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Màkari: Claudio Gioè torna su Rai1 e «racconta la Sicilia contemporanea». Il Volo canta la sigla

Stefania Stefanelli

di Stefania Stefanelli

09/03/2021 - 14:59

Màkari: Claudio Gioè torna su Rai1 e «racconta la Sicilia contemporanea». Il Volo canta la sigla
Màkari - Claudio Gioè
Màkari - Claudio Gioè

Neanche il tempo di archiviare l’ultimo film del Il Commissario Montalbano, che Palomar è pronta a portare in tv un nuovo personaggio di Sellerio Editore: si tratta di Saverio Lamanna, nato dalla penna di Gaetano Savatteri e protagonista della nuova fiction di Rai 1 Màkari, in onda da lunedì 15 marzo (seconda puntata il giorno successivo e poi in pianta stabile al lunedì). Oggi si è tenuta la conferenza stampa di presentazione.

Ancora  protagonista la Sicilia, con quella che Carlo Degli Esposti descrive come voglia di “arrivare al pubblico con tutte le piccole differenze che compongono la diversità italiana, per sentirci tutti quanti più fortemente italiani“. Per Rai 1, dopo la Puglia di Lolita Lobosco e la Napoli del Commissario Ricciardi e Mina Settembre, significa restare sempre al sud e ancora con delle indagini, qui declinate in toni sentimentali, sociali e di commedia, con “uno humor quasi inglese, con momenti paradossali e schermaglie verbali molto brillanti“, per usare le parole dello sceneggiatore Francesco Bruni, impegnato anche in Montalbano.

Il paragone con il famoso commissario è inevitabile ma Saverio è un personaggio che si avvicina di più ad un altro filone tipico della Rai, quello dei detective per caso. Anzi, lui è come la signora in giallo, un giornalista/scrittore che indaga e finisce per mettersi spesso nei guai, e per il suo interprete Claudio Gioè rappresenta una novità, che lo allontana dal clima greve delle sue fiction precedenti. Curiosamente, l’attore palermitano è tornato a vivere in Sicilia dopo tanti anni, proprio come accade al suo personaggio, con il quale ha più di una cosa in comune.

E’ stata una favola per me interpretare questo personaggio, ha saputo raccontare le ritualità sociali della Palermo e della Sicilia che conosco, senza fare sconti […] Scopriremo vizi di questa terra ma con la gioia di riscoprirne tutti gli aspetti romantici. Una serie che, lo dico da siciliano, racconta molto bene la Sicilia contemporanea di oggi, capace di guardare al futuro“.

La serie, composta da quattro puntate e diretta da Michele Soavi, dà molto spazio alla commedia e ai personaggi secondari, interpretati da Domenico Centamore, Ester Pantano, Antonella Attili, Sergio Vespertino, Filippo Luna e Tuccio Musumeci, che ne La Rete di Protezione di Montalbano è stato il Cavalier Pintacuda. La sigla, intitolata proprio Màkari, è stata scritta da Ignazio Boschetto e cantata da lui con colleghi de Il Volo; Boschetto ha dichiarato che la canzone “racconta la Sicilia vista dagli occhi di un venticinquenne” e che “è davvero un onore poter raccontare la mia Sicilia attraverso una fiction“.

Màkari: la trama

Saverio Lamanna, brillante giornalista, giunto all’apice della carriera come portavoce del sottosegretario al Ministero dell’Interno, per un futile e stupidissimo errore, ha perso tutto: il lavoro, il prestigio che si era guadagnato, i soldi. Come un reduce da una disfatta, Saverio lascia Roma e decide di tornare a casa, in Sicilia, ma non nella casa di famiglia, a Palermo, dove vive ancora il padre, ma a Màkari, nella vecchia casa di vacanza dei genitori, ormai disabitata da anni. È andato lì per nascondersi e, invece, fin dai primi giorni, a Màkari comincia per lui una nuova vita. Qui Saverio ritrova la fraterna amicizia dello stravagante Peppe Piccionello che presto diventa per lui una colonna. Incontra anche la bellissima Suleima, che vive e studia a Firenze ed è a Màkari per un lavoro stagionale di cameriera. Il loro amore nasce come una piacevole parentesi estiva, ma diventa subito qualcosa di più importante. Troppo importante, forse. Perché le settimane corrono, la loro bella estate volge presto al termine e Suleima non potrà rimanere per sempre a Màkari. In questa nuova vita, Saverio troverà anche la sua vera vocazione: decide di diventare, assecondando finalmente quel che voleva essere da ragazzo, uno scrittore. Ma scoprirà presto di non essere uno scrittore qualsiasi. Bensì uno scrittore col pallino delle indagini, uno che va a cacciarsi nei misteri e nei delitti come una pallina in un flipper e non molla finché non vince la sua partita. Un autentico “sbirro” di penna.

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