18
febbraio

LUCA ERA GAY. POVIA ERA UN CANTANTE

Povia, Festival di Sanremo 2009 @ Davide Maggio .itFestival di Sanremo 2009. Mezzanotte inoltrata.

Bonolis, prima della pubblicità, annuncia Povia e la tanto temuta “Luca era Gay“, canzone che ha suscitato le ire di tutte le associazioni omosessuali in Italia. La pubblicità termina, il momento è arrivato. Paolo, nel tentativo di svegliare un pubblico naturalmente provato da 3 ore e mezza di diretta e canzoni, alcune delle quali si faticano a definire tali, tira fuori la lingua e sviolina il pubblico come mai aveva fatto. Prima la galleria, poi la platea. Un applauso a chi è chiamato ad applaudire.

Un’adulazione che non giunge affatto a caso. Come dire, prima che il palco sia ricoperto di frutta e ortaggi, fatemi addolcire il pubblico chè i pomodori sulla scenografia sono spiacevoli da vedere, poi Gaetano Castelli si incazza di brutto.

Tanto rumore per nulla. Entra Povia. Applausi timidi, qualche fischio, si sente un “Bravooooo!” dalla galleria urlato a squarciagola. Probabilmente era la Mussolini.

Bonolis presenta la canzone come uno di quei tipici brani nati da una chiacchierata con uno sconosciuto sul treno. Povia. Ma forse è meglio che avesse preso l’aereo.

Il brano che musicalmente è anche piacevole, ha un testo che è un accozzaglia di luoghi comuni, citazioni avventate, tanta, troppa carne sul fuoco. I versi che inneggiano al sesso sono accompagnati da un orgasmo femminile imbarazzante.

Povia, per paura di prendersi in faccia i precitati ortaggi, se ne va dal palco, affigendo un cartello con su scritto: “Nessuno in fondo sa, com’è fatto un altro“. E’ incredibile, il cartello aveva più personalità di Povia!

Finisce il brano. Gli applausi aumentano un pò, i fischi sono sempre gli stessi. La telecamera inquadra un Franco Grillini decisamente e tristemente sconsolato. Ma il conduttore sa bene che da questa storia può fruttare qualche altro bel momento e il microfono finisce nelle mani di Grillini, non senza una raccomandazione di Bonolis che mette le mani avanti sperando di non doversi pentire dell’altruistico, democratico, gesto.

Il presidente onorario dell’ArciGay, per replicare, tira fuori un cellulare e legge un sms arrivato qualche minuto prima, di un suo amico che si sarebbe commosso durante la performance di Benigni, un suo amico che da poco ha perso il suo compagno di vita. Grillini legge il messaggio e poi esclama: “Povia, impara la felicità degli omosessuali!“. E qui siamo rimasti di stucco. Non pensavamo si potesse tenere acceso il cellulare.

Il pubblico risponde con bordate di fischi, e il nostro stupore aumenta: i fischi, infatti, vengono dallo stesso pubblico che qualche ora prima applaudì a più non posso il monologo di Roberto Benigni, una lettera di Oscar Wilde, imprigionato per omosessualità, indirizzata al suo amato, con la quale lo invitava a scappare in Italia per evitare l’oscurantismo dell’Inghilterra.

Lo stesso pubblico che prima applaude Benigni in piedi, poi fischia Grillini da seduto. Non si riesce a comprendere il perchè.

Bonolis chiude la faccenda con una frase fatta: “E’ solo una canzone“.

Ma la musica, dov’era?

[Foto | via Corriere.it]



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50 Commenti dei lettori »

1. daniela ha scritto:

18 febbraio 2009 alle 07:11

Approvo tutto, e aggiungo quello che avevo scritto nel mio blog:

D’accordo: gustosissima, a Sanremo, la satira su Berlusconi, Mastella, Alfano & Co., una frecciata allo sfacelo veltroniano ci poteva pure stare, ma non importa. Importa il “dopo”.

Quando ha parlato degli omosessuali (mai definiti gay, e non a caso). Il bersaglio non era quel gocciolone di Povia, ma Ratzinger e i suoi epigoni. Li ha stracciati sul loro stesso terreno. La citazione “L’amore è superiore alla fede” è tratta infatti dall’”Inno alla carità” di san Paolo. Senza nominare niente e nessuno, con le semplici e sublimi armi dell’arte e della cultura, Roberto ha fatto capire dove sta la verità.



2. frà ha scritto:

18 febbraio 2009 alle 08:43

Dissento leggermente dal commento sulla canzone di Povia. Se si vuole discutere sulla banalità o meno del testo lo si può anche fare e si troveranno tante persone alle quale è piaciuto e altrettante che lo hanno trovato banale. Tuttavia non l’ho trovato offensivo nei confronti degli omosessuali. Daccordo invece con i fischi a Grillini. Trovo più discriminatorio, e a sfavore della perfetta integrazione di diverse realtà sessuali, il suo atteggiamento vittimistico a prescindere. Ecco, credo, i motivi dei fischi. Anche io avrei applaudito Benigni, anche io avrei fischiato Grillini. Non ho bisogno di un falso messaggino per capire che gli omosessuali sono persone normali. Non ho bisogno di scagliarmi contro un titolo di una canzone per combattere l’ottusità delle persone.
Per il resto, devo dire che quest’anno le canzoni fanno c***are anche più del solito. tutte orribili tranne un paio.



