17
novembre

Gli Orologi del Diavolo, qual è la vera storia del protagonista? L’ex moglie: «Era dipendente dalla cocaina e mi tradiva con prostitute russe»

Beppe Fiorello e Gianfranco Franciosi

Beppe Fiorello e Gianfranco Franciosi

Una tempesta si abbatte su Gli Orologi del Diavolo, la fiction con Beppe Fiorello di cui questa sera andrà in onda su Rai 1 l’ultima puntata (qui le anticipazioni). Tra impegno e denuncia sociale, temi altissimi sui quali si fonda l’impegno di Rai Fiction e dello stesso interprete, spunta l’accusa dell’ex moglie di Gianfranco Franciosi, il meccanico al quale è ispirato il protagonista Marco, che di lui dice: “non è un eroe, ha fatto male a tanta gente“.

Nell’intervista rilasciata a Fanpage, Marica Mosti racconta la sua verità, ben diversa da quella messa in scena su Rai 1. Parla di date che non coincidono, di viaggi in auto cariche di cocaina, e di percosse, descrivendo il protagonista come un padre incapace di prendersi cura dei propri figli, abituato lui stesso a fare uso di stupefacenti e dunque lontano, lontanissimo, dall’uomo mite e troppo ingenuo che Fiorello ha messo in scena.

“Una persona vittima di se stessa, un narcisista patologico con una gran parlantina. Dipendente dalla cocaina, che assumeva tutti i giorni, a tutte le ore, in quantità enormi. Se ne accorgeva anche mia mamma. E poi mi tradiva, non so neanche quante volte. So per certo che se la faceva con delle prostitute russe, tra fiumi di coca e champagne, su una barca in darsena, sotto gli occhi di tutti [...] Quando siamo tornati dalla Spagna, dove abbiamo vissuto dal 2001 al 2004, a Salamanca, perché dovevamo scappare perché lo cercavano dei siciliani che lo volevano fare fuori non so per quale sgarro, abbiamo fatto il viaggio con i nostri due figli e l’auto, un Mercedes Viano, riempita di cocaina. Io l’ho scoperto dopo: se ci avessero fermato, ci avrebbero arrestati entrambi e mi avrebbero tolto i bambini”.

La donna contesta anche il percorso da infiltrato dell’ex marito, pur ammettendo la veridicità di alcuni passaggi narrati, e rincara la dose con dettagli pesanti, ad esempio parlando del furto di un gommone e del fatto che Franciosi realizzasse anche pistole piccole con il tornio. Un lungo sfogo che ridisegna completamente l’immagine dell’uomo, che ha anche preso parte alle riprese guidando i gommoni nelle scene più acrobatiche.

La fiction di Rai 1 è stata tratta dal libro che Franciosi ha scritto insieme al giornalista Federico Ruffo; l’attuale conduttore di Mi Manda Rai Tre nei giorni scorsi aveva detto a Panorama la sua sulle polemiche montate intorno alla fiction e già accese dalle dichiarazioni di altri conoscenti di Franciosi, che avevano messo in dubbio la sua figura di collaboratore di giustizia. E, pur ammettendo che “la realtà è molto più maleodorante e patinata di come l’abbiamo raccontata“, aveva rispedito al mittente tali dubbi.

“Nelle cosiddette inchieste non ho trovato un solo minuto relativo all’attività di infiltrato di Gianni messo in dubbio. I suoi precedenti - un’appropriazione indebita e una detenzione d’arma – mi erano noti, lo erano a tutti: la seconda fu parte dell’operazione di Polizia, la prima un contenzioso per un motore riparato e per il quale il cliente ritenne il prezzo eccessivo”.

Nessuna dichiarazione, invece, da Beppe Fiorello, che pure dopo l’esordio della fiction aveva dato sfogo alla tastiera con alcune dichiarazioni sibilline su ascolti e fiction Rai (qui tutte le info). Temi molto banali, rispetto a quello di cui al momento si dibatte e che in qualche modo tira in ballo la sua stessa credibilità.



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