21
aprile

Coronavirus, la tv generalista cresce negli ascolti e attira i Millennials. Exploit dell’informazione

Maria De Filippi

Con lo spegnimento della vita sociale causato dal Coronavirus, in tanti hanno acceso la tv. Più di quanto accadesse già prima, s’intende. Nel periodo del cosiddetto lockdown, il piccolo schermo non solo si è confermato il mass medium più fruito ma si è anche attestato come quello più trasversale. I dati al riguardo forniscono un’interessante istantanea, svelandoci che – al tempo dei social network e delle piattaforme in streaming – la tv generalista ha registrato un incremento di pubblico e si è anche conquistata maggiormente l’attenzione dei Millennials. Sì, ci riferiamo proprio ai giovani che, secondo alcuni, erano destinati a considerare la televisione tradizionale ormai superata.

Come spesso accade, la realtà smentisce le teorie più avventate e anzi le ribalta, dimostrando come il mezzo televisivo abbia ancora in sé un grande potenziale. Questo, peraltro, a prescindere dalla qualità dei palinsesti, che – come noto – in questa fase di emergenza hanno subito stravolgimenti non trascurabili.

La recente analisi dell’andamento Auditel ai tempi del Coronavirus, elaborata dallo Studio Frasi, documenta come dal 9 marzo al 18 aprile, il pubblico di età compresa tra i 24 e i 38 anni abbia tenuto la tv accesa per oltre 4 ore (248 minuti) al giorno. Un’ora e mezza in più (91 minuti) rispetto al medesimo periodo del 2019. Sempre tra i Millennials, in prime time l’audience media ha sfiorato i 3,7 milioni di spettatori. Oltre 1 milione in più rispetto al 2019. Sull’intera giornata, invece, le generaliste Rai hanno guadagnato il 6.64% di share, quelle Mediaset hanno perso il 7.11%. Tutte, però, in prime time hanno registrato un segno più.

La rete preferita dei Millennials – rileva ancora lo Studio Frasi – resta Canale5, con il 16.41% di share nel giorno medio e il 20.79% in prima serata. La tv del Biscione risulta in testa anche nella top 25 dei programmi più visti dai giovani: al primo posto, C’è posta per te, seguito dalle repliche di Ciao Darwin e dall’edizione straordinaria del Tg5 con l’annuncio del lockdown da parte del premier Conte.

Al contempo, però, la Rai sta registrando la crescita più promettente: sulla fascia dei Millennials, Rai1 nel giorno medio cresce del 10.6%, la stessa quota persa invece dall’ammiraglia Mediaset (-10,6%). In prime time, l’ammiraglia Rai cresce del 6.6%, più di Canale5, che pure aumenta gli ascolti, ma del 3.7%. Tra i neocanali rimane in testa Tv8, che però registra un sensibile calo (-12.2%); salgono invece Rai4 e Rai Premium (+36%) e DMax (+73%). Ai tempi del Coronavirus, si registra inoltre un marcato interesse dei giovani adulti all’informazione, con un exploit delle reti all news: nell’intera giornata, +148% per Rainews 24 e +102% per Sky Tg24.

Coronavirus, dati Auditel: tv generalista in crescita

I dati riferiti ai Millennials si inseriscono in un contesto generale di crescita per la tv generalista. Crescita testimoniata anche da un’altra elaborazione dati dello Studio Frasi. Nel confronto con l’anno precedente, le rilevazioni del periodo 8-30 marzo 2020 attestano infatti un incremento significativo: in prima serata (tra le 20.30 e le 22.30) sono stati calcolati 5,7 milioni di spettatori in più rispetto al 2019. Ogni sera sono ben 30,8 milioni gli italiani sintonizzati su un canale televisivo. Considerando la giornata intera, lo scarto è ancora più alto, perché la media è di oltre 4 milioni di italiani in più, con una permanenza del pubblico di 103 minuti in più del ‘normale’ (in media 5 ore e 46 minuti).

Le tv generaliste fanno la parte del leone, convogliando quasi due terzi degli spettatori. Rai1 si attesta come primo canale nazionale, seguito da Canale5. Ma rispetto al periodo precedente all’emergenza sanitaria, i canali che hanno segnato una maggior crescita sono stati La7 nella giornata intera e Italia 1 in prima serata. Attenzione in notevole crescita sul fronte informativo: il Tg1, ma anche il Tg5 e la TgR, sono aumentati di circa 2 milioni ciascuno. Impossibile da trascurare, inoltre, l’exploit degli appuntamenti religiosi: se la Benedizione Urbi et Orbi di Papa Francesco del 27 marzo era stata seguita da più di 11 milioni di spettatori, la quotidiana Messa del Santo Padre (in onda alle 7 del mattino su Rai1 e Tv2000) viene vista in media da un milione e mezzo di persone.

I dati elaborati dello Studio Frasi riferiscono infine di un flusso in aumento anche sui siti delle principali emittenti (Rai, Mediaset, La7, Sky e Discovery), che nel periodo dell’emergenza hanno avuto 900 milioni di contatti.

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4 Commenti dei lettori »

1. osservatore tv ha scritto:

21 aprile 2020 alle 13:19

Per la verità i dati d’ascolto dei TG ormai sono già ritornati su valori normali, basta vedere l’auditel di ieri sera. Evidentemente le conferenze stampa nordcoreane con accento pugliese hanno stufato.

Per il resto mi pare di capire che ad avere successo sono soprattutto programmi e film leggeri, d’intrattenimento, come dimostra la crescita di Italia 1 in prima serata. Non ci voleva un genio: se la gente è agli arresti domiciliari, quantomeno vuole svagarsi. A tal proposito la D’Urso sta commettendo un grave errore nell’”appesantire” il suo programma parlando troppo dell’epidemia, e infatti il suo è l’unico programma d’intrattenimento che va male.



2. Alessio ha scritto:

21 aprile 2020 alle 13:53

In realtà il dato cumulativo di tutte le emittenti che hanno trasmesso la Benedizione Urbi ed Orbi del Papa sfiora i 17 Milioni di telespettatori, non 11!!



3. Marco ha scritto:

21 aprile 2020 alle 14:02

I Millennials sono la generazione da chi quest’anno fa 19 anni fino ai 39 anni, quindi sarebbe utile sapere anche i dati dei 19-23 anni…



4. Antonio ha scritto:

21 aprile 2020 alle 14:47

Marco in realtà i millennials (o ancora più precisamente la generazione Y) sono definiti come coloro che hanno vissuto almeno un anno della propria adolescenza negli anni 2000, ovvero i nati dal 1981 al 1996 per cui l’articolo riportando i dati 24-39 propone esattamente i dati relativi ai millennials. I giovani dai 19 ai 23 anni appartengono già alla generazione Z.



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