22
aprile

Mamma, che dramma!

Buongiorno, Mamma! - Maria Chiara Giannetta

Buongiorno, Mamma! - Maria Chiara Giannetta

Che Lux Vide punti un po’ troppo sul dramma, lo abbiamo già scritto. E in Buongiorno, Mamma!, la fiction che ha prodotto stavolta per Canale 5, al posto della morte c’è il coma, che è un po’ come lo spettro costante della dipartita. Ma il dramma, se ben fatto, è sinonimo di emozioni intense, che nelle vicende della casa sul lago di Bracciano non mancano.

E’ un racconto doloroso, che almeno all’esordio lascia poco spazio alla serenità che viene dalla rassegnazione, perchè mostra le difficoltà quotidiane di una famiglia che ha scelto di non staccare la spina, di trattenere la propria regina e di tenerla a casa, piuttosto che in una clinica. Immobile in un letto, senza capacità di reazione ma presente, immancabile, necessaria per chi non è ancora pronto a fare a meno di lei e forse non lo sarà mai.

Buongiorno, Mamma! indaga l’amore così come l’egoismo di chi ama, la speranza ad oltranza e le conseguenze che lo strappo dalla vita “normale” può avere sulle persone, sui bambini, su chi crede e su chi no. Emblematica e molto forte la scena del confronto tra Guido (Raoul Bova), marito della “bella addormentata” Anna (Maria Chiara Giannetta) e la madre della ragazza, Lucrezia (Barbara Folchitto), che vuole convincere il genero a lasciare libera l’amata figlia da quella prigione, da quella che secondo lei è non vita.

Questo carico emotivo così pesante, che potrebbe anche schiacciare lo spettatore, viene mitigato dalla linea mystery, da un’indagine atta a scoprire il segreto di Anna e la verità sulla sparizione di una sua amica. Così come dalle vicende dei figli della donna, dai loro problemi personali e dal folto numero di personaggi che animano questo racconto complesso e indubbiamente impegnativo.

Impegnativi sono anche i continui salti temporali, tuttavia la gestione dei flashback funziona, perchè sembra quasi che il passato e il presente si parlino, rispondano l’uno all’altro nei rimandi tra scene, mostrando diverse versioni dei protagonisti in una danza armonica. Peccato solo che a volte, a furia di cambi di look, salti qualche raccordo, come i capelli di Raoul Bova che nel presente si trasformano da lisci a ricci in una scena.

Al di là di questo, bisogna capire come si dipanerà il mistero, nella speranza che il family drama non lasci spazio ad esagerazioni che ne sminuirebbero le buone intenzioni. In conclusione, una domanda: è mai possibile che nelle fiction Lux Vide (vedi Che Dio ci Aiuti) le belle ragazze in crisi vadano sempre in giro a baciare sconosciuti?

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4 Commenti dei lettori »

1. Lorenzo78 ha scritto:

22 aprile 2021 alle 12:20

Il vero problema di questa fiction è che quasi tutti recitano come cani, in particolare il figlio grande (già visto in Un passo dal cielo, evidentemente ha qualche santo alla Lux) è veramente imbarazzante.
Senza contare una protagonista senza un briciolo di carisma e che non si capisce come possa essere madre di figli che in teoria dovrebbe aver partorito a 10 anni o giù di lì.
La storia fortunatamente almeno per ora non vira sul patetico ma si mantiene su toni abbastanza brillanti, ma la premessa non è stata delle migliori. Per me è no.



2. SuorAngela ha scritto:

22 aprile 2021 alle 12:57

Un’altra costante delle fiction di Luxvide, oltre al riciclo dei personaggi da una produzione all’altra, sono le visioni delle protagoniste femminili che vedono il ballo di turno completamente nudo. Alla faccia dell’originalità!



3. Esis ha scritto:

22 aprile 2021 alle 23:26

Le fiction LuxVide sono piene di cliché che si ripetono ciclicamente, persino a volte in quelle storiche tipo I Medici, tra cui:
-Una visione stereotipata ed antiquata della donna, la cui massima ambizione alla fine è sposarsi in chiesa con l’abito bianco ed avere figli. Non importa se ha un minimo di carriera, l’obiettivo principale è quello;
-Una coppia che deve sposarsi (ma va?) ma subentra un terzo/a che porta scompiglio e li divide;
-Bambini orfani;
-Qualcuno che finisce puntualmente in coma nello stesso ospedale, nello stesso reparto, nella stessa camera (!) che si vede in TUTTE le fiction LuxVide;
-Adolescenti, in genere donne, insopportabili e poco inclini alle regole;
-Erasmo Genzini che fa sempre lo stesso ruolo di ragazzo difficile.



4. Luigi_FI ha scritto:

23 aprile 2021 alle 09:14

La recitazione da cani è in genere apprezzata dal pubblico di Canale 5 che tra reality, DeFilippi, D’Urso e soap iberiche e turche ormai sono assuefatti a prodotti mediocri quando non scadenti.
Piuttosto un argomento del genere non mi pare nelle corde di una rete così superficiale come Canale 5 che ormai ha una linea editoriale di un criceto



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