3. Andrea ha scritto:

18 febbraio 2009 alle 08:52

Ma per favore! Ma quale canzone razzista…al limite scontata e banale ma siamo al Festival e c’è da aspettarselo…e Grillini ci faccia il piacere di fare cose più serie e dedicarsi a altri problemi! I fischi a Grillini erano giustissimi, come sem,pre si riesce a farsi ridere addosso, i primi a autoghettizzarsi sono proprio certe associazioni…e a Grillini si insegni l’educazione: a teatro il telefono si spenge!



4. ANnuccia ha scritto:

18 febbraio 2009 alle 09:54

Quoto tutto!!!La canzone è un pò ridicola ma non offensiva…Secondo me è stata solo una provocazione per far parlare un pò,sinceramente sul motivetto della canzone si potevano mettere qualsiasi altre parole anche più orecchiabili.



5. libertà ha scritto:

18 febbraio 2009 alle 10:00

fabrizio morasca ma che cavolate scrivi?fai scrivere a davide che sicuramente è più obbiettivo di te…la canzone di Povia è molto bella, e che c’è di male se uno è gay e poi diventa etero…ho visto che hai commentato non la canzone di Giuseppe,ma il pensiero..
VERGOGNATI morasca…impara a rispettare altri pensieri…la canzone non ha nulla di offensivo…trovo il tuo intervento frivolo e demagogico…non scrivere piu caxxate…



6. Teo ha scritto:

18 febbraio 2009 alle 10:08

La canzone per me è stupenda: orecchiabile (è l’unica che ho canticchiato stamattino appena sveglio) e con un testo reale. Ricordiamoci che è una storia vera, perciò non si può criticare! Forse se fossi stato in Povia, avrei lasciato perdere il cartellone finale, però in fondo forse ci stava nell’atmosfera!
E che dire di Grillini? Bonolis gli aveva promesso un intervento, ma col senno di poi, poteva evitarlo, visto che non ha detto niente di nuovo dal solito, sempre e solo a criticare. E beccati ’sti fischi!!! La penso come Bonolis e ripeto: è SOLO MUSICA NATA DA UNA STORIA VERA!!



7. Giovanni ha scritto:

18 febbraio 2009 alle 10:38

Per me quello che Povia ha scritto sul cartello finale spiega più di ogni altra cosa il senso di quello che voleva dire “Nessuno in fondo sa com’è fatto un altro”. Ognuno è diverso e cela nel suo intimo storie ed emozion che possono portarlo a compiere scelte di vita che a volte appaiono contraddittorie…m in realtà non lo sono. Mi stupisce che una persona intelligente come Grillini se la sia presa…….in realtà si capisce benissimo che la canzone non parla di omosessualità, il titolo sarebbe infatti potuto essere “Luca non è mai stato gay” o “Luca credeva di essere gay” perchè la canzone parla di un ragazzo che NON è MAI stato gay (gay come lo intendono gli omosessuali veri…..cioè con l’amore e il sentimento che caratterizza le VERE storie d’amore). L’errore (grande) di Povia è stato proprio questo però……perchè parlare di omosessualità quando l’omosessualità non c’entra nulla…bè, è evidente…così avrebbe fatto discutere di più e avrebbe venduto più dischi…….ignoranti quelli a cui è piaciuta perchè hanno creduto che fosse una canzone sulla “guarigione” dei gay (assurdo…) e ignoranti quelli a cui ha fatto schifo perchè pensavano che fosse una canzone CONTRO l’omosessualità….sbagliano tutti e due…….e se fosse solo una storia vera ??? Quante volte abbiamo sentito di persone che CREDEVANO di essere etero (sposati, con figli) e poi hanno “scoperto” (???) di essere innamorati di un altro uomo…….allora Grillini perchè esclude a priori il contrario ???



8. Gioelisa ha scritto:

18 febbraio 2009 alle 10:54

Mamma mia è solo una canzone! Ieri sera mentre guardavo il Festival sentivo i commenti della Gialappa’s su radio2. A fine esibizione Povia viene intervistato da loro, e spiega che non voleva assolutamente dire quello che altri hanno voluto far intendere. Riprende soltanto la storia di un ragazzo che lui conosce. Anch’io conosco un ragazzo dalla storia simile pero’ è successo il contrario, ad un certo punto da etero è diventato omosessuale perchè si è reso conto che era molto piu’ felice. E allora?!? Che pesantezza!



