23
febbraio

Il Commissario Montalbano continua

Luca Zingaretti

Luca Zingaretti

Mentre lettori e telespettatori protestano e si mobilitano, creando petizioni per impedire la chiusura della serie tv più amata di sempre, Il Commissario Montalbano è vivo e lotta insieme a noi. Da quanto emerso nel corso della conferenza stampa di presentazione del nuovo film Il Metodo Catalanotti, in onda su Rai 1 l’8 marzo, non sembra che la fiction Palomar sia destinata a dire addio al pubblico, anzi: le idee per il futuro ci sono, occorre solo scegliere una strada e percorrerla a tempo debito.

Il protagonista Luca Zingaretti ha dichiarato di non essere affatto stanco di Montalbano, personaggio che ha amato da subito e che tanto gli ha dato, sottolineando che nessuno ha preso parte ai vari capitoli del progetto per obbligo o per doveri contrattuali, ma perchè c’era la voglia di andare avanti. La perdita di “tre complici e compagni di trincea” quali Andrea Camilleri, Alberto Sironi e lo scenografo Luciano Ricceri ha creato un vuoto che il Covid ha acuito ma “quando il lutto sarà elaborato e la vita avrà ricominciato a correre e il tempo a scorrere, vedremo“.

E se Peppino Mazzotta – dalle cui parole in un’intervista era scattato l’allarme sulla fine certa della fiction – ha ricordato il lavoro sul set dicendo che “continueremo a farlo se ci sarà occasione nei prossimi anni“, ad esporsi maggiormente e spiegare concretamente che la voglia di realizzare almeno un altro film c’è, è stato Carlo Degli Esposti, numero uno di Palomar. Queste le sue parole:

“Tutti chiedono cosa succederà di Montalbano. E’ passato un anno o poco più e ci siamo detti tutti che è presto per parlarne, il Covid ci impedisce di tornare sul set con la tranquillità e la concentrazione che ci ha sempre contraddistinto negli anni e il binomio tra attori, Rai e Palomar ha fatto si che questo prodotto sia evoluto con l’Italia, dentro ai problemi italiani. Ci sarà un momento, dopo la fine del Covid, in cui prenderemo una decisione sul futuro. A me in questo momento basta dirvi che per me e tanti Montalbano è eterno.[...] Per noi è stato un terremoto terribile, c’è bisogno di un ripensamento e a caldo è impossibile da fare. Produrre col Covid mette una tensione che impedisce qualunque ripensamento di stile e produttivo. Certo, deve concludersi, non si può lasciare un Montalbano perso, abbiamo bisogno di tempo. Tutte le grandi mancanze possono avere solo un grande nemico, la fretta”.

L’ipotesi di procedere un domani con soggetti ex novo non c’è. Ma c’è la voglia di dare una degna conclusione a questa fiction, dopo quest’ultimo episodio che metterà in crisi il personaggio, offrendone debolezze e colpi di testa inattesi.

“Chi ha pensato alla conclusione dell’epopea di Montalbano in primis è stato Camilleri che ha scritto Riccardino e l’ha revisionato un anno e mezzo prima della morte. Certo, ci sono altri romanzi come La Crociera dell’Alcione (è Il Cuoco dell’Alcyon, ndDM) [...] Siamo legati a quello e a molti racconti che non abbiamo ancora utilizzato“.



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