Sanremo, si sa, al di là della gara canora è anche un turbillon di notizie, persone, eventi, tutti sapientemente mescolati e amplificati dalla portata mediatica dell’appuntamento. Non è quindi una casualità oppure un’anomalia, il fatto che a poche settimane di distanza dalla partenza della kermesse, inizino a spuntare i “casi sanremesi” come se fossero funghi dopo una giornata di pioggia. Ad occupare le colonne di molti giornali anche quest’anno ci pensa il fungo, pardon il cantante Povia. In principio ci fu ”il verso dei bambini”, poi vennero i piccioni; l’anno scorso la svolta sociale con la canzone che parlava di un gay poi diventato eterosessuale (“Luca era gay“) e la svolta continua quest’anno in nome di un’altra tematica “acchiappa-clamore”.
“La verità (Eluana)” è questo il titolo del brano che Povia porterà all’Ariston e non ci vuole molto per capire che una canzone dedicata al caso di Eluana Englaro e alla sua “dolce morte” non potrà che generare illazioni e pubblicità a favore del cantante. Può una canzonetta parlare di un argomento che ha diviso e divide tutt’ora il parere dell’italica e cattolica opinione? Può una rima o un accordo ben riuscito sensibilizzare il pubblico su uno straziante caso di cronaca e di amore? Chi può dirlo. La canzone di Povia potrà rivelarsi una pietra miliare, un flop o magari una semplice furbata, ma prima di apporre una di queste etichette sarà necessario ascoltare e capire.
“Padre, ora vivo nel tuo cuore / vivo nella tua battaglia / fate il nome del mio nome / fate il nome di tua figlia / di una volontà da rispettare / invece di dormire in fondo al mare” [...] “Mamma, che ne sanno del dolore / di quello che si può provare / per una disperata decisione / e di quando avevi tu vent’anni / fatti di progetti e sogni” (fonte: Repubblica): potrebbe essere, questa, parte del testo della canzone ma ad oggi nessuno, dopo vari rumors e bufale, è in grado di dare una versione unica e ufficiale sulla canzone. Al di là di come saranno le strofe che Povia eseguirà all’Ariston, la reazione del pubblico è tutt’altro che scontata e chissà che anzichè gridare allo scandalo, non verrà premiato (come l’anno scorso) il marketing anticonformista del cantautore.
La speranza è solo quella di non vedere intorno a questa canzone (perchè alla fine di una semplice canzone si tratta) speculazione, finti moralismi o (ancor peggio) poco coraggio, da parte della conduttrice e dell’entourage artistico che hanno selezionato il brano. La scelta di far passare un brano come “La verità” ha, nella sua stessa genetica, la volontà di metterlo al centro dell’attenzione e dei commenti di tutti, quindi a questo punto non rimane che augurare ad Antonella & company la capacità di sostenere oneri e onori della cosa, e al pubblico di farsi un’idea che sia il più possibile personale e oggettiva sulla validità di questo progetto.
1. roberto ha scritto:
18 gennaio 2010 alle 13:38