Politica&Covid. L’Aria di Domenica non è poi così diversa da quella feriale. Su La7 spira sempre lo stesso venticello, anche in una giornata in cui il pubblico avrebbe il sacrosanto diritto di rilassarsi un attimo. Nella fascia post-prandiale, l’emittente ha inaugurato un nuovo programma che rischia invece di compromettere la digestione del telespettatore, appesantendola con un cabarè di ospiti ed argomenti che già durante l’intera settimana saturano gli approfondimenti d’attualità.
La nuova trasmissione condotta da Myrta Merlino si è aperta con una lunga intervista a Luigi Di Maio (scelta che di fatto ha stroncato il benché minimo effetto sorpresa), ed è poi proseguita poi con Walter Ricciardi e Massimo Galli: tema, manco a dirlo, l’emergenza coronavirus ed i vaccini anti-Covid. Come se il pubblico non ne avesse sentito parlare abbastanza. Un parterre ai limiti del masochismo – almeno nel dì di festa – che invece la presentatrice ha introdotto con un certo compiacimento
“Ormai gli italiani si svegliano la mattina per sentire cosa dicono i virologi” ha affermato la Merlino, proponendo una visione della realtà abbastanza discutibile (a nostro avviso, si sta invece diffondendo un certo fastidio per l’onnipresenza dei suddetti esperti). Incalzato dalla padrona di casa, peraltro, il professor Galli ha anche affermato di essere sempre stato di sinistra e di non rinnegare il propri trascorsi da sessantottino. Affermazioni di cui ci sfugge la pubblica utilità in tempo di pandemia.
A completare il quadretto pomeridiano, la presenza di Mario Monti in qualità di “opinionista principe“. Il professore è apparso in collegamento, inscatolato in un vecchio televisore in bianco e nero al quale la conduttrice si è rivolta come davanti a un oracolo. Scelta originale ma non riuscitissima nella resa televisiva. Piuttosto marginale, poi, il contributo offerto in diretta da Gerardo Greco: il giornalista – che fa parte del cast fisso assieme al vignettista Vauro – si è limitato a pronunciare alcuni ’spiegoni’ (o editoriali, se preferite) per poi ritornare in panchina ed assistere da spettatore al programma.
L’Aria di Domenica, insomma, non ha cambiato registro rispetto alla feriale Aria Che Tira, se non per il fatto che i tempi più dilatati abbiano favorito l’approfondimento (interessante il focus finale sulla scuola di Caivano) e l’adozione di uno stile più colloquiale. Myrta Merlino, sulla cui conduzione c’è ben poco da eccepire, aveva però promesso di utilizzare toni più leggeri, da domenica pomeriggio, cosa che invece non abbiamo avvertito con nettezza.
L’intervista ad Enrico Mentana, unita alla succitata informata di ospiti della première, ha avvalorato l’impressione che il nuovo programma si sia innanzitutto rivolto al pubblico di riferimento di La7, nel tentativo di agganciare una fetta (leggasi nicchia) di telespettatori ben definita: quella che apprezza l’informazione anche alla domenica pomeriggio (in larga parte già soddisfatta però da Rai3). Scelta più che legittima, ma non certo inclusiva o rivoluzionaria per una rete che proprio sulle news fonda il proprio palinsesto feriale.
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15 novembre 2020 alle 19:29