
22
marzo
Ciao Darwin, concorrente rimasto paralizzato: in quattro a processo per lesioni colpose gravissime

Ciao Darwin
I reati contestati sono lesioni colpose gravissime e violazione di una serie di norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Finisce con quattro imputati a processo il caso di Gabriele Marchetti, l’ex concorrente di Ciao Darwin che si infortunò rimanendo paralizzato durante le registrazioni di una puntata del programma di Canale5. I fatti risalgono al 2019 e a distanza di tre anni, ora, sono stati rinviati a giudizio quattro dirigenti ritenuti responsabili dell’incidente dalla Procura di Roma. La prima udienza davanti al Gup è fissata per il prossimo 20 aprile.
Secondo quanto si apprende, la procura romana ha ottenuto il rinvio a giudizio di coloro che fin dall’inizio della vicenda erano stati indagati per i fatti contestati: i due dirigenti Sandro Costa e Massimo Porta, rappresentanti di Rti, Massimiliano Martinelli, dirigente della Maxima (l’azienda che ha fornito l’attrezzatura per il gioco) e Giuliana Giovannotti, dirigente della Sdl 2005 di Sonia Bruganelli, responsabile del casting dei concorrenti. Secondo l’accusa, questi ultimi non sarebbero stati adeguatamente istruiti prima della partecipazione al gioco.
La magistrata titolare delle indagini, Alessia Miele, aveva sostenuto che l’incidente del concorrente si sarebbe potuto evitare se tutte “le misure necessarie di prevenzione e protezione dei concorrenti” fossero state adottate, oltre alla “valutazione dell’idoneità della vittima al gioco“. A processo, i quattro imputati dovranno fronteggiare le accuse di lesioni colpose gravissime e mancato rispetto delle norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Tra le accuse compare anche l’errata progettazione del Genodrome – il gioco sul quale è avvenuto l’infortunio – che non avrebbe tenuto conto delle conseguenze di un’eventuale caduta in piscina.
Nel 2019 infatti, proprio scivolando in malo modo tra i rulli del Genodrone, Marchetti perse malamente l’equilibrio e cadde in una piscina sottostante, alta poco più di un metro. Al sopraggiungere dei soccorsi, le condizioni dell’uomo apparvero subito gravi. Trasportato nel reparto di terapia intensiva del Policlinico Umberto I di Roma, nonostante una lunga degenza (un anno in ospedale) e una serie di operazioni, l’individuo rimase totalmente paralizzato. Da allora, è accudito dalla moglie, dal figlio e da un infermiere specializzato, che si prendono cura di lui a casa.


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