9. Mari 611 ha scritto:

18 febbraio 2009 alle 11:05

Anch’io ho sentito Sanremo via radio a mai dire rai con la Gialappa’s. Ve lo consiglio.
Fabio..suvvia..un pò più di obiettività..e ripassa la consecutio temporum ;)



10. Luigi Miliucci ha scritto:

18 febbraio 2009 alle 11:11

la lezione di civiltà e tolleranza di Benigni giganteggia sulla banale e inconcludente provocazione d povia…



11. Biagio Chianese ha scritto:

18 febbraio 2009 alle 11:13

Livello musicale bassissimo, Povia imbarazzante. Peccato, perchè musicalmente la canzone è anche orecchiabile. Salvo Dolcenera, Renga e il pezzo di Patty Pravo (non la performance).



12. Luigi Miliucci ha scritto:

18 febbraio 2009 alle 11:14

Mio carissimo ragazzo,
questo è per assicurarti del mio amore immortale,
eterno per te. Domani sarà tutto finito. Se la prigione e
il disonore saranno il mio destino, pensa che il mio amore
per te e questa idea, questa convinzione ancora più divina,
che tu a tua volta mi ami, mi sosterranno nella mia infelici-
tà e mi renderanno capace, spero, di sopportare il mio
dolore con ogni pazienza. Poiché la speranza, anzi, la cer-
tezza, di incontrarti di nuovo in un altro mondo è la meta
e l’ incoraggiamento della mia vita attuale, ah! debbo con-
tinuare a vivere in questo mondo, per questa ragione.
Il caro *** mi è venuto a trovare oggi. Gli ho dato
parecchi messaggi per te. Mi ha detto una cosa che mi
rassicurato: che a mia madre non mancherà mia niente. Ho
sempre provveduto io al suo mantenimento, e il pensiero
che avrebbe potuto soffrire delle privazioni mi rendeva
infelice. Quanto a te (grazioso ragazzo dal cuore degno di
un Cristo), quanto a te, ti prego, non appena avrai fatto
tutto quello che puoi fare, parti per l’ Italia e riconquista
la tua calma, e componi quelle belle poesie che sai fare tu,
con quella grazia così strana. Non esporti all’ Inghilterra
per nessuna ragione al mondo. Se un giorno, a Corfù o in
qualche isola incantata, ci fosse una casetta dove potessi-
mo vivere insieme, oh! la vita sarebbe più dolce di quanto
sia stata mai. Il tuo amore ha ali larghe ed è forte, il tuo
amore mi giunge attraverso le sbarre della mia prigione
e mi conforta, il tuo amore è la luce di tutte le mie ore. Se
il fato ci sarà avverso, coloro che non sanno cos’è l’amore
scriveranno, lo so, che ho avuto una cattiva influenza sulla
tua vita. Se ciò avverrà, tu scriverai, tu dirai a tua volta
che non è vero. Il nostro amore è sempre stato bello e
nobile, e se io sono stato il bersaglio di una terribile tra-
gedia, è perchè la natura di quell’ amore non è stata com-
presa. Nella tua lettera di stamattina tu dici una cosa che
mi dà coraggio. Debbo ricordarla. Scrivi che è mio dovere
verso di te e verso me stesso vivere, malgrado tutto. Cre-
do sia vero. Ci proverò e lo farò. Voglio che tu tenga
informato Mr Humphreys dei tuoi spostamenti così che
quando viene mi possa dire cosa fai. Credo che gli avvoca-
ti possano vedere i detenuti con una certa frequenza. Così
potrò comunicare con te.
Sono così felice che tu sia partito! So cosa deve esserti
costato. Per me sarebbe stato un tormento pensarti in In-
ghilterra mentre il tuo nome veniva fatto in tribunale.
Spero tu abbia copie di tutti i miei libri. I miei sono
stati tutti venduti. Tendo le mani verso di te. Oh! possa
io vivere per toccare i tuoi capelli e le tue mani. Credo che
il tuo amore veglierà sulla mia vita. Se dovessi morire,
voglio che tu viva una vita dolce e pacifica in qualche
luogo fra fiori, quadri, libri, e moltissimo lavoro. Cerca di
farmi avere tue notizie. Ti scrivo questa lettera in mezzo
a grandi sofferenze ; la lunga giornata in tribunale
mi ha spossato. Carissimo ragazzo, dolcissimo fra tutti
i giovani, amatissimo e più amabile. Oh! aspettami! aspetta-
mi! io sono ora, come sempre dal giorno in cui ci siamo
conosciuti, devotamente il tuo, con un amore immortale.
(O.Wilde)



13. Mari 611 ha scritto:

18 febbraio 2009 alle 11:16

Bravo Luigi..banale è il termine esatto..”Luca era gay è adesso ama lei”..ritornellino in rima.
Però non riesco a capire dove sia la provocazione. Diamo alla canzone il senso leggero che ha senza leggerci il retro pensiero della “conversione”.
E’ una canzonetta che lascia il tempo che trova..come quella del piccione..come i bimbi che fanno ohhh. E’ Povia. Punto. Tra l’altro è anche simpatico: “Sono l’unico caso che ha messo i giornalisti tutti d’accordo sulla bruttura della mia canzone” :D



14. Biagio Chianese ha scritto:

18 febbraio 2009 alle 11:28

Grazie Luigi di aver riportato la lettera di Oscar Wilde!



