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agosto

Niente sesso, siamo turchi!

Daydreamer - Le Ali del Sogno

Daydreamer - Le Ali del Sogno

Amore sì, passione giammai. Casti e puri sono i sentimenti dei protagonisti di Daydreamer – Le Ali del Sogno e delle altre telenovelas turche simili arrivate in Italia da qualche anno. Nonostante l’indugiare sulla carnalità dei protagonisti, Can Yaman mezzo nudo in primis, di carnale nelle storie rosa “made in Turchia” c’è ben poco. Un modus operandi preciso, frutto di una cultura differente rispetto alla nostra e di rigide direttive normative.

I primi innamorati che i telespettatori hanno potuto conoscere sono stati Ayaz (Serkan Cayouglu) e Oyku (Ozge Gurel) di Cherry Season – La Stagione del Cuore, che hanno consumato il loro amore soltanto da sposati. Lo stesso è accaduto a Ferit (Can Yaman) e Nazli (Ozge Gurel) di Bitter Sweet – Ingredienti d’Amore, vicini per la prima volta diverse settimane dopo il matrimonio, in realtà avvenuto soltanto per avere la custodia del piccolo Bulut. Una situazione analoga si verificherà anche in Daydreamer, visto che tra Can (Can Yaman) e Sanem (Demet Ozdemir) l’evidente attrazione non verrà mai approfondita in questo senso, tant’è che le loro nozze non arriveranno prima dell’ultimo episodio. Tradotto: almeno due anni di astinenza per l’affascinante “albatros” Can. Lo stesso si può notare pure nella fiction Come Sorelle, attualmente in onda sempre su Canale 5, dove sono praticamente inesistenti persino i baci, sostituiti da numerosi abbracci.

Scelte narrative frutto di una società conservatrice, soprattutto su alcuni temi, e di un governo pronto ad intervenire in scelte editoriali non compatibili con la morale. A questo proposito, Netflix – piattaforma streaming e dunque dotata di maggiore libertà rispetto alle emittenti turche – ha potuto inserire scene di sesso nella serie The Gift, ma ha dovuto fare i conti con la censura di un personaggio gay  (cosa che ha spinto a rinunciare del tutto alla serie). L’assenza di sesso (ma spesso anche di baci lunghi) ha facilitato l’esportazione in Medio Oriente, sebbene per quei paesi si tratti comunque di prodotti dalla mentalità sin troppo aperta (basta pensare alla figura femminile). Di fatto, il contrario di quello che avviene in Europa e in America Latina, dove le fiction turche funzionano anche per la “restaurazione” di valori considerati noiosi o perduti. Allo stesso tempo, sempre più in occidente si è scelto di spingere il piede sull’acceleratore ricorrendo all’erotismo come scorciatoia per far parlare e lasciare il segno soprattutto nelle generazioni più giovani. Eppure, come dimostra Daydreamer, si possono realizzare prodotti di successo anche senza eccesso.

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4 Commenti dei lettori »

1. gregg ha scritto:

4 agosto 2020 alle 13:48

Quello turco si chiama bigottume, quindi anche no!



2. giauz ha scritto:

4 agosto 2020 alle 19:39

Non a caso fa ascolti in Italia, paese bigotto quasi quanto la turchia



3. Maria ha scritto:

24 settembre 2020 alle 17:06

Non capisco il successo in Italia di questi prodotti infarciti di censura e sessuofobia, le attrici corrispondono ad un cliché tutte uguali giovani magrissime e con occhi sgranati inespressive, capelli lunghi e lisci appiccicati al viso unghia laccate, siliconate qui e là, più mature grasse e in sovrappeso che tristezza! che ce da vedere?!



4. ludy ha scritto:

23 giugno 2022 alle 20:41

personalmente non mi spiace che evitino di far vedere come in Italia il rapporto dall’inizio alla fine



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