmi amarcord in stile Tutti pazzi per la tele? O dovranno rimpiangere i Corrado, Tortora, Columbro e Cuccarini, protagonisti di una tv che fu?
La Ventura lottattrice, invece, dovrebbe essere più sincera col suo pubblico. Dopo sei edizioni dell’Isola dei famosi, è necessario cercare anche altre vie d’uscita contro i cali d’ascolto, cara Simo. Forse nella guerra tra Titani potresti essere tu la vincitrice.
1. Silvia ha scritto:
3 ottobre 2008 alle 13:40