15. Luigi Miliucci ha scritto:

18 febbraio 2009 alle 11:29

@mari eh già mari una provocazione che si è miseramente sgonfiata dopo l’ascolto di pochi secondi della canzone…speriamo che gli passi anche quella curiosa fobia d vedere “comunisti radical chic” dappertutto…



16. Marta ha scritto:

18 febbraio 2009 alle 11:44

Mia madre è convinta che l’omosessualità sia una scelta o, in alternativa, una malattia dalla quale con un pizzico di buona volontà uno possa guarire.
Ora io non mi metto neanche a discutere la questione con lei. Conservo le corde vocali per ben altre discussioni. Ma considero già un grande traguardo il fatto che lei adesso dica “gay” e non più “finocchi”, in senso dispregiativo, come faceva prima. Lei sì che, in un certo senso con un pizzico di buona volontà, ce l’ha fatta a uscire da una posizione oscurantista anche se limitatamente all’ambito verbale. Secondo me la questione è tutta qui: poco alla volta tutti noi dobbiamo essere educati alla civile convivenza (non tolleranza eh, proprio CONVIVENZA) anche attraverso piccoli passi, ad esempio usando una terminologia rispettosa e smettendola con i luoghi comuni. Quello di Povia è cmq un messaggio errato perchè descrive l’omosessualità come un limite, già questo è sufficiente per ritenerla non congrua.



17. Giovanni ha scritto:

18 febbraio 2009 alle 11:59

Povia non ha parlato di omosessualità SE NON NEL TITOLO ( e qui ha sbagliato perchè non ha tenuto conto che siamo in Italia dove polemizzare è uno sport praticato da tutti….. ).
Se ascoltate attentamente il testo (magari un po’ banale…) Povia NON dice che la persona era gay, ma che semplicemente NON LO è MAI STATO….credeva di esserlo. Dunque : Povia, la prossima volta cambia il titolo e mettici : “Luca era confuso”………ma il fatto è che la parola “confuso” non avrebbe fatto discutere nessuno …….allocchi queli che ci cascano



18. Gioelisa ha scritto:

18 febbraio 2009 alle 12:01

Quoto Mari611!



19. Fabio Morasca ha scritto:

18 febbraio 2009 alle 12:01

@ libertà: prima di tutto mi chiamo Fabio. Secondo non sono stato nè poco obiettivo, nè offensivo. Ho giudicato il testo: la faccenda del gay che diventa tale per colpa di una madre ossessiva e un padre assente è una storia trita e ritrita. Vergognarmi? E di cosa? La mia non è demagogia, ma semplice opinione personale.
@ giovanni: l’errore di povia non è errore visto che secondo me il cantante ha seguito proprio un piano preciso per creare aspettative e montare polemiche. L’ultimo tassello di questo puzzle è stata posticipare la pubblicazione del testo su Sorrisi. Mi fa rabbia il fatto che nelle interviste ammette di esser stato frainteso quando il suo intento era proprio montare polemiche. E’ palese.
Un saluto a tutti



20. Mari 611 ha scritto:

18 febbraio 2009 alle 12:02

mah..penso a questo punto di non aver capito niente io. Date a Povia un importanza che di certo non ha. Leggete nel suo banale e scadente testo un messaggio..errato..provocatorio, ma messaggio di che!? Ho ascoltato male io? Nel testo si cita la parola “guarigione” o simili?..Ditemelo perchè mi è sfuggito. Per me sarebbe stata la stessa cosa avesse cantato: “Una donna amava me, adesso siamo in tre” oppure: “Io ero eterosessuale adesso amo il mio bel Pasquale”. Capite? E’ una canzone stupida, può piacere, non piacere..ma si è montato un caso, forse per pubblicizzare ulteriormente Sanremo, laddove il caso non c’è. Lo stesso Povia non ha mica capito di essere finito in una bagarre socio-politica..e lo dice nelle interviste..
Sgonfiamo tutto..gente..il dar peso alla rimetta di Povia sì che è “razzistico”.
Allora..ho ragione io o voi? Si dice a chiare lettere “Luca è guarito da una malattia”? Chiedo perchè non so, sono curiosa.



21. Fabio Morasca ha scritto:

18 febbraio 2009 alle 12:10

@mari611: il testo di Povia, oltre ai precitati luoghi comuni, pecca di un ignoranza assurda, nella citazione di Freud. E questa ignoranza porta a disinformare volutamente. Tu avrai recepito il testo in maniera differente, io, leggendolo, ho ricevuto questo messaggio: da gay sei triste, confuso e tormentato, da etero sei felice. La questione, ovviamente, è soggettiva.



22. Alberto ha scritto:

18 febbraio 2009 alle 12:12

Povia si è sbagliato di brutto perchè è molto più frequente che da etero si diventi gay. Quanti uomini sposati hanno storie parallele con gay. Sveglia gente



23. Giovanni ha scritto:

18 febbraio 2009 alle 12:22

@ Fabio Morasca :
sono pienamente d’accordo con te….. la polemica è stata creata ad arte … in effetti io ho sbagliato parlando di errore … la cosa è stata ovviamente voluta … il testo non è stato pubblicato perchè altrimenti si sarebbe capito che non c’era alcuna polemica sull’omosessualità … e comunque Povia ed il suo staff di marketing hanno raggiunto perfettamente lo scopo….

Quello che intendevo è che siamo noi fessi che ci accapigliamo su un discorso che non esiste.

Per quanto riguarda Freud, non credo che la citazione sia poi così errata considerando che era una canzone, non un trattato di psicoanalisi….. sebbene la psicoanalisi attuale si sia staccata, anche sensibilmente, dalle ipotesi del dott. Sigmund, secondo me (forse sbaglierò) certe situazioni familiari come quella che si intravede nella canzone possono realmente portare a confusione o anche ad orientamenti sessuali differenti da quello etero…ovviamente non è la regola, ci mancherebbe…..



24. Mari 611 ha scritto:

18 febbraio 2009 alle 12:24

@ Fabio, hai ragione! E’ proprio questo il punto..io credo che non si debba sentirsi “colpiti” dal testo di Povia. Mi dispiace proprio per le persone che si sentono ferite dal testo..e pensa che sento spesso dire da amici e amiche omosessuali che è l’esatto contrario..mai stati/e così felici :)



25. Marta ha scritto:

18 febbraio 2009 alle 12:27

no Mari non parla a chiare lettere di una guarigione, non so se ti riferivi a me cmq io ti rispondo per me: quando parlo di “messaggio” non lo intendo in senso semanticamente letterale, intendo l’immagine o il concetto o il principio culturale che un qualunque accadimento pubblico possa veicolare. Per farti un esempio banale, la Atomic Titten Cristina del GF, per me E’ (cioè proprio la ragazza, TUTTA la ragazza) un messaggio. Ed è un messaggio sbagliato perchè suggerisce che tale procace e provocante ragazza sia portata ad accoppiarsi con facilità, senza troppi problemi e i maschi fanno presto ad estendere il concetto a tutte le donne, e in un momento di allarme-stupri a me pare un messaggio sbagliatissimo.
By the way,
tornando a Povia, sono parzialmente d’accordo con te nel voler ridimensionare la questione che è molto molto poco pesante rispetto a quanto ci avevano ventilato inizialmente, tuttavia resta e insiste un errore di base, che è quello di descrivere l’omosessualità come un limite. Sarebbe come dire: Pasquale adesso può amare te perchè si è trasferito nella tua stessa città, mentre prima, vivendo in un’altra città era impedito ad amarti pienamente. Indica un limite, che può essere “veniale” in ambiti geografici o simili, diventa peròTale descrizione però, riferita a una materia più delicata come l’omosessualità in un paese come il nostro, era meglio lasciarla perdere, ecco.



26. Gioelisa ha scritto:

18 febbraio 2009 alle 12:39

Ciao Fabio, adesso tralasciando la canzone, io non so se tu sei etero, omosessuale o bisessuale. Mettiamo che sei etero. Stai con una donna, dopo un po’ ti rendi conto che con questa non sei felice e non ti trasmette niente, non stai bene con lei, ti manca qualcosa.. Dopo un po’ ne incontri un’altra che di fatto potrebbe essere la donna della tua vita. E con lei sei veramente felice. Càpita!Ciao ciao!



27. federica (grande fratello) ha scritto:

18 febbraio 2009 alle 12:42

SIETE TUTTI FROCI FORZA POVIA



28. Kiara ha scritto:

18 febbraio 2009 alle 12:54

Mi sono persa la canzonetta di Povia… Arrivata ad Albano, considerato lo scarsissimo livello generale, mi sono arresa e ho spento la TV per dedicarmi a un libro.
Certo non mi sono persa Roberto Benigni… Scanzonato, irriverente, buffone come sempre… e sono certa che anche Silvio si è fatto delle belle risate. Poi, in quel modo tutto suo e assolutamente inimitabile, diventa repentinamente saggio, profondamente umano… e ci regala una lezione di vita che costituisce il momento più alto di tutta la serata e si spera avrà eco nell’ottusa mente di cattolici e ignoranti.

Tutto il resto… solo canzonette e sterili polemiche…



29. Fabio Morasca ha scritto:

18 febbraio 2009 alle 12:55

@gioelisa: la faccenda in questione come hai fatto tu è descritta nel modo più naturale possibile. Ma nel testo di Povia no. Secondo me.



30. eRR!Co ha scritto:

18 febbraio 2009 alle 13:00

Beh senz’altro meglio questa di quella del piccione.
A me non è dispiaciuta,è una storia senz’altro non comune,ma è una storia.



31. Mari 611 ha scritto:

18 febbraio 2009 alle 13:28

@Marta
Allora Marta se la questione viene posta come fai tu nel commento anche la canzone di Modugno che cita: “la lontananza sai è come il vento ti fa dimenticar di chi non t’ama…ecc…” avrebbe potuto essere strumentalizzata per far polemica dal tema politico degli immigrati con amori lontani al tema scio-ecclesiastico dell’adulterio..e via dicendo. La lontananza può essere un limite all’amore o meno..l’omosessualità può essere un limite alla felicità o meno. Secondo l’autore del testo di Povia lo è. E allora? E chissenefrega! E’ una sua opinione, punto. Il testo non è “impegnato” rendiamocene conto..non è il testo di un Faletti. E’ un testo di una grandissima banalità che ha dovuto far parlare di sè perchè non avrebbe potuto essere ricordato per null’altro. Insomma Marta..che ti devo dì!?..Rispetto il tuo pensiero, ma io ’sto gran messaggio proprio non ce lo vedo….mi sembra soltanto di capire che chi l’ha scritto è un infelice…bastasse essere etero per essere felici!!!!!



32. Marko ha scritto:

18 febbraio 2009 alle 13:32

Io dico che bisogna prenderla per quella che è: una canzonetta. Si da spesso troppa importanza al messaggio più o meno celato che potrebbe esserci, non è la prima volta e ci si dimentica che è solo una canzone.
Se poi la storia è vera le polemiche sono ancora più inutili in quanto Povia ha solo musicato una storia di sua conoscenza.



33. filippo ha scritto:

18 febbraio 2009 alle 14:17

visto l’attuale target televisivo, quasi esclusivamente femminile (com’è naturale che sia, vista l’estinzione del vallettismo e dei corpi di ballo…indi la gnagna)…
la tv sfrutta gli omosessuali, riempiendo il piccolo schermo di centinaia di Malgiogli.
ma io lo vedo anche come un tentativo del femminismo (movimento anche questo che dilaga “silenzioso” in tv) di ridicolizzare la figura maschile.
Gay, abbiate un po di rispetto per voi stessi … state fuori dal catodico e, perdonate il francesismo, trombate in santa pace.



34. Mari 611 ha scritto:

18 febbraio 2009 alle 15:20

Ecco! Ho sentito la canzone su rai2 e cito le seguenti parole del testo: “questa è una storia, solo la mia storia, nessuna malattia, nessuna guarigione”.
La parola “guarigione” c’è ed è messa col senso giusto al posto giusto. Ma di cosa abbiamo parlato allora? Di aria fritta?
Ma che idiozia! E ascoltare le parole invece di criticare a priori?



35. Fabio Morasca ha scritto:

18 febbraio 2009 alle 16:06

@filippo: perdonami ma spesso gli omosessuali sono accusati di autoghettizzarsi ma sono proprio commenti come il tuo a spingerli a questo comportamento, secondo me. Ovviamente, rispetto, ma non condivido, il tuo pensiero.

@Mari611: ma quale critica a priori. Io il testo l’ho letto e riletto lunedì quando è stato reso pubblico. Secondo me la frase “nessuna malattia, nessuna guarigione” è stata inserita in corso d’opera per permettere a Povia di pararsi il deretano. Resta da dire che poi una frase estrapolata non sconvolge certo il significato di un intero testo.



[...] Qualche battuta è stata spesa anche a proposito dell’odierno tormentone: il brano della “focosa” Zanicchi, (leggi qui) che quest’ultima ritiene sia stato danneggiato dagli esilaranti strali lanciati da Benigni. Bonolis, con la schiettezza che lo contraddistingue, ha ammesso che il comico toscano abbia potuto, involontariamente, nuocere alla cantante emiliana, la quale, però, d’altra parte, sapeva di portare in gara una canzone provocatoria e decisamente aliena dal suo tradizionale repertorio. E pensare, aggiungiamo noi, che per mesi non si è fatto altro che parlare e sparlare dell’inutile canzone di Povia! (leggi qui) [...]



37. Mari 611 ha scritto:

18 febbraio 2009 alle 16:24

No no Fabio, scusa, non mi riferivo a te, veramente, ma a noi tutti, me compresa. Anzi per la precisione mi riferivo al mio commento numero 20 e alle risposte da quel commento in poi.
Su fatto che la frase sia stata inserita in corso d’opera..boh, non ne ho idea, penso e spero di no. Sul fatto che non sconvolga il significato non sono d’accordo. Resta il fatto che Luca da quando diviene etero è felice però per lo meno non è stato considerato “malato” prima di essere felice. :)



38. eresus ha scritto:

18 febbraio 2009 alle 19:39

A me sembra veramente che la gente ‘oggi abbia grandi difficoltà di comprensione, se io sono gay e uno mi viene a dire che lo sono a causa di mia madre che era possessiva e mi ha femminilizzato e di mio padre da cui non ho appreso una figura maschile positiva per cui la vado a cercare mettendomi a 90 ° prendendolo da altri uomini in quel posto, mi pare che di fatto mi si dia del malato o sbaglio, o non capisca che cosa dovrebbe dire uno per dirmi che sono malato, ovviamente senza utilizzare direttamente quella parola.
Perché è ovvia che Povia non abbia potuto dire testualmente che l’omosessualità è una malattia da cui si può guarire, ciò non toglie che non la retorica ci siano diverso modi traversi per dire le stesse cose, e l’offensività non sta tanto nel modo in cui il concetto viene detto, ma nel concetto stesso.
Se uno facesse la stessa cosa parlando di un cattolico che era tale perché pieno di paturnie e uno volta cresciuto è diventato ateo il messaggio offensivo di fondo non sarebbe cambiato lo stesso; però si vede che in Italia il discorso dell’omosessualità viaggia su un piano differente rispetto tutti gli altri, mentre per gli altri diventa immediatamente palese a tutti quando una persona è offensiva e una intenzionalmente la retorica per pararsi il deretano quando si tratta di omosessualità il parlarne male, sia ha la sensazione, che sia sempre un pochino più lecito, l’omosessualità è un terreno franco per cui chi non è omosessuale ritiene che infondo tutto posa essere detto, perché non nascondiamocelo, per molti la percezione dell’omosessualità, è la percezione di un qualcosa di malato e innaturale, per cui è logico che le critiche diventino inevitabilmente più passabili anche quando passano il limite delle suscettibilità.
e a parlare è un etero, ma un etero che ha compreso veramente la condizione dell’essere gay in Italia attraverso le sofferenze di un fratello



39. giovanni ha scritto:

20 febbraio 2009 alle 20:56

ignoranti questo è il punto è una canzone certamente con questa canzone nn vuole dire che schifa i gay oppure che essere gay è una malattia perchè a fine canzone dice non è una malattia non è una guarigione quindi ascoltate bene il testo leggetevelo e nn date giudizi affrettati perchè la canzone è molto bella quando leggo commenti negativi su povia mi sale il sangue al cervello perchè nella canzone descrive un ragazzo che non trova la sua identità confuso dalla madre e andava con gli uomini per non tradire la madre e lo dice nella canzone ma quando trova la ragazza giusta capisce che non era gay ma confuso…..CAPITE e poi giudicate non leggete solo il titolo e date giudizi affrettati ascolatate le canzoni e capite le emozioni che il cantante vuole esprimere



40. Fabio Morasca ha scritto:

20 febbraio 2009 alle 22:13

Giovanni, il testo lo abbiamo letto tutti e capito tutti.
E’ innegabile, almeno secondo me, che c’è stato un errore di impostazione, perchè letto così il testo comunica che nell’omosessualità c’è l’infelicità e nell’eterosessualità la felicità.
Se è come dici tu, allora il titolo giusto sarebbe stato Luca era confuso, perchè quella descritta nel testo, non si può certo definire omosessualità.
Questa è come la penso.
Ciao



41. filippo ha scritto:

20 febbraio 2009 alle 22:14

@Fabio Morasca:

e secondo te vedere ogni santo giorno quell’essere ridicolo di malgiorglio in tv a dir ca**ate, sdoganizza i gay?
contenti loro



42. Fabio Morasca ha scritto:

20 febbraio 2009 alle 22:20

Malgioglio non sdoganizza i gay perchè Malgioglio è in tv come Malgioglio e non come semplicemente come gay.
E neanche il testo di Povia mi pare avesse l’obiettivo di sdoganarli, i gay.



43. filippo ha scritto:

20 febbraio 2009 alle 23:07

@Fabio Morasca:

allora su cosa non sei daccordo con me?
io ho detto che i gay stanno ogni giorno in tv messi lì da femministe che cercano di sminuire il maschio “orco” e “violento” (le femmine si lamentano quì…ma perchè non si fanno un giretto in arabia saudita per vedere cosa vuol dire non avere diritti?).
e poi ho detto che il target di pubblico è per la maggior parte femminile.
sfido chiunque a dire il contario



44. Fabio Morasca ha scritto:

20 febbraio 2009 alle 23:44

Sinceramente io tutti questi gay travestiti da femministi messi come marionette che sminuiscono il maschio violento non l’ho mai visti in tv in questa veste o semplicemente li abbiamo percepiti in modo diverso.
Secondo me gli omosessuali difendono la loro condizione, sminuita da un testo come quello di Povia (e anche dal pensiero di molti italiani, visto che ha ricevuto molti applausi) e sinceramente gli omosessuali in tv si presentano prima di tutto in qualità di persone e non esclusivamente nelle vesti del gay, come se fosse un semplice ruolo da rivestire.
Del tuo commento mi ha soltanto lasciato spiazzato il “state fuori dal catodico”, come se i gay non avessero libertà di opinione. Tutto qui.



45. filippo ha scritto:

21 febbraio 2009 alle 00:27

ah vanno in tv in veste di persone?
allora perchè la maggior parte si veste come moira orfei.
non stiamo a prenderci per il culo.
quando a chi comanda non facevano comodo, i gay se ne stavano a casa a guardarla la tv…non a farla.
vadano in tv quanto vogliono…ma a portare le loro ragioni e a “lavorare” seriamente…non a fare i pagliacci



46. Nero Corvino ha scritto:

21 febbraio 2009 alle 03:05

DOVE STA L’ERRORE DI POVIA?

L’errore è una scorrettezza senza eguali perpetrata ai danni di persone che hanno dato la vita per combattere il pregiudizio. E il fatto che sia una storia vera o verosimile non ha rilevanza.

Mi spiego meglio con un esempio.

Esistono molti RUMENI condannati per omicidi, stupri, furti ecc. Così come esistono persone che meritevolmente dedicano la loro vita a combattere il pregiudizio nei confronti degli immigrati e anche dei rumeni. Ora, se io portassi a Sanremo una canzone che racconta la storia di un rumeno che arriva in Italia dove comincia a rubare, stupra una ragazzina e infine commette anche un omicidio, cosa avrei fatto?

Avrei portato una storia vera, ma di una scorrettezza unica. Perchè non si alimenta il pregiudizio. Si sa che tutti o quasi ce l’hanno coi rumeni e non si può in 3 minuti distruggere il lavoro di tante persone che si impegnano a combattere il pregiudizio.

Idem con i gay. Si sa che l’Italia fa fatica a liberarsi dal pregiudizio. Che tanti hanno perso la vita a causa dell’omosessualità e ancora oggi accade (vedi statistiche sui motivi di suicidio adolescenziale). Anche se tu, caro Povia, conosci uno che era gay faresti meglio a tenerti questa storia per te o a raccontarla ai tuoi amici e parenti. Ma al grande pubblico una storia così non si racconta, perchè tra il grande pubblico c’è anche la mamma ignorante di un gay di un paesino dimenticato da Dio. E tu accendi in lei una speranza, e magari offri al marito un incentivo ad odiare ancora di più suo figlio. Che magari morirà per causa tua.



47. ALESSIA ha scritto:

26 febbraio 2009 alle 14:01

Che dire???? Beh innanzitutto per commentare una canzone bisogna capirla…in ogni frase e in ogni parola…
Di banale a Sanremo sono rimasti “cantanti” come Marco Carta che ovviamente hanno come tema la solita storia d’amore che ormai ha rotto i coglioni!!!! Io lascio il mio commento senza criticare ciò che ho letto finora in qst sito…per nn offendere nessuno…
Per me qst canzone è veramamnte significativa…perchè nn parla solo dell’omosessualità..ma di tanti problemi che molti ragazzi oggi si ritrovano ad affrontare…la separazione di genitori,una figura del genitore che spesso viene a mancare x vari motivi…la difficoltà di crescere che TUTTI hanno provato,stanno provando o proveranno…
…perchè crescere comporta fare delle decisioni,in tutti i campi e nn solo in quello della sessualità…
Faccio i complimenti a Povia..perchè ha sempre avuto il coraggio di scrivere canzoni nn banali…pur sapendo di nn essere capito dalla gente comune…



48. Carlo ha scritto:

2 giugno 2009 alle 20:37

La canzone di Povia è una misera canzonetta, racconta la storia forse vera o forse inventata di uno che modifica il suo orientamento sessuale solo per fare piacere alla società! Luca se era gay lo rimane nella sua natura oppure non lo è mai stato.
Una cosa è sicura che Povia ha voluto con questa canzone tornare alla ribalta perchè era finito nel dimenticatoio, allora per non rimboccarsi le maniche con la zappa per campare famiglia ha architettato questo piano malvagio, a discapito di gente come gli omosessuali che hanno una vita sociale difficile con tanti soprusi. Ci pensi Povia, un pò si vergogni.Se c’è un Dio ci penserà. Per non parlare della ragazza del suo coro della quale neanche i genitori ricordano la sua partecipazione al festival di chissà quale anno. Vergognatevi un pò Povia e company



[...] scorso la svolta sociale con la canzone che parlava di un gay poi diventato eterosessuale (“Luca era gay“) e la svolta continua quest’anno in nome di un’altra tematica [...]



50. pizzico ha scritto:

4 marzo 2010 alle 17:53

Se non era chiaro allora, penso che il volto di Povia si sia rivelato quest’anno con l’ennesima strumentalizzazione ad arte della sua canzone (solo che quest’anno è stato mediaticamente scippato da Filiberto e Pupo). Si tratta di un personaggio senza troppi scrupoli, di una morale cangiante e paracula, ma soprattutto aguzzina. Non si è infatti fatto scrupoli a costruire una canzone su una storia che lui in realtà dice essere vera per dar maggiore credibilità, al collage di luoghi comuni che ha abilmente incatenato (madre castrante, padre assente, pederasta deviatore) fino a farne una trama, già fin troppo comune, già rintracciabile in altri racconti di libri o di fiction e per per ciò ben si presta ad essere presa acriticamente dal pubblico, perché di fatto ha soltanto rinverdito e consolidato quello che molti credono, ma purtroppo nessuno pensa al fatto che il risentire un luogo comune per l’ennesima volta non lo rende più vero. Un mi dice di aver visto gli alligatori nelle fogne di newyork, la sua testimonianza di certo non rende più vera questa leggenda metropolitana, ma sono cose che si capiscono specialmente se uno conosce i mezzi di propagazione e di rinviviscenza di tali fenomeni.



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