25
marzo

Don Matteo riparte con Raoul Bova, Luca Bernabei: «Non penso ci sarà un calo d’ascolti». Ecco perchè la Rai ha rimbalzato Terence Hill (che voleva rimanere)

Conferenza Stampa di Don Matteo 13

Conferenza Stampa di Don Matteo 13

Terence Hill non è più Don Matteo. Lo sarà per sempre nei ricordi del pubblico e lo sarà anche per alcune puntate della tredicesima stagione della fiction, al via giovedì 31 marzo su Rai 1 in prima serata, ma di fatto è ormai fuori dal circuito della fiction che ha interpretato per anni. Il produttore Lux Vide Luca Bernabei non esclude che un domani “possa tornare, come ha fatto adesso Flavio Insinna” ma Mario Girotti alla conferenza stampa di questa mattina non c’era e, a distanza, si è congedato definitivamente dando la sua “benedizione”.

“Ciao giornalisti, ciao attori, e in particolare il mio amico Nino Frassica e Nathalie. Ciao Maria Chiara (Giannetta, ndDm), sei stata bravissima. Ciao scrittori, in particolare Mario Ruggeri. Voglio ringraziare tutti voi che avete seguito Don Matteo per tanti anni perchè senza di voi non c’è Don Matteo e io ho veramente ricevuto il vostro amore. Vorrei ringraziare, ma non so come ringraziarvi. Pensate che due o tre mesi dopo avervi lasciato, pensavo ancora a voi. Devo ringraziare Luca Bernabei che mi ha fatto lavorare in pace. Vogliatevi bene gli uni con gli altri“.

Queste le parole di Terence Hill, registrate a Los Angeles ed arrivate attraverso un video messaggio. Impossibile non pensare al fatto che l’attore non fosse intenzionato a lasciare Don Matteo, tanto da aver chiesto a Rai e Lux Vide di abbreviare i tempi di ripresa registrando poche puntate all’anno (clicca qui per maggiori info). Ipotesi respinta con decisione, come spiegato da Bernabei:

Don Matteo non è Montalbano, non possiamo confondere le due cose. Dietro queste serie c’è un grandissimo lavoro di progettazione, per fare Don Matteo ci vuole un anno e mezzo di scrittura, Terence voleva fare quattro puntate quest’anno e quattro il prossimo ma non si poteva fare, ci sono le troupe, persone che pensavano che avrebbero lavorato un anno”

A fargli eco il direttore di Rai Fiction Maria Pia Ammirati:

“Noi dobbiamo il rispetto ai nostri telespettatori e fruitori. Noi gli dobbiamo dare una serialità quanto più lunga possibile, a Don Matteo si chiede di vederlo per due mesi, alcuni ci chiedono anche di più, di fare dodici prime serate. Sarebbe stato un cambiamento ingiustificato, trasformare Don Matteo in un film tv“.

Benché Bernabei si sia detto convinto che l’uscita di scena di Terence Hill non causerà un calo di ascolti (“non penso ci sarà un calo d’ascolti“) c’è chi sente il peso della responsabilità, e non potrebbe essere altrimenti. Ci riferiamo a Raoul Bova, nuovo protagonista nel ruolo di Don Massimo, che ha commentato così l’avvicendamento:

“Don Matteo rimarrà sempre Don Matteo e Terence resterà sempre Terence, per sempre. Per me l’importante era non sostituire, il senso era cambiare una serie per farla andare avanti. Prendere gli elementi che funzionavano e farli andare avanti perchè è una serie che serve guardare, soprattutto in questo momento qui. [...] Terence ed io ci siamo incontrati, io l’ho guardato negli occhi e volevo sentire un consenso, credevo che fosse giusto guardarlo in faccia e che ci fosse questo passaggio, questo testimone. Me l’ha dato [...] Luca e la Rai non mi avrebbero affidato una responsabilità così grossa se non ci fosse stata stima. [...] In quel momento della mia carriera vedevo necessario per me fare un personaggio così, lo sentivo giusto, avevo voglia di provare queste emozioni, di provarle e recitarle”.

Quanto al suo Don Massimo – in merito al futuro del quale Bernabei si è lasciato sfuggire un sibillino “Non so se sarà sempre Don Massimo” – Raoul Bova lo ha descritto così:

“Lottava già per la giustizia, ha sempre avuto ideali molto importanti e poi ha scelto il sacerdozio, grazie anche all’incontro con Don Matteo. Don Massimo è forte, ha voglia di non chiudere gli occhi, di sporcarsi le mani, stare tra la gente, vedere le cose come sono e cercare di convincere se stesso. E’ un prete giovane, in evoluzione, che ha voglia di capire cosa vuol dire il perdono. E spesso lo capisce in quelle circostanze: perdonare, dare una seconda opportunità, non giudicare le persone dalle apparenze, concetti scontati che questo personaggio va scoprendo di volta in volta con i vari casi. E’ interessante perchè perdonare, accogliere non è scontato. Combattere contro le ingiustizie vuol dire amare la verità. L’amore è la base di questo personaggio”.



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