La possibile, e sempre più probabile, retrocessione di Un Posto Al Sole dalle 20.45 alle 18.30 non è solo una questione televisiva ma un caso politico, un problema aziendale e una minaccia occupazionale, nonchè un colpo al cuore di quei telespettatori che da decenni cenano insieme agli abitanti di Palazzo Palladini. Dal Centro di Produzione Rai di Napoli, che sta vivendo giorni di malumori e proteste interne, dopo il condivisibile sfogo di alcuni interpreti non arrivano altre dichiarazioni, vige la regola del silenzio, in attesa del Consiglio di Amministrazione decisivo. A quanto ci risulta, le sorti di Un Posto al Sole potrebbero decidersi già il prossimo 27 ottobre.
Il profilo basso e la posizione della rete
La soap di Rai 3 ha registrato ieri venticinque anni di messa in onda e il cast, dopo aver festeggiato sul set con tanto di torta e spumante, si è collegato con i fan attraverso una diretta Facebook sul profilo ufficiale Rai Play, ripercorrendo la storia di UPAS. Tanti sorrisi e ricordi ma nessun riferimento a quello che sta accadendo, perchè la direttiva generale al momento è quella di mantenere pubblicamente un profilo basso, per permettere a chi di dovere di giocare con calma le proprie carte.
Rai Fiction, Fremantle, cast artistico e maestranze sanno perfettamente che per la soap abbandonare l’access prime time e tornare nella fascia preserale, che ne segnò l’esordio il 21 ottobre del 1996, sarebbe deleterio, perchè farebbe decadere quella consuetudine e quell’affezione che ne fanno un prodotto unico nel panorama televisivo nostrano. La battaglia che stanno portando avanti per scongiurare questa scelta kamikaze, tra riunioni ed incontri, non sarebbe però supportata dalla rete, più in linea con l’AD Rai Carlo Fuortes nel cedere il prestigioso slot ad un nuovo approfondimento politico affidato a Lucia Annunziata.
La posizione dei Sindacati
Intanto, anche le segreterie territoriali di Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil, Ugl-Fnc Informazione, Snater, insieme con la Rsu (Rappresentanza Sindacale Unitaria) del CPTV Rai di Napoli si stanno muovendo contro questa spostamento che, considerato il quasi certo calo di ascolti che provocherebbe, potrebbe incidere fortemente sul lavoro del Centro di Produzione partenopeo e magari sulla sua stessa esistenza:
“Una decisione scellerata che, se fosse intrapresa, assesterebbe un colpo fatale al sito produttivo partenopeo già profondamente in crisi, per le chiare conseguenze che ne scaturirebbero in termini di ascolti (…) il Centro di produzione porta ancora le cicatrici per la chiusura della fiction ‘La squadra’ “. Conclude la nota: “Napoli non può permettersi il rischio di veder chiudere una realtà produttiva che impatta positivamente anche sull’indotto locale; il Centro di produzione vive già un momento di forte deficienza di programmazione aziendale e un’ipotesi di questo tipo metterebbe in forte discussione l’esistenza stessa del Cptv”
si legge in una nota.
1. aleimpe ha scritto:
22 ottobre 2021 alle 12:38