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Il Commissario Ricciardi è teatro d’autore

Stefania Stefanelli

di Stefania Stefanelli

26/01/2021 - 12:01

Il Commissario Ricciardi è teatro d’autore
Il Commissario Ricciardi - Antonio Milo e Lino Guanciale
Il Commissario Ricciardi - Antonio Milo e Lino Guanciale

Il Commissario Ricciardi somiglia un po’ a Pierrot, con quel suo sguardo triste e l’aria malinconica che non lo abbandona mai. E’ un personaggio drammatico ma ricco di poesia, che la penna di Maurizio De Giovanni ha creato e che Lino Guanciale, aiutato dalla regia di Alessandro D’Alatri, è riuscito a rendere perfettamente su Rai 1.

La fiction Clemart srl non è sicuramente un poliziesco classico, fatto di inseguimenti e sparatorie. Tutta un’altra storia rispetto a I Bastardi di Pizzofalcone, tutto un altro tono, che qui è quello dei tempi andati, del dolore e della solitudine, delle indagini fatte di ricordi ed intuizioni e dell’empatia che lega il protagonista ai personaggi che lo circondano.

Ricciardi è un uomo chiuso e solenne, capace però di ascoltare sia la voce dei morti che quella dei vivi; e, se non trova pace finchè non l’hanno trovata le vittime, cerca anche di comprendere i carnefici, di aiutarli se possibile, in un’epoca nella quale, secondo lui, si uccide “o per fame o per amore“. La miseria da cui è circondato gli impedisce di vivere la propria vita, lo annienta, e la sua sensibilità si concretizza nel volto e nelle movenze di Guanciale, che mai era apparso così preso e legato ad un ruolo.

Forse perchè la messa in scena, più che ad un prodotto televisivo, si ispira a quella teatrale, al palcoscenico che l’attore ama e calca con intensità. Anche il resto del cast si muove in una rappresentazione solenne, donandosi ai propri personaggi con trasporto: in particolare Antonio Milo, che con il suo brigadiere Maione riesce ad infondere calore in un clima generalmente freddo e desolato, e Adriano Falivene, che con Bambinella racconta la sfida ad un mondo antico fatto di pregiudizi e chiusura.

Il linguaggio della serialità Rai continua a cambiare, adattandosi di volta in volta ad un registro diverso, portando in scena la letteratura, variegando ed impreziosendo l’offerta e rivelando una personalità poliedrica e appassionata, che in De Giovanni si è incarnata.

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