18
ottobre

Squid Game: 10 curiosità sulla serie cult

Squid Game

Tutti pazzi per . La serie sudcoreana di Netflix è diventata ormai un vero cult a livello globale, e non solo per le visualizzazioni record . A un mese dall’uscita del k-drama scritto da Hwang Dong-hyuk, la realtà distopica al centro della sceneggiatura continua a far impazzire milioni di fan in tutto il mondo: ecco 10 curiosità sulla sulla popolare serie, che forse ancora non conoscevate.

1. Squid Game, come è nata la serie

L’autore Hwang Dong-hyuk ha raccontato di aver preso spunto dalla propria esperienza di vita per elaborare il perverso meccanismo attorno al quale ruota Squid Game. Lo sceneggiatore sudcoreano ha raccontato di aver iniziato a scrivere la trama quando si trovava sommerso dai debiti e a un passo dal fallimento, proprio come gli sciagurati che che nella serie accettano per disperazione di prendere parte al pericoloso gioco.

2. Squid Game, scartata per oltre 10 anni

Oggi Squid Game gode di un’ampia popolarità. Tutti ne parlano. Ma prima di vedere la luce, la serie ha avuto un percorso travagliato. Lo stesso autore Hwang Dong-hyuk ha rivelato in un’intervista al Wall Street Journal che l’idea alla base della sceneggiatura fu scartata da vari produttori alla quale era stata sottoposta. La trama, infatti, veniva considerata troppo surreale per far breccia nel pubblico. Dong-hyuk ha atteso 10 anni prima di vedere realizzato il proprio progetto: ad imprimere ad esso una svolta è stata Netflix, che ne ha riconosciuto il potenziale e ha dato l’ok alla produzione.

3. Squid Game, cosa dice la bambola?

bambola di Squid Game

Cosa dice la bambola sterminatrice di Squid Game? L’inquietante canzoncina in coreano, pronunciata durante il gioco “un due tre, stella!”, annuncia il momento in cui la bambola robot dà inizio alla letale sfida, prima di girare il capo in direzione dei concorrenti. Il suono emesso è il seguente: “Mugunghwa kkochi piotsseumnida”. Che in italiano potrebbe essere tradotto con “il fiore di ibisco è sbocciato“. Per capire il significato dell’espressione bisogna considerare il contesto culturale della serie: in Corea del Sud, infatti, il fiore di ibisco – conosciuto anche come mugunghwa o rosa di Sharon – è un emblema nazionale e identifica l’immortalità.

4. I luoghi di Squid Game

Luoghi di Squid Game

I luoghi in cui è ambientato Squid Game non esistono nella realtà. Ma prendono spunto da essa. L’intreccio di scale e gli alienanti ambienti dalle fattezze infantili che fanno da scenografia alla serie richiamano alcune architetture davvero realizzate. Gli appassionati della serie ritengono che una delle location più inquietanti utilizzate dai concorrenti, ovvero la scala labirintica dai toni pastello, ricordi il complesso della “Muralla Roja“, disegnato dall’architetto spagnolo Ricardo Bofill. Evidenti anche i richiami al quadro di Maurits Cornelis Escher chiamato La relatività, nel quale le scale sembrano non avere senso e andare contro la logica. I luoghi di Squid Game sono stati costruiti sul set nella città di Daejeon, la quinta città più grande della Corea del Sud, nota per il suo progresso tecnologico.

5. Squid Game, il ponte di vetro

Squid Game, ponte di vetro

Il ponte di vetro che caratterizza uno dei perfidi giochi di Squid Game è stato realizzato in modo che anche gli stessi attori, sul set, percepissero la tensione della sfida interpretata. Il regista ha dunque voluto che gli attori provassero il rischio della caduta; ovviamente, sotto i loro piedi non c’era uno strapiombo ma solo un dislivello di circa un metro e mezzo.

6. Squid Game, le Vans bianche vanno a ruba

Squid Game, Vans bianche

Squid Game è un fenomeno di costume. Nel vero senso della parola. Anche gli abiti di scena indossati dai protagonisti sono ormai diventati un cult; e ancor più le loro scarpe. Secondo Lyst, le Vans bianche “slip on” calzate nella serie sono diventate di colpo richiestissime. Di moda, per l’appunto. Le ricerche dell’accessorio in questione sono balzate alle stelle. Grazie alla serie, la ricerca delle ormai iconiche Vans bianche, spesso ricercate come “squid shoes“, è salita del 97%. Ma non solo. La crescita sulle vendite sarebbe addirittura pari ad un +7.800%.

7. Gli errori di Squid Game

Squid Game, errori

In Squid Game non mancano sviste ed errori. Un esempio? Nella scena del ponte di vetro, quando gli organizzatori del gioco controllano la scheda dell’ex vetraio, sul foglio si legge 1897-2020 come lasso temporale di occupazione. È ovviamente un refuso e infatti la produzione ha provveduto a correggerlo in 1987. Un altro refuso è visibile anche sugli schedari nascosti nei cassetti dell’archivio di Frontman: la scritta rossa sulla copertina di uno schedario recita infatti “Top Scrert” al posto di Top Secret. Infine, nel gioco del caramello, una svista della produzione si può notare sulle porte con i diversi simboli, tra i quali i giocatori scelgono. Quella a destra mostra un ombrello stilizzato, che però nell’inquadratura stretta è diverso, con archi più piccoli e quindi più dettagliato.

8. Squid Game, il numero di telefono esiste davvero

Squid Game dà i numeri. Ne sa qualcosa la commerciante sudcoreana Kim Gil-young, che da settimana è tempestata da migliaia di chiamate telefoniche al giorno. Senza sosta. Il suo numero di telefono, infatti, compare erroneamente della serie tv, scritto su un biglietto ma senza prefisso. Gli sceneggiatori non sapevano di questa corrispondenza, né sapevano che bastasse aggiungere il prefisso per collegarsi all’utenza realmente esistente. Netflix ha fatto sapere di aver provveduto a modificare la scena che sta costando alla signora giornate particolarmente stressanti.

9. I biscotti Dalgona di Squid Game. La ricetta

Squid Game, biscotto Dalgona

Vanno a ruba i Dalgona, i biscotti che compaiono in una delle prove di Squid Game. I concorrenti devono tagliare le forme contenute al suo interno per non essere eliminati. Per anni in Corea questo dolce è stato associato alla povertà estrema che arrivò negli anni del Dopoguerra e solo adesso è diventato un cult e tutti lo vogliono. A Seul stanno andando a ruba quelli preparati da Lim Chang-joo e Jung Jung-soon, due coniugi che hanno una modesta bancarella in un quartiere della capitale sudcoreana. Rivendono questi dolcetti a 2.000 won (circa 1,45 euro): ora, per consumarli, ci sono lunghe code di clienti. La ricetta è all’apparenza alquanto semplice: basta mettere dello zucchero in una pentola, girarlo con un mestolo (lentamente) e lasciarlo sciogliere a fuoco lento. Dopodiché bisogna aggiungere un po’ di bicarbonato, davvero poco, e continuare a mescolare affinché il prodotto sia di un colore uniforme.

10. Squid Game, ecco quanto costa e quanto guadagnano gli attori

Squid Game, backstage

Squid Game non è esattamente una serie low cost. Secondo le informazioni diffuse da Bloomberg, basate su un documento interno di Netflix, la prima stagione della serie è costata 21,4 milioni di dollari, per un costo di circa 2,4 milioni a episodio. Una cifra importante, che tuttavia verrà ripagata dal successo ottenuto dalla serie: l’investimento ha infatti generato circa 900 milioni di dollari di valore per la piattaforma streaming. Ma a fronte di costi così alti, quanto hanno guadagnato gli attori? Secondo diversi magazine americani l’attore protagonista Lee Jung-jae (nel ruolo di Seong Gi-hun) avrebbe guadagnato per ogni episodio realizzato 300 milioni di won, circa 220 mila euro. Al termine delle riprese, il suo compenso avrebbe quindi sfiorato i 2 milioni di euro.
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