28
aprile

Maurizio Mannoni contro la ‘carta bianca’ ai conduttori: «Fermiamo la dittatura. Il programma non è di chi lo conduce»

Maurizio Mannoni

Maurizio Mannoni

Maurizio Mannoni tuona contro la “dittatura assoluta” del conduttore. E chi ha orecchie per intendere intenda. Oggi il giornalista e volto di Lineanotte, interpellato dal Corriere della Sera, parla dei talk show e dell’ascesa della figura del conduttore non senza vena polemica. Si riferirà a qualcuno in particolare?

“Non servono regole (ai talk show) imposte dall’esterno, basterebbe tornare alla tv di una volta, con direttori di rete, capistruttura e autori come si deve, per scongiurare la dittatura assoluta del conduttore (…) Ormai il conduttore decide chi invitare, che linea dare al programma, tutto - ha detto il giornalista sottolineando poi che è una situazione ben presente anche in Rai - Il programma non è di chi lo conduce, ma della Rai che lo manda in onda e che deve recuperare il proprio ruolo (…) Una deriva senza ritorno. Il conduttore si sente obbligato a esagerare per attirare più telespettatori, mentre la Rai dovrebbe puntare all’indice di qualità. E poi gli ascolti dei talk stanno precipitando. Sarebbe ora di ripensare una televisione più intelligente, meno gridata, dove il dibattito sia occasione di riflessione e di confronto civile tra idee, invece di creare nuovi mostri».

Il discorso di Mannoni è generico (e del resto il “fenomeno” descritto sembra diffuso) ma, leggendo le sue parole, è impossibile non pensare a Bianca Berlinguer, in prima linea nella confezione del suo programma e i cui dissapori con Franco di Mare, direttore di Rai3, sono cosa nota. Nelle ultime settimane i due hanno battibeccato per le ospitate di Orsini mentre in passato erano nati forti contrasti per l’esclusione di Mauro Corona dal talk del martedì di Rai3. In più di un’occasione, invece, Mannoni aveva polemizzato per lo sforo di Carta Bianca.

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1 Commento dei lettori »

1. AbbiDubbi ha scritto:

29 aprile 2022 alle 13:32

Non potrei essere più d’accordo con Mannoni. Il problema è che la persona a cui si riferisce non si sente solo padrona del proprio programma, ma di tutta la rete, e probabilmente anche oltre, con la superbia tipica di chi sa di avere sempre avuto le spalle ben coperte. Se pure nei contrasti con la direzione avesse avuto ragione lei, non è giustificabile la modalità di fare la vittima pubblicamente e lamentarsi per tutto l’universo mondo, chiamando in soccorso addirittura programmi di altri network. Se io mi comportassi così con i miei superiori mi caccerebbero, e non credo di essere il solo. In tutti i casi, ospitare personaggi discutibili e organizzare caciare per rialzare gli ascolti – perchè di questo parliamo – non mi pare degno di persone considerate modelli di riferimento intoccabili dagli intellò di questo disgraziato paese